CULTURE

Castelrotto chiama, San Francisco risponde
Stefan, alias Subsurface, ha prodotto “Hypnotize” con lo statunitense T-Mass

09 Castelrotto chiama San Francisco risponde

Farsi notare nel grande mare della Rete con apporti originali tendenti al mainstream musicale imperante a livello globale è impresa oggi senza dubbio complicata, eppure sono ormai tanti gli artisti locali che non si sono lasciati intimidire nel tentare la perigliosa traversata dall’anonimato alla notorietà passando proprio per quelle acque.

Così anche Stefan da Castelrotto, in arte Subsurface, un nome che idealmente pare voler guardare al di sotto delle apparenze, chissà se quelle che hanno portato la sua terra ad affermarsi come vetrina di uno “Schlager” pangermanico di grande successo o quelle intrinseche dell’electro- pop contemporaneo, un tipo di musica forse indistinto alle orecchie del pubblico maturo ma che alle ultime generazioni suggerisce nel frattempo sottogeneri o comunque differenziazioni stilistiche importanti. Il mese scorso, in collaborazione con uno dei musicisti e produttori tra i più noti della scena trap della Bay Area come T-Mass, è stato pubblicato il brano “Hypnotize” cantato dalla songwriter olandese Amanda Collis, chiaro indizio delle ambizioni future del suo autore con cui scambiamo volentieri due parole.

Subsurface è un nome che annuncia profondità di pensiero o comunque impegno nel discostarsi dai cliché ma che al primo ascolto pare muoversi nell’ambito della dance elettronica anche non ballabile che da un ventennio si è affermata come carta da parati sonora degli shopping center, dei grandi eventi sportivi, dei bar e delle radio commerciali, degli spot di automobili: puoi spiegarci come ci siete arrivati e quanti siete?
Fino a giugno di quest’anno eravamo in due, ma dal 2024 proseguirò ufficialmente da solo: mi chiamo Stefan, sono produttore di musica e DJ da tanti anni. Quando abbiamo iniziato a fare i DJ, suonavamo solo la dubstep. A quei tempi era una scena completamente underground in Europa e soprattutto in Alto Adige e si suonava solo in club alternativi o ai festival. Nel corso degli anni, però, la musica elettronica si è affermata e si è mescolata con altri generi musicali, dando vita a nuovi generi. Artisti come Skrillex e DJ Snake hanno aperto la strada, mentre servizi di streaming come Soundcloud e Spotify hanno reso possibile raggiungere con questa musica un pubblico internazionale direttamente da casa. Soprattutto per quanto riguarda la produzione ci siamo evoluti costantemente e ora abbiamo raggiunto un punto in cui siamo ancora in un genere simile, ma che ha trovato molta più accettazione nei media commerciali e può essere adatto anche alle radio.

Fare Future bass di vecchia scuola sembra un ossimoro... Ci racconti passato, presente e futuro di questo filone musicale che parte negli anni Dieci del Duemila come spin-off del Wonky e del Dubstep per stare alla definizione delle enciclopedie?
Il Future Bass può essere visto come una combinazione di parti melodiche e ritmi pesanti di basso. All’inizio c’era il dubstep melodico, che si mescolava a ritmi di tipo hip hop. Artisti come i Chainsmokers e Flume hanno ottenuto l’attenzione internazionale con le loro produzioni a partire dal 2015. A questi è seguita un’ondata di artisti che hanno portato il genere nelle radio, tra cui Martin Garrix, Marshmello e DJ Snake. Tuttavia, le canzoni di questo genere sono riuscite ad affermarsi anche nei club e nei festival, grazie alla combinazione di voci radio-friendly e drop energici. A partire dal 2018, il clamore intorno a questo genere si è un po’ spento, ma il genere continuerà a esistere in varie forme nel mainstream.

Si pubblicano le canzoni sulle piattaforme o sui propri affacci in Rete, si viene recensiti dalle riviste, si viene invitati a esibirsi dal vivo: non si fanno più album?
L’industria musicale è cambiata molto a causa di Internet. La soglia di attenzione degli ascoltatori si è notevolmente accorciata e i servizi di streaming riducono il numero di CD e dischi acquistati. Questi e altri fattori stanno riducendo la richiesta e il successo degli album. Con lo streaming-on-demand, posso scegliere quali canzoni ascoltare in qualsiasi momento, e gli artisti possono anche pubblicare nuove canzoni in qualsiasi momento senza doversi rinchiudere in uno studio per 1-2 anni onde lavorare a un album. Ci sono pro e contra in tutto questo. Come DJ sono sempre in giro per i club e i festival, e durante la settimana di solito lavoro su nuova musica. Durante gli show posso sempre testare se una canzone è apprezzata o meno dal pubblico. I festival sono i miei preferiti per l’atmosfera che si respira, ma adoro anche suonare nei club.

Diventerete presto famosi nella Bay Area?
No (ride ndr…), purtroppo non è così semplice. Abbiamo incontrato T-Mass qualche anno fa al Love Electro! Festival a Fortezza. Da quel momento siamo rimasti in contatto e ci siamo scambiati opinioni sulla nuova musica. Quest’estate gli ho inviato una vecchia idea e lui ha iniziato a lavorarci. Nel giro di pochi giorni è nata la collaborazione “Hypnotize”. T-Mass vive a San Francisco e ha già lavorato con artisti molto importanti. Tra l’altro, ha pubblicato un remix ufficiale di “Closer” dei Chainsmokers.

[Daniele Barina]

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