IL PAESE DI DOPODOMANI  - Pubblicato da ar/ge kunst

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Informazioni evento

Inaugurazione 21 novembre 2025, ore 19:00
Performance di danza di Susanna Recchia per Okwui Enwezor
ore 20:00


Gruppo di lavoro (Arbeitsgemeinschaft) a cura di Francesca Recchia (1975, Avezzano, Italia) con Emma Snædis Recchia (2020, Morges, Svizzera)

Con opere di Stefano Graziani (1971, Bologna, Italia), Lorenzo Tugnoli (1979, Lugo, Italia), Aziz Hazara (1992, Wardak, Afghanistan)

Conversazione video: Francesca Recchia, con registrazioni di Sandi Hilal (1973, Beit Sahour, Palestina) e Alessandro Petti (1973, Pescara, Italia), [fondatori di Decolonising Architecture Art Research, 2007]; Ram Bhat (1981, Nuova Delhi, India), Ekta Mittal (1978, India), [fondatori di Maara, 2008]; Sanjay Kak (1958, Pune, India); Amanullah Mojadidi (1971, Jacksonville, USA); Jayaraj Sundaresan (1972, Thrissur, India)

Pietre e conchiglie dipinte: Emma Snædis Recchia (2020, Morges, Svizzera)
Libro tattile: Norwegian Afghanistan Committee (2025, Kabul)
Adesivi: Anonymous Witness (Afghanistan)

Il programma di Ar/Ge Kunst è curato da Zasha Colah e Francesca Verga.

Il paese di dopodomani è una mostra che esplora la possibilità di immaginare futuri non immediati, a fianco a chi ne sarà protagonista. Nella visione curatoriale di Francesca Recchia, la mostra diventa un terreno di relazioni, una pratica politica e umana di lungo respiro, un intreccio di affetti e responsabilità che si sviluppano nel tempo, come una trama che cresce silenziosamente ma con costanza. Il titolo è stato scritto da Recchia insieme a sua nipote, Emma Snædis Recchia, quattro anni, che ha co-curato la mostra, e allude a un tempo altro, né il presente né un futuro utopico ma l’intervallo del “dopodomani”: un orizzonte in cui la responsabilità verso gli altri si coltiva come un seme sottoterra, invisibile ma vitale.

Contatti :

Il prossimo evento si terrà tra :

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Date e orari evento :

L'evento si tiene dal 22 Nov 2025 al 14 Feb 2026
  • Ven 05 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 06 Dicembre, 202510:00-13:00 |
  • Mar 09 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 10 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 11 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 12 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 13 Dicembre, 202510:00-13:00 |
  • Mar 16 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 17 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 18 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 19 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 20 Dicembre, 202510:00-13:00 |
  • Mar 23 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 24 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 25 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 26 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 27 Dicembre, 202510:00-13:00 |
  • Mar 30 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 31 Dicembre, 202510:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 01 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 02 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 03 Gennaio, 202610:00-13:00 |
  • Mar 06 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 07 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 08 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 09 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 10 Gennaio, 202610:00-13:00 |
  • Mar 13 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 14 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 15 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 16 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 17 Gennaio, 202610:00-13:00 |
  • Mar 20 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 21 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 22 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 23 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 24 Gennaio, 202610:00-13:00 |
  • Mar 27 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 28 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 29 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 30 Gennaio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 31 Gennaio, 202610:00-13:00 |
  • Mar 03 Febbraio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 04 Febbraio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 05 Febbraio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 06 Febbraio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 07 Febbraio, 202610:00-13:00 |
  • Mar 10 Febbraio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Mer 11 Febbraio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Gio 12 Febbraio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Ven 13 Febbraio, 202610:00-13:00 | 15:00 - 19:00
  • Sab 14 Febbraio, 202610:00-13:00 |

Note sugli orari :

Orario di apertura:
Martedi - Venerdi 10-13 15-19
Sabato 10-13


Dienstag - Freitag 10-13 15-19
Samstag 10-13

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    La fotografia di Chiara Bettazzi esiste in una dimensione di prossimità con i linguaggi della scultura e dell’installazione, con cui condivide lo stesso vocabolario di oggetti del quotidiano che danno forma ai suoi soggetti. Nata come strumento di osservazione e controllo del processo installativo, essa acquisisce in seguito una sua autonomia, misurandosi in primis con il registro della natura morta. Le sue sono composizioni oggettuali, costruite inizialmente sul piano orizzontale come vanitas o assemblage di memoria surrealista, e poi debordate fuori dal tavolo, trovando altri piani di appoggio in materiali trovati nello studio – scalei, paraventi, strutture provvisorie – che definiscono traiettorie precarie attorno a cui l’agglomerato oggettuale assume nuove sembianze scultoree. 
Lo scatto fotografico coglie incontri effimeri tra oggetti in uno stato di transitorietà, destinati poi a ritornare nell’anonimato del quotidiano. È una dimensione performativa della fotografia, soprattutto quando l’artista ci mostra anche i gesti del disporre gli oggetti, le cadute accidentali: sulla soglia tra composizione e scomposizione, scena e retroscena, dove l’immagine riattiva continuamente il processo, restituendo all’oggetto la possibilità di una nuova forma, in costante trasformazione. Retroscena accosta una serie di fotografie recenti in cui ricorre l’elemento dello scaleo – emblema del processo di costruzione della scena – a una nuova installazione da cui la mostra prende il titolo: un intervento site-specific realizzato con i materiali di backstage provenienti dai magazzini di Foto Forum, resti di precedenti allestimenti. L’installazione si sviluppa in senso longitudinale, tagliando a metà lo spazio espositivo con una superficie architettonica fatta di aperture e stratificazioni, che diventano le tracce materiali di un tempo sedimentato. 
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 Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui: La Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea di Roma, Casa Masaccio Centro per L’arte contemporanea, La Collezione Farnesina, Il Museo di Santa Maria della Scala, Castello di Ama e Villa Rospigliosi.
 Tra le principali mostre ricordiamo: BIENALSUR, Museo di Roma a Palazzo Braschi (2025); Panneggi, Lottozero, Prato (2025); Colorescenze, Centro Pecci, Prato (2024); Recap, Z2o Project, Roma (2024); TheTilt of Time, IED, Firenze (2023); Reverse, Tenuta Dello Scompiglio, Lucca (2023); Standby. Installation View, Museo Galileo e Murate Art District, Firenze (2023); Soggiorno, Villa Rospigliosi, Prato (2023); Rampa di Lancio, Peccioli, (2021), Surplace, Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2022), A tutti gli effetti, Villa Romana, Firenze, (2020), Cabinet, progetto per Castello di Ama, Gaiole in Chianti, Siena (2019), Il Mondoinfine: vivere tra le rovine, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2018).
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L’esempio più significativo è la sua emblematica Fur Room (1970/2020), una ricostruzione della quale sarà accessibile in mostra. Una selezione di questi straordinari lavori è esposta in mostra insieme a documentazione d’archivio delle sue performance, che illustrano l’intento dell’artista di creare nuovi spazi di solidarietà per l’azione collettiva. Molte di queste opere partecipative, immersive e performative – come il fondamentale Red Coat (1969) – nascono dall’idea utopica dell’artista di generare un corpo collettivo, una “stessa pelle per tutte e tutti” – indipendentemente dalla classe sociale, dall’etnia, dal genere o da altri fattori troppo spesso alla base dell’esclusione sociale. La mostra mette inoltre in risalto la diversità della pratica artistica dell’artista, che spazia dai disegni ai romanzi grafici, dai collage ai film sperimentali. Alcune delle sue opere sono dedicate a figure influenti, tra cui l’attivista per i diritti civili Abbie Hoffman e altre voci fuori dal coro, come si nota nella serie Femmes Fatales (2006), collage su lenzuola che commemorano nove celebri donne la cui vita è stata tragicamente interrotta, tra cui Frida Kahlo, Marilyn Monroe e Billie Holiday. La retrospettiva riunisce oltre ottanta opere realizzate nell’arco di cinque decenni, all’interno di uno spazio espositivo progettato dallo Studio Manuel Raeder. Seguendo l’approccio giocoso e spaziale di Nicola L., la scenografia offre uno sguardo vivace sui luoghi dei suoi interventi: dalla dimensione domestica ai contesti urbani internazionali. Come parte della nuova linea di ricerca di Museion intitolata THE SOFTEST HARD, la mostra esplora l’arte come pratica urbana e sociale di resistenza non violenta. In un presente segnato da guerre, violenze diffuse e democrazie minacciate, la forza urgente delle forme di protesta morbide di Nicola L. si rivela nella sua opposizione radicale, lontana da una visione egocentrica del mondo, e nel suo ottimismo contagioso, sempre orientato alla ricerca di amore e connessione. Pubblicazione: La mostra è accompagnata da una monografia illustrata che raccoglie nuovi saggi critici e testi dedicati ai principali nuclei dell’opera dell’artista, pubblicata da Lenz Press, Milano, in collaborazione con le quattro istituzioni partner. Nicola L. Nata da genitori francesi a El Jadida, in Marocco, nel 1932, Nicola L. ha studiato presso l’École des Beaux-Arts e ha vissuto principalmente tra Parigi, Bruxelles, Ibiza e New York, fino alla sua morte a Los Angeles nel 2018. Negli ultimi anni, il suo lavoro è stato riscoperto attraverso una mostra personale al SculptureCenter di New York (2017) e incluso in importanti mostre collettive come Elles, Centre Pompidou, Parigi (2009); Liverpool Biennial (2014); The World Goes Pop, Tate Modern, Londra (2015); Made in L.A. 2020: A Version, Hammer Museum, Los Angeles; She-Bam Pow Pop Wizz! The Amazons of Pop, MAMAC, Nizza (2021); Future Bodies From a Recent Past – Sculpture, Technology, and the Body since the 1950s, Museum Brandhorst, Monaco di Baviera (2022); e HOPE (2023) a Museion. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche, tra cui Centre Pompidou, Parigi; Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum, New York; Design Museum Brussels; Frac Bretagne, Rennes; Gallery of Modern Art, Glasgow; MHKA, Anversa; MAMCO, Ginevra; e Museion, tra le altre istituzioni.

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