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“C’è un po' di Proust nella vita di ciascuno di noi, tra nostalgia del passato e la ricerca di nuove strade” esordisce Giovanni Frangi che, per questa personale, ha ripreso il titolo del romanzo di Marcel Proust “Du côtè de chez Swann”, trasformando il nome proprio del protagonista - Swann in Swan, ovvero il cigno – reale protagonista della mostra. Giovanni Frangi torna ad esporre presso la Galleria Antonella Cattani contemporary art, dopo la mostra Urpflanze del 2017, con un ciclo di opere concepite e create per l’occasione. Sulle tele di tessuto dal colore blu profondo sfilano, come in una sequenza filmica, i cigni dal piumaggio bianco candido, richiamandosi l’un l’altro per poi disegnare insieme una storia dalle variabili infinite. L’attenzione di Frangi va però oltre all’eleganza di questi uccelli acquatici che, da tempo immemore affascinano l’uomo continuando ad essere fonte di ispirazione, per concentrarsi invece sulla natura fluida dei loro movimenti. Catturare il senso del movimento attraverso la pittura può aprire a molteplici visioni ed è proprio in questa direzione che Frangi ha lavorato alla mostra con un occhio agli studi sul movimento del noto fotografo Eadweard Muybridge. Di storica importanza sono i suoi esperimenti (1878), che dimostravano come i segreti del movimento fossero rivelatori della natura e della bellezza di tanti soggetti, animali in particolare. Prima di Frangi, molti gli artisti da Edgar Degas a Francis Bacon che sono stati influenzati dalle teorie di Muybridge fino a correggere in un certo senso il proprio occhio. E’ infine la vita relazionale stessa dell’uomo, basata sul movimento inteso come lo strumento principale per l’interazione con ambiente e gli esseri viventi, ad interessare l’artista milanese. Nella mostra Du côtè de chez Swan ci muoviamo accanto ed assieme alle immagini dei cigni mentre ogni loro movimento si disegna prima nell’acqua per poi, in certi casi, uscire dallo spettro visivo della tela; è’ una narrazione visiva intesa a mettere in movimento altre sensazioni che possiamo scoprire e percepire proprio seguendo il percorso dei cigni. La presentazione in catalogo è firmata da Federico Tiezzi,il regista teatrale con il quale Frangi ha in più occasioni collaborato: nel 2022 ha dipinto i costumi per tre video tratti dalle Vite di Giorgio Vasari. Lo stesso Tiezzi all’inizio della sua carriera registica ha dedicato grande attenzione al movimento dei corpi, tenendo come riferimento le immagini di Eadweard Muybridge. Scrive Tiezzi: “Associo a torto o a ragione Giovanni Frangi al teatro: misura il tempo, nei suoi quadri, come avviene in teatro. E’ un teatro della pittura, il suo. E in questi swans in motion, risento quello stesso fascino insieme analitico e poetico che ho provato di fronte alle cronofotografie di Muybridge. Ma in queste figure dipinte che fermano e inchiodano un processo, l’analisi del pittore è sul linguaggio della percezione della realtà, di come la si possieda, anzi sul come non la si possieda, piuttosto che sulla scientifica rappresentazione di un fatto della natura: in questo étude sul tempo, Giovanni riflette sulla pittura, sul gesto del dipingere il tempo, dipingendo.”