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La bohème - Pubblicato da FondazioneHaydnStiftung

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Informazioni evento

I quattro bohémiens Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline vivono alla giornata, senza un soldo, alla ricerca costante di novità. La loro esistenza, perlopiù vuota e priva di significato, scorre fra superficialità e ricerca di espressione nel contesto di un ambiente artistico. Dediti solo alle distrazioni e al divertimento, non mettono impegno in niente di ciò che fanno. Marcello vive con Musetta una relazione saltuaria all’insegna della gelosia e della civetteria, mentre Rodolfo si innamora inaspettatamente della bella vicina Mimì, il cui destino è però segnato da una malattia terminale. La vita disinvolta dei quattro giovani prende una piega tragica. Il regista Matthias Lošek porta in scena il suo “Requiem per Mimì” in una forma semiscenica, lontana dalle produzioni più convenzionali, rivelando in modo lampante l’atemporalità di questo melodramma, cui si oppone, per contrasto, l’intensità della musica. Una musica intensa e dalle sonorità forti che riproduce in modo realistico e meticoloso a un tempo il mondo dei bohémiens e l’ambiente che li circonda nonché la vita interiore dei personaggi. La prima de La bohème di Giacomo Puccini andò in scena a Torino nel 1896. Insieme a Tosca e Madama Butterfly, è una delle opere più note del compositore italiano, di cui nel 2024 ricorre il centenario della morte.

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  • L'evento si tiene dal 14 Dic 2023 al 17 Dic 2023
    Un’isola sperduta nel Mediterraneo, un padre (Prospero) che cerca attraverso la magia di recuperare il suo ducato perduto, una figlia che non ha mai visto altri esseri umani all’infuori di lui, uno spirito dell’aria, un mostro deforme. Alessandro Serra, autore di un teatro materico e ancestrale, dirige "La tempesta", capolavoro di William Shakespeare. Scrive Serra nelle sue note «Ne La tempesta il sovrannaturale si inchina al servizio dell’uomo, Prospero è del tutto privo di trascendenza, eppure con la sua rozza magia imprigiona gli spiriti della natura, scatena la tempesta, e resuscita i morti. Ma sarà Ariel, uno spirito dell’aria, ad insegnargli la forza della compassione, e del perdono […]. Su quest’isola-palcoscenico tutti chiedono perdono e tutti si pentono ad eccezione di Antonio e Sebastiano […]. Il fatto che Prospero rinunci alla vendetta proprio quando i suoi nemici sono distesi ai suoi piedi, ecco questo è il suo vero innalzamento spirituale, il sovrannaturale arriva quando Prospero rinuncia a usarlo come arma. Ma il potere supremo, pare dirci Shakespeare, è il potere del Teatro. La tempesta è un inno al teatro fatto con il teatro la cui forza magica risiede proprio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metafisiche attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi di legno […]. Qui risiede il suo fascino ancestrale, nel fatto cioè che tutto avviene di fronte ai nostri occhi, che tutto è vero pur essendo così smaccatamente simulato, ma soprattutto che quella forza sovrumana si manifesta solo a condizione che ci sia un pubblico disposto ad ascoltare e a vedere, a immaginare, a condividere il silenzio per creare il rito. L’uomo avrà sempre nostalgia del teatro perché è rimasto l’unico luogo in cui gli esseri umani possono esercitare il proprio diritto all’atto magico». di William Shakespeare traduzione e adattamento Alessandro Serra regia, scene, luci, suoni, costumi Alessandro Serra con (in o. a.) Alessandro Burzotta, Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato, Salvo Drago, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Marcello Spinetta collaborazione alle luci Stefano Bardelli collaborazione ai suoni Alessandro Saviozzi collaborazione ai costumi Francesca Novati maschere Tiziano Fario consulenza linguistica Donata Feroldi produzione TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE / TEATRO DI ROMA – TEATRO NAZIONALE / EMILIA ROMAGNA TEATRO ERT – TEATRO NAZIONALE / SARDEGNA TEATRO / FESTIVAL D’AVIGNON / MA SCÈNE NATIONALE – PAYS DE MONTBÉLIARD in collaborazione con FONDAZIONE I TEATRI REGGIO EMILIA / COMPAGNIA TEATROPERSONA
  • GRUPPO TEATRALE VULIMM’ VULA’ Commedia in dialetto napoletano Due atti di E. De Filippo Regia di Roberta Principe Una sfida per l'attrice e regista Roberta Principe, che vantando nel suo repertorio alcuni dei capisaldi della commediografia eduardiana, affronta oggi forse uno dei più ardui spartiti della storia del teatro: Filumena Marturano, personaggio iconico, emblematico, ormai storicizzato dalle indimenticate interpretazioni di Titina e della grande Regina Bianchi. La regia della Principe si muove sul doppio filo della tradizione/innovazione, conservando da un lato una rigorosa fedeltà filologica al testo, e introducendo dall'altro, elementi di novità come il mimo, il canto lirico e sequenze di ballo, che producono l'effetto di rompere la schematicità scenica dando varietà e dinamismo all'azione. In particolare sono messi in evidenza mimica, canto lirico, danza, che accanto alle magistrali interpretazioni dei due protagonisti, tutti gli attori dimostrano una perfetta simbiosi con i loro personaggi: ed uno dei pregi di questo lavoro teatrale risulta essere proprio la felice ed armonica coralità dell'insieme. Le luci ed i pregevoli arrangiamenti musicali chiudono in cornice un bellissimo spettacolo che al suo termine lascia al pubblico una particolare densità emotiva.
  • L'evento si tiene dal 25 Gen 2024 al 28 Gen 2024
    in tedesco, italiano e inglese con sopratitoli in italiano Perché miti e leggende ci influenzano ancora oggi? Sia nella lingua che nella cultura pop, vari motivi narrativi arcaici ci accompagnano ogni giorno, influenzando i nostri pensieri e le nostre azioni. Vagare per la vita è come ritrovarsi in un’Odissea. Un lavoro infinito e ripetitivo ci ricorda Sisifo, o pensiamo subito all’antica figura di Cassandra quando facciamo previsioni chiaroveggenti sul futuro che improvvisamente si avverano, anche se nessuno ci ha mai creduto. Sebbene il mondo sia in continua evoluzione, i miti rimangono e continuano a offrire un grande potenziale di identificazione. Che cosa ci affascina tanto di queste storie? Quali miti vogliamo continuare a raccontare, quali vogliamo correggere o abbandonare perché non corrispondono più al nostro tempo? Abbiamo bisogno di miti completamente nuovi? Queste sono le domande che il regista Felix Hafner esplorerà insieme agli ANGER, noto duo pop altoatesino, e un cast composto da cinque elementi. Il risultato, ospitato sul palco della Sala Grande del Teatro Comunale di Bolzano, sarà allo stesso tempo un concerto pop e una serata teatrale. Con l’ausilio di coreografie, testi e musica dal vivo, l’ensemble intraprende un viaggio mitologico che conduce al qui e ora. ANGER, ovvero Nora Pider e Julian Angerer. Si conoscono da quando erano adolescenti, originari dell’Alto Adige ma trasferiti a Vienna, dove fanno musica insieme. “Heart/Break” è il nome del loro album di debutto, molto più forte e sicuro di sé rispetto alle atmosfere sognanti del loro EP precedente. Si nota subito che gli ANGER sono veri amanti del pop: celebrano il genere o in tutte le sue sfaccettature – e senza paura del contatto. D’altronde perché avere paura? È pur sempre show business, in cui gli ANGER si sentono più che a casa loro. Che sia ben accolto questo sound è dimostrato anche dalla loro vincita del FM4 Award 2020. Attualmente i due musicisti di Bressanone stanno lavorando al loro secondo album in studio insieme al produttore di Wanda Paul Gallister e a Lukas Kofler. La pubblicazione del nuovo album è prevista per l’inizio del 2024. con Kerstin Jost, Jasmin Mairhofer, Tamara Semzov, Lukas Spisser, Paolo Tosin Musicisti Julian Angerer, Moritz Kolmbauer, Nora Pider Regia e adattamento teatrale Felix Hafner Komposition Julian Angerer, Nora Pider Scenografie & costumi Elisabeth Weiß Coreografia Vasna Aguilar