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La scultura che rappresenta un uomo seduto, assorto nei suoi pensieri, ci introduce nella mostra Il pensiero sostenibile di Hermann Josef Runggaldier (1948, Ortisei). Per cogliere l’essenza dell’umanità e la fragilità della condizione umana l’artista spoglia le sue figure con l’intento di andare oltre la materia; si concentra sul linguaggio del corpo che di noi e a noi tutto può rivelare senza perdersi in sensazionalismi ma guadagnando invece in intensità. La tensione della muscolatura scolpita in modo definito ed eloquente come i tratti espressivi del volto ci coinvolgono nella meditazione di questo personaggio. Le figure scolpite a grandezza naturale, si alternano nell’esposizione a figure di piccola dimensione, sospese invece su un ideale palcoscenico della vita, una architettura in plexiglas. La relazione tra uomo e natura va in scena e trova poi il suo focus con le opere denominate “Rinascita”. Sono lavori questi con i quali Runggaldier esprime il suo fare artistico prendendo parte, per così dire, all’emergenza ambientale causata da un minuscolo insetto – il bostrico – che ha colpito vaste aree boschive dell’Alto Adige e non solo, causando il deperimento e la morte di migliaia di piante. La firma di questo coleottero, non a caso chiamato tipografo, è un disegno operato sul tronco degli alberi, degno di una rappresentazione artistica. La natura ci sorprende sempre anche quando uccide sembra affermare l’artista sudtirolese che, con il suo operato, ha inteso sovvertire l’ordine delle cose, riportando ciò che resta di alcuni alberi colpiti a nuova vita. Oggi sono sculture che nell’esposizione assumono le connotazioni di una installazione più che mai viva ed affascinante. I segni - disegni del bostrico si raccontano mediati dall’intervento dell’artista che intreccia così il suo lavoro con i principi chiave della sostenibilità sia in termini di materiali di recupero con cui vengono realizzate le opere, sia per la scelta dei temi che affrontano.