Luca Bettella, voce e piano
Vittorio Conte, chitarra e voce
Rudy Zilio, sax, clarinetto, chitarra acustica
Aligi Pasqualetto, tastiere
Emanuele "Meme" Giordani, batteria e percussioni
Lorenzo di Prima, basso
Preparati a uno spettacolo straordinario con "Caro Lucio". Questo concerto celebra l'arte e l'eredità del leggendario cantautore italiano Lucio Dalla, portandoti direttamente nel cuore delle sue melodie indimenticabili. Lasciati emozionare dai brani iconici come "Caruso", "L'anno che verrà", "Anna e Marco" e tanti altri, eseguiti con arrangiamenti dal vivo fedeli ai grandi concerti di Dalla. Con una voce incredibilmente simile all'originale e interpretazioni potenti, questo tributo ti farà rivivere la magia dei concerti di Lucio Dalla. Non perdere l'occasione di assistere a un evento che onora uno dei più grandi artisti della musica italiana. Prenota i tuoi biglietti ora e vivi un'esperienza indimenticabile!
Sito: carolucio.it
Con la Sinfonia in fa maggiore, Johannes Brahms si emancipa definitivamente dal “gigante” Beethoven. In occasione della prima esecuzione a Vienna, non mancano da parte dei seguaci di Wagner fischi di protesta contro questa “musica assoluta”, costruita con una precisione minuziosa e la densità della musica da camera. L’opera scritta nell'estate del 1883 raccoglierà comunque il successo del pubblico. Clara Schumann ha la sensazione di sentire nei primi due movimenti un “misterioso incanto della vita nel bosco”, e perfino Eduard Hanslich, il più aspro critico del tempo – che aveva contrapposto il presunto “tradizionalista” Brahms alla “scuola neotedesca” attorno a Wagner e Liszt in una disputa musicale consumatasi in pubblico – sottolinea la trasparenza di questa musica. Anche Antonìn Dvořák ne è entusiasta. “Dico, e non esagero, che quest’opera supera le sue due prime sinfonie; magari non per grandezza e concentrazione, ma di sicuro per bellezza! Crea un’atmosfera che non si trova spesso in Brahms! Che melodie splendide vi si trovano! È tutto amore, e ti si scalda il cuore”, scrive al suo editore Fritz Simrock. Nel gennaio 1893, Dvořák inizia ad abbozzare a New York la sua sinfonia “Dal nuovo mondo”. “Chi ha ‘fiuto’ non può non riconoscervi l’influsso delle Americhe”, constaterà più tardi. Ma cosa c’è qui di “americano”? I “negro-spirituals”, che il suo allievo di composizione Harry Thacker Burleigh gli canta, hanno influenzato la composizione tanto quanto il Wild West Show di Buffalo Bill, a cui Dvořák assiste, o l’adattamento in chiave poetica del mito indiano di “Hiawatha” da parte di Henry Longfellow. Eppure, nella musica ci sono molti elementi europei quali la vicinanza alle danze popolari boeme o il lavoro motivico-tematico. Come che sia: la Nona Sinfonia viene eseguita per la prima volta nel dicembre 1893 alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di Anton Seidl, amico di Dvořák. Il pubblico celebra l’opera come prototipo di una nuova musica “americana”.
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