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Mai si deve mentire. L’arte ha questo di particolarmente grande: non tollera la menzogna. Si può mentire in amore, in politica, in medicina; si può ingannare la gente, persino Dio; ma nell’arte non si può mentire… (Anton Čechov, da una lettera ad Aleksej Suvorin) Dopo le regie e le interpretazioni di spettacoli che hanno sviscerato i rapporti familiari, come Casa di bambola, Agosto a Osage County e I parenti terribili, Filippo Dini porta in scena il capolavoro di Čechov con uno sguardo attento alle crisi esistenziali e sociali del presente. La storia de Il gabbiano è molto nota: un gruppo di persone si riunisce in riva a un lago e qui dibatte nel tentativo di fuggire dal grigiore del loro destino. Fra le diverse vicende emerge quella di Konstantìn, un ragazzo che desidera spiccare il volo attraverso l’arte della scrittura. È sostenuto dall’amore per la sua coetanea Nina, che sogna di diventare una protagonista della scena, e fomentato dal tentativo di opporsi alla madre, una famosa attrice, fidanzata con un importante scrittore. «L’immortalità di questo testo e la sua bruciante contemporaneità sta proprio nella descrizione di una “umanità alla fine”, una società sull’orlo del baratro […]» scrive Dini, attore e regista amato dalpubblico e ripetutamente premiato dalla critica. «Questa umanità in miniatura ci racconta di come possa accadere che le nostre migliorienergie, i nostri più luminosi talenti, il nostro amore più appassionato, possano essere tutti stravolti e corrotti […]. L’allegra comitiva de Il gabbiano, pur partendo con le migliori intenzioni, si dirige verso l’oblio. E ad osservarli c’è appunto un animale (che dà il titolo alla commedia) strano e contraddittorio. Vola sulle loro teste, li osserva (come il pubblico che assiste allo spettacolo), ma a un certo punto viene ucciso nella maniera più vile». di Anton Čechov traduzione Danilo Macrì regia Filippo Dini con (o.a.) Virginia Campolucci, Enrica Cortese, Giuliana De Sio, Gennaro Di Biase, Filippo Dini, Giovanni Drago, Jurij Ferrini, Angelica Leo, Fulvio Pepe, Edoardo Sorgente traduzione Danilo Macrì regia della scena “lo spettacolo di Kostja” Leonardo Manzan drammaturgia e aiuto regia Carlo Orlando scene Laura Benzi costumi Alessio Rosati luci Pasquale Mari musiche Massimo Cordovani produzione TSV - Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Teatro di Roma - Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale