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Eventi

Concerto dell'Orchestra Haydn - Dir: Enrico Calesso
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Music
Martedì, 12 Dic 2023 20:00

“Se Haydn fosse vissuto ai nostri giorni, egli avrebbe parte del suo vecchio stile, pur accettando nello stesso tempo qualcosa di nuovo”. Con queste parole Sergej Prokof’ev presenta, nella propria autobiografia, la sua Prima Sinfonia, composta a 25 anni tra il 1916 e il 1917, pochi anni dopo essersi diplomato al Conservatorio di San Pietroburgo ma già compositore e pianista in carriera. La Sinfonia “Classica” è un’ulteriore dimostrazione di quell’interesse crescente per la riscoperta della musica “antica” che dal tardo Ottocento circolava in Europa. Un altro esempio di questo ritorno alla classicità è l’Apollon Musagète di Stravinskij, un balletto “basato su momenti o episodi della mitologia greca interpretati plasticamente da ballerini della cosiddetta scuola classica”, come riporta lo stesso Stravinskij nelle sue Cronache. Il tema è quello di Apollo e delle muse, un grande omaggio al Seicento francese, ma anche al ballet blanc, espressione del balletto ottocentesco più eterea e fantasiosa, in cui Stravinskij vedeva “una meravigliosa freschezza, il prodotto dell'assenza di ogni attrattiva policroma e di ogni sovrabbondanza”. Caratteristiche, queste, che si applicano interamente anche all’Apollon stravinskiano. Freschezza ed essenzialità sono anche le caratteristiche del Concerto per oboe di Strauss, prodotto della maturità straussiana e un omaggio all’amatissimo Mozart. La genesi del Concerto è strettamente legata alla fine della Seconda Guerra Mondiale: nel 1945, Strauss si era ritirato presso la propria villa a Garmisch, in cui ricevette numerose visite; tra queste, il soldato-oboista americano John De Lancie, che propose a Strauss di scrivere un concerto per oboe – ricevendo inizialmente un secco rifiuto, poi rapidamente smentito da Strauss, che in pochi mesi aveva già terminato la partitura.

Auditorium Via Dante 15, Bolzano, BZ
Concerto di Capodanno dell'Orchestra Haydn
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Music
Martedì, 02 Gen 2024 20:00

La celeberrima Ouverture da Die Fledermaus di Johann Strauss (figlio) accoglierà il pubblico ai concerti di fine anno e Capodanno dell’Orchestra Haydn, diretta Alessandro Bonato. Composto nel 1874, “Il pipistrello” segnò il trionfo del “Re del Valzer” anche sulle scene teatrali, consacrando la sua fama al punto che, nel 1890, un sondaggio lo elesse a terza personalità più famosa d’Europa, subito dopo la Regina Vittoria e Otto von Bismarck. Proprio Johann Strauss II sarà al centro del frizzante programma di questi concerti di Capodanno, come da tradizione viennese. Nonostante o forse proprio a causa della giovinezza contrastata, i lutti famigliari e i rapporti turbolenti con Johann Strauss (padre), infatti, l’omonimo figlio ebbe come motto “Passare attraverso la vita con allegria”. Per questo nella sua musica si ritrova una indomita voglia di vivere, di abbandonarsi al piacere, al divertimento, alle feste più spensierate ma sempre con il portamento elegante tipico della Vienna di fine Ottocento. Valzer, ciarde, polke e quadriglie scritte da Strauss Jr non vanno però presi per musica approssimativa, di facile consumo: la sapienza di scrittura, la complessità dell’orchestrazione, la varietà di colori dello stile straussiano furono tali da valergli la stima (oltre che l’amicizia) di Johannes Brahms. Presente nel programma anche Josef Strauss, fratello minore di Johann, destinato dal padre alla carriera militare, da Josef odiatissima in quanto convinto pacifista. Figura ombrosa e schiva, appassionato ingegnere, fu costretto dalla malattia di Johann a riprendere in mano il violino e gli studi musicali per mandare avanti l’industria musicale di famiglia, dimostrando di non avere nulla da invidiare al fratello maggiore, che commentò “Fra me e Pepi è lui quello con più talento, io sono solo quello più famoso”.

Auditorium Via Dante 15, Bolzano, BZ
LORIT - Un'opera della fine dei tempi
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Theatre
Martedì, 23 Gen 2024 20:00

L’opera da camera LORIT esplora con taglio critico e satirico i lati oscuri di un turismo straripante e delle sue conseguenze. Ambientata in Tirolo, la storia si sviluppa attorno a cinque figure allegoriche: la Morte, il Turismo, il Padrino delle funivie, il Bel Paesaggio e l’Ultima Generazione. L’ultimo giorno dell’ultimissima stagione sciistica dell’umanità, i cinque sono seduti insieme nella cabina di un impianto di risalita. Tra una dirompente euforia da rifugio di montagna e una disperazione che si fa a poco a poco strada, inizia “il gioco della morte”, al termine del quale, nella lotta tra il cambiamento climatico e la crisi, si impone per appunto una sola cosa: la morte. In termini musicali, lo spettro sonoro dell’opera oscilla tra l’allegro e l’apocalittico. Dalla “A” di “aria” alla “Z” di “Zwiefacher”, il ballo popolare, il compositore Marius Binder decostruisce l’intera cultura commerciale dell’aprèsski. Una tempesta di suoni alla TikTok composta da canzoni pop, jodel e grandi successi profetizza l’autodistruzione della cultura musicale alpina. LORIT è il progetto vincitore dell’edizione di quest’anno del concorso di teatro musicale Fringe. “Oltre all’allestimento ben architettato, che stimola la riflessione”- motiva la giuria - “a convincerci sono stati sia il tema, sia il fatto che quest’opera è di grande attualità. Prendendo le mosse dalla tradizione dei drammi morali, l’opera affronta i principali eventi, le circostanze e i temi del presente e del futuro”.

Teatro Comunale (Studio) Piazza Verdi 40, Bolzano, BZ
Concerto dell'Orchestra Haydn - Dir: Diego Matheuz
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Music
Martedì, 30 Gen 2024 20:00

Ligeti definiva Ramifications, per orchestra d’archi o 12 solisti, “un ulteriore sviluppo” nel suo metodo compositivo, che prevede la costruzione di un’impalcatura di “reti musicali complesse”. Le “ramificazioni” del titolo infatti sono quelle che si sviluppano dalla intensissima scrittura polifonica e dalle diverse intonazioni degli strumenti, che creano un’atmosfera sospesa e indefinita in cui gli strumenti si inseguono, si imitano e si replicano come i frattali. Completamente diversa l’atmosfera del primo Concerto per corno di Richard Strauss, scritto ad appena 18 anni sotto l’influenza del padre Franz, primo corno dell’orchestra di corte a Monaco, che da fervente antiwagneriano aveva instillato nel figlio l’amore per le architetture brahmsiane e la venerazione per il classicismo di Mozart. Strauss ritorna con un lavoro di oltre trent’anni successivo, l’Ouverture e la Scena di danza dall’Ariadne auf Naxos, affascinante e ambiguo progetto teatrale ideato da Strauss e Hugo von Hofmannsthal che inseriva un’intera opera lirica, di brevi dimensioni, nel finale de Il borghese gentiluomo di Molière. La prima rappresentazione a Stuttgart non trovò il successo sperato e i due si decisero a separare i lavori: da un lato Il borghese, di cui rimangono le musiche di scena di Strauss, dall’altro l’opera, con l’aggiunta di un prologo che ne chiarisce la dimensione meta-teatrale, giustificandone la commistione paradossale di comico e tragico abilmente tratteggiata. Chiude il concerto la Sinfonia n. 38 di Mozart, detta “Praga” perché data in prima esecuzione nella città boema, dove il Salisburghese godeva di un ampio seguito di musicisti e mecenati. Lo ricorda lo stesso Lorenzo Da Ponte, secondo il quale il pubblico praghese accoglieva con estremo entusiasmo e grandissima sensibilità ogni nuovo lavoro di Mozart, come fosse “cosa divina”.

Auditorium Via Dante 15, Bolzano, BZ
Concerto dell'Orchestra Haydn - Dir: Thomas Dausgaard
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Music
Martedì, 13 Feb 2024 20:00

Il direttore danese Thomas Dausgaard torna a guidare l’Orchestra Haydn in un concerto dalle atmosfere nordiche in cui la Danimarca svolge il ruolo del leone grazie a due dei suoi compositori più rappresentativi. Il primo è Bent Sørensen, classe 1958, pluripremiato compositore di Borup, non lontano da Copenhagen. Enchantress, l’incantatrice, nasce nel 2019 per desiderio dello stesso Dausgaard, che invitò diversi compositori a scrivere brani ispirati e dedicati alla Scozia da dare in prima esecuzione con la BBC Scottish Symphony Orchestra. Accogliendo l’invito, Sørensen ha composto questa suite di cinque intermezzi per orchestra ispirati al poema Enchantress Farewell di Walter Scott, già messo in musica da Beethoven nei suoi Lieder scozzesi. A Sørensen succede Carl Nielsen, tra i più celebri compositori danesi, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, famoso ancora oggi soprattutto per le sei Sinfonie e alcuni concerti solistici, in particolar modo il Concerto per clarinetto e quello per flauto, eseguito in questa occasione dalla flautista danese, nonché moglie di Dausgaard, Alissa Rossius. Composto nel 1926 e terminato durante un soggiorno di Nielsen a Firenze, il Concerto per flauto è stato scritto per Holger Gilbert-Jespersen, flautista del Quintetto di Copenhagen, che lo eseguì a Parigi con grande successo. Completa il programma la maestosa Quinta Sinfonia di ?ajkovskij, tra i lavori ancora oggi più noti e amati del compositore. Scritta in meno di quattro mesi e sorretta da un’ispirazione tale che “sembra che l'illuminazione sia scesa sul mio spirito”, come scrisse il compositore, la Quinta Sinfonia non conobbe un successo immediato, ma dovette attendere il tour europeo del 1889-1890 per trovare l’approvazione di pubblico e critica, un’approvazione da allora mai venuta a mancare.

Auditorium Via Dante 15, Bolzano, BZ
Concerto dell'Orchestra Haydn - Dir: Markus Stenz
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Music
Martedì, 05 Mar 2024 20:00

Scritto in Re maggiore come i Concerti per violino di Beethoven e Brahms, il Concerto per violino di Ferruccio Busoni tiene viva la tradizione del grande concerto ottocentesco. Composto tra il 1896 e il 1897, quando Busoni godeva già di fama internazionale come pianista, il Concerto per violino nasce per il violinista olandese Henri Petri, grande solista e Konzertmeister di quella che oggi è nota come Staatskapelle Dresden, nonché uno degli allievi prediletti di Joseph Joachim, il violinista di Brahms. Petri stesso diede la prima esecuzione del concerto con i Berliner Philharmoniker e Busoni alla direzione e il loro rapporto tra i due rimase saldo per tutta la vita, al punto che Egon Petri, figlio di Henri, divenne poi uno dei migliori discepoli di Ferruccio Busoni. Ad eseguire il concerto la violinista italiana Francesca Dego, convinta promotrice del repertorio otto-novecentesco italiano, mentre sul podio Markus Stenz prosegue il concerto con la Seconda Sinfonia di Schumann. Opera incompresa fino a tempi recenti, la Seconda è oggi riconosciuta come una delle grandi sinfonie romantiche e, superate le critiche all’orchestrazione, si apprezza oggi l’inventiva originalissima dispensata a piene mani da Schumann nel lavoro. Non ha aiutato nella promozione della Sinfonia la sua genesi tormentata: i primi abbozzi compaiono un anno dopo il trasloco dei coniugi Schumann a Dresda, nell’ottobre 1845, ma Schumann impiegò quasi un anno per completare la Sinfonia, un periodo insolitamente lungo per il compositore, abituato a grandi entusiasmi creativi da cui emergevano quasi come un’unica colata interi brani. A tormentare il compositore non era solo la difficoltà di affrontare nuovamente il genere sinfonico, che obbligava ad un faticoso confronto con l’opera di Beethoven, ma crisi depressive, forti insonnie e attacchi di quei che disturbi che, 11 anni dopo, avrebbero portato Schumann a morire solo, nel manicomio di Endenich.

Auditorium Via Dante 15, Bolzano, BZ
Fondazione Provincia
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