Avi Avital, artista innovativo e primo mandolinista nominato per un Grammy Award per la musica classica, è stato paragonato ad Andres Segovia per l’abilità con lo strumento e a Jascha Heifitz per il proprio incredibile virtuosismo. Appassionato ed "esplosivamente carismatico" (New York Times) nelle sue esibizioni dal vivo, Avi Avital rappresenta una forza trainante nell’opera di dare nuovo impulso al repertorio per mandolino. Per più di due decenni Avi Avital ha rimodellato la storia e il futuro del suo strumento, suonandolo nelle sale più prestigiose di tutto il mondo ed ampliando il repertorio mandolinistico non solo con trascrizioni di vari brani ma commissionando oltre cento opere per mandolino, inclusi i Concerti per mandolino e orchestra di Jennifer Higdon, Anna Clyne, Avner Dorman e Giovanni Sollima. Anche in questo concerto l’Accademia d’archi e Avi Avital presenteranno due dei suoi arrangiamenti: il Concerto in re minore BWV 1052 di J.S. Bach e le Danze popolari Rumene di Béla Bartók. Il programma sarà completato da opere di Manuel De Falla, Gil Aldema, Sulkhan Tsintsadze e i concerti per mandolino di Antonio Vivaldi e Emanuele Barbella. Ingresso libero!

Nell'ambito del programma “Mozart a Palazzo Vescovile”, il quartetto Armida, che ha stabi-lito nuovi standard nell'interpretazione di Mozart grazie al grande successo delle registrazi-oni su disco dei quartetti per archi di Mozart, si esibirà nella Kaisersaal. Oltre a due quartetti di Mozart, i musicisti eseguiranno Quartetto n. 2 (2019) del compositore serbo Marco Niko-dijevic con il quale Armida ha varie collaborazioni in corso. La composizione di Nikodijevic è influenzata dalla techno e dall'elettronica, ma anche da Mozart stesso.

L'esecuzione della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven presso il duomo di Bressanone con solisti di quattro diverse nazionalità, l’orchestra Bundesjugendorchester e il Coro Giovanile Mondiale sotto la direzione di Jörn Hinnerk Andresen rappresenterà un momento culminante. Il famoso finale della sinfonia di Beethoven con l”Inno alla gioia" di Schiller è patrimonio mondiale dell'UNESCO in quanto simbolo di cultura e umanità. Questo finale, che inizia con il famoso verso "Freude schöner Götterfunken”, rappresenta inoltre l’inno europeo ed è un leitmotiv dedicato alla fratellanza tra gli uomini e la pace internazionale.