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La famosa frase attribuita a Niccolò Machiavelli, è diventata l’emblema della filosofia utilitaristica sviluppatasi nell’Ottocento in Inghilterra, secondo la quale la morale deve fondarsi sul beneficio del maggior numero possibile di individui, al cui interno l’interesse e il bene del singolo diventano sacrificabili. Questo principio si contrappone radicalmente all’ideale kantiano, che sino a quel momento aveva proclamato “agisci in modo da trattare l’uomo sempre come un fine e mai come un mezzo”. Può esser considerato giusto porre il bene della maggioranza al di sopra di quello individuale? È possibile una conciliazione tra questi due principi al giorno d’oggi? Introduzione e moderazione di Camilla Stirati Entrata libera