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Jazzfestival Alto Adige: La Litanie des Cimes - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Artists
Clément Janinet (FR) - vl
Elodie Pasquier (FR) - cl
Clement Petit (FR) - cello

Contatti :

Date e orari evento :

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  • Umberto Carrescia - guitar, vocal Zeno v. Breitenberg - viola, accordeon, vocal Gregor Marini - guitar,vocal, Harti Mumelter - bass,vocal Gigi Grata - trombone, trumpet, vocal Il gruppo "Aluna" propone un viaggio musicale dalla samba a canzoni dal sapore egiziano, da nostalgiche ballate italiane alla chanson jiddisch alla canzone viennese. Art Directors: Michael Lösch (michaelloesch2@gmail.com) & Helga Plankensteiner Il concerto comincia alle ore 21.30 al Laurin Bar. Supplemento di 12 euro sulla prima consumazione a partire dalle 21.00. Info e prenotazione tavolo: Laurin Bar, T 0471 311 570
  • Musica da camera per sassofono Il Signum Saxophone Quartet ospite ad Appiano il 10 ottobre Signum Saxophone Quartet - ovvero Jacopo Taddei, Guerino Bellarosa, Blaž Kemperle e Alan Lužar. Suonano insieme in questa formazione dal febbraio 2016. Ormai dicono di aver trovato il proprio stile. Tuttavia, arrivarci non è stato facile, dato che il gruppo ha cambiato la sua formazione diverse volte. Il famoso quartetto è una coproduzione italo-slovena: Blaž Kemperle e Alan Lužar provengono dalla Slovenia, Guerino Bellarosa è originario della provincia di Napoli e Jacopo Taddei è nato all'isola d'Elba. Indipendentemente dalle loro origini, i quattro giovani condividono una visione comune del suono e dell'interazione: la musica da camera per sassofono. Oggi sono un ensemble ricercato a livello internazionale che si è esibito su molti palcoscenici di fama mondiale, dalla Carnegie Hall di New York alla Festspielhaus di Baden-Baden e alle sale da concerto di Amburgo e Colonia. Il programma della serata di Appiano prevede il quartetto per archi op. 33/1 di Joseph Haydn in una trascrizione per quartetto di sassofoni, il quartetto per quattro sassofoni di Alexander Glazunov, "Beggar's Lace" di Viet Cuong e opere di Astor Piazzolla. Quando: 10 ottobre 2024, ore 20.00 Dove: Ansitz Reinsperg, Appiano Location non provvista di parcheggio. Servizio navetta a partire dalle ore 19:20 dal parcheggio pubblico Tetter (dietro fermata dell’autobus) Prenotazioni e prevendita biglietti: www.ticket.bz.it Tel. 0471 053 800 info@ticket.bz.it
  • Conclude la stagione dell’Orchestra Haydn la Quinta Sinfonia di Mahler diretta da Michele Mariotti. Oggi forse la più nota e amata delle sinfonie mahleriane, la Quinta nasce nelle estati del 1901 e 1902 in un momento particolarmente felice per il compositore. A quarant’anni appena compiuti, la direzione dell’Opera di corte di Vienna e dei Wiener Philharmoniker, pur lasciandogli poco tempo per comporre, lo confermava uno dei più importanti direttori d’Europa; la sua musica cominciava finalmente a circolare e ad ottenere i riconoscimenti tanto desiderati; la situazione economica volgeva al meglio e Mahler poté permettersi l’acquisto di una villa a Maiernigg, sul Wörthersee in Carinzia; nel 1901 conobbe Alma Schindler, molto più giovane di lui, e a marzo del 1902 i due si sposarono. Anche la creazione della Quinta Sinfonia fu piuttosto lineare, ma il successo che oggi la circonda non deve ingannare: accolta tiepidamente alle prime esecuzioni, Mahler tornerà insistentemente sulla Sinfonia fino ai suoi ultimi mesi di vita. La struttura della Sinfonia viene convenzionalmente divisa in tre parti dal carattere ben distinto, di cui la prima è composta dalla Marcia funebre iniziale e dal seguente “Stürmisch bewegt”. Questi due movimenti sono quasi un’endiadi: il primo tempo si apre su un richiamo della tromba alla Generalmarsch dell’esercito austroungarico, per poi procedere come una terrificante marcia funebre, che anticipa il carattere e il materiale tematico del secondo movimento. Completamente diversa l’atmosfera dello Scherzo, in cui il corno assume un ruolo spiccatamente solistico in un movimento vivace e danzante, che ondeggia tra Ländler popolareggianti ed eleganti valzer. La terza parte, più eterogenea, affianca il famosissimo Adagietto all’elaborato Rondò finale, in cui frammenti dei movimenti precedenti riemergono in una densa e turbinante scrittura polifonica.