Oltre 130 spettacoli con più di 65.000 spettatori – questa è la storia trentennale di Symphonic Winds, orchestra straordinaria composta da circa 50 musicisti. Symphonic Winds, sotto la direzione artistica di Alexander Veit, si esibisce quest'anno insieme con Christoph Moscherger, virtuoso trombettista, a Dobbiaco (Euregio Kulturzentrum), Bolzano (Auditorium) e Merano (Kursaal). Altri solisti che fanno parte ai Symphonic Winds saranno Manfred Sinn, Sabino Monterisi, Daniel Vieider e Ivan Marini (Sassofoni) Tecnica brillante, leggerezza naturale, bravura musicale: Christoph Moschberger, uno dei migliori Solisti del mondo, arriva il 22, 23 e 26 dicembre in Alto Adige. Ci sono trombettisti virtuosi che saltano attraverso i registri con una lingua veloce, dita agili, precisione e assoluta sicurezza. Ma c'è anche chi tocca le persone con il loro suono e canta, invece di suonare il proprio strumento. Ci sono anche gli specialisti degli acuti, i cui suoni colpiscono come un fulmine luminoso, e ovviamente i creativi che creano una piccola composizione con ogni ritornello improvvisato. E poi c'è Christoph Moschberger, che non è bravissimo solo in una cosa, ma in molte discipline. Musicalmente è anche versatile come un dado: qualunque cosa sia richiesta - essendo uno dei pochi multistilisti, il trombettista tedesco si muove su ogni terreno con il passo sicuro di un nativo. Perché? Anche a casa Moschberger è sempre stato semplicemente "il musicista", cioè senza confini di genere: come tanti professionisti dell’ottone in Germania, Moschberger è cresciuto in una banda di ottoni, ma per lui c'era sempre qualcosa di diverso e di nuovo. Da adolescente ha studiato prima brani di bravura, poi è andato a Colonia per studiare tromba jazz. Durante questo periodo ha suonato in quasi tutte le big band radiofoniche tedesche, ma si è cimentato anche nella musica popolare. Christoph Moschberger ha lavorato con molti grandi del jazz internazionale ed è apparso sul palco o davanti alla telecamera con quasi tutti i famosi artisti pop di lingua tedesca. L'elenco delle sue collaborazioni sembra quasi infinito. Tuttavia, non ha dimenticato le sue radici e oggi si esibisce nuovamente in concerti di ottoni, sempre in sale esaurite. E piccolo aneddoto, i suoi abiti da lavoro spaziano dallo smoking ai costumi tradizionali. Christoph Moschberger, classe 1985, è un ottimo esempio di versatilità applicata. Non rientra in schemi, ma riesce a formare una propria identità artistica a partire dagli equilibri musicali senza mai apparire casuale. Questo lo rende uno dei trombettisti solisti più geniali della sua generazione. Nel 2019 è uscito il suo primo album solista “Home” in collaborazione con la banda di ottoni austriaca “Da Blechhaufn”. Il suo secondo album da solista, che ha registrato con la WDR Funkhausorchester di Colonia, uscirà nel 2024. Oltre alle sue regolari apparizioni come solista, Christoph Moschberger è membro permanente dell'ensemble di “Federspiel” e “DKEB – il piccolo cast di Egerländer”. È anche in tournée con il “Blasmusik Supergroup” di Thomas Gansch e con la band di Gregor Meyle.

Immaginatevi una jam session tra Duke Ellington e Prince, o i Beatles con Django Reinhardt alla chitarra: (è) è un buono punto di partenza per immaginarvi Sugar Pie. Fin dall'inizio, il loro marchio di fabbrica è stato quello di racchiudere i classici del rock e del pop in uno stile retrò che ricorda il jazz Manouche, l'epoca dello swing e il primo rock'n'roll - virtuoso, ma anche pieno di umorismo. Fin da subito Sugar Pie and the Candymen scrivono anche brani originali e si sono esibiti nei festival più prestigiosi d'Europa e sulla TV nazionale. Lara Ferrari - Voice, Kazoo Jacopo Delfini - Guitar Manouche, Voice Renato Podesta - Guitar, Voice Roberto Lupo - Drums Jacopo Sgarzi - Doublebass

TROVEREMO potrebbe essere un acronimo, un dubbio, un imperativo categorico. Come altri linguaggi espressivi, la MUSICA ci può portare a spasso nel tempo, nei luoghi geografici e nelle emozioni. Partiamo allora per questo Viaggio Fantastico, prendendo spunto da quello epico degli Argonauti. Non sta a noi dare un significato preciso al Vello d’Oro. È certo che la musica abbia un grande potere sull’animo umano, anche curativo. I due strumenti deputati alla trasmissione del suono non sono altro che due frammenti di legno della nave Argo. Le sonorità, prettamente acustiche e farcite, in modo assolutamente discreto qua e là dall’elettronica, dipingeranno i quadri delle tappe di questo Viaggio. Gianluigi Trovesi - Clarinetto Marco Remondini - Violoncello Ingresso libero, posti limitati