Linguaggi in traduzione - Pubblicato da Associazione culturale lasecondaluna

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Informazioni evento

09.11.2024 - 07.12.2024 - Inaugurazione: 08.11.24, ore 18:30
Lanserhaus | via Johann Georg Plazer 24, San Michele (Appiano) BZ
Una mostra di Irma Blank (1934 – 2023), Giulio Boccardi, Valentina Cavion, Hannes Egger, Mirijam Heiler, Samira Mosca, Isabella Nardon, Jacopo Noera, Simon Perathoner e Nadia Tamanini
A cura di Nicolò Faccenda

La mostra "Linguaggi in traduzione" si sviluppa a partire dai concetti di “confine” – tema biennale delle stagioni di mostre 2023 e 2024 de lasecondaluna – e “traduzione”, entrambi elementi integrali dell’esperienza quotidiana delle abitanti e degli abitanti dell’Alto Adige.
Tenendo ben presente questa specificità contestuale, l’esposizione collettiva intreccia il lavoro di dieci artiste e artisti che, attraverso diverse strategie di traduzione tra codici differenti e l’utilizzo di vari media artistici, indagano i processi di codificazione e decodificazione che sottostanno ai linguaggi dell’arte.

Inaugurazione venerdì 8 novembre alle ore 18:30.
“Linguaggi in traduzione”, ultima mostra della stagione espositiva 2024, rimarrà aperta fino a sabato 7 dicembre, dal martedì al sabato dalle ore 16:00 alle 19:00. Il venerdì e il sabato rimarrà aperta anche di mattina dalle ore 10:00 alle 12:00.
Mostra e inaugurazione a ingresso libero.

Un progetto lasecondaluna in collaborazione con Consulta Culturale Appiano.

Contatti :

Il prossimo evento si terrà tra :

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Date e orari evento :

L'evento si tiene dal 09 Nov 2024 al 07 Dic 2024
  • Gio 14 Novembre, 202416:00-19:00 |
  • Ven 15 Novembre, 202410:00-12:00 | 16:00 - 19:00
  • Sab 16 Novembre, 202410:00-12:00 | 16:00 - 19:00
  • Mar 19 Novembre, 202416:00-19:00 |
  • Mer 20 Novembre, 202416:00-19:00 |
  • Gio 21 Novembre, 202416:00-19:00 |
  • Ven 22 Novembre, 202410:00-12:00 | 16:00 - 19:00
  • Sab 23 Novembre, 202410:00-12:00 | 16:00 - 19:00
  • Mar 26 Novembre, 202416:00-19:00 |
  • Mer 27 Novembre, 202416:00-19:00 |
  • Gio 28 Novembre, 202416:00-19:00 |
  • Ven 29 Novembre, 202410:00-12:00 | 16:00 - 19:00
  • Sab 30 Novembre, 202410:00-12:00 | 16:00 - 19:00
  • Mar 03 Dicembre, 202416:00-19:00 |
  • Mer 04 Dicembre, 202416:00-19:00 |
  • Gio 05 Dicembre, 202416:00-19:00 |
  • Ven 06 Dicembre, 202410:00-12:00 | 16:00 - 19:00
  • Sab 07 Dicembre, 202410:00-12:00 | 16:00 - 19:00

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    Siamo lieti di invitarvi alla mostra PERIPHERICA che si terrà allo Spazio Espositivo di via Pietralba 29 a Laives dal 5 Novembre al 23 Novembre 2024. "PERIPHERICA" è un'iniziativa promossa da Andreas Bertagnoll (Centro giovanile e culturale Fly,Laives) e curata grazie alla collaborazione con Peter Holzknecht (Centro giovanile e culturale Bunker, Aslago) e Francesca Cantele (Hospiz, S.P.E.C.K. Kollektiv) che vuole esplorare attraverso l'arte le zone di periferia percepite come abbandonate ma in realtà ricche di culture diverse, luoghi mistici, affascinanti architetture industriali brutaliste e altri misteri. Nove artisti si sono lasciati ispirare da questi luoghi partendo da Aslago passando per San Giacomo e Pineta fino a Laives e Bronzolo. Grazie a questa esposizione potrete apprezzarne i pensieri raccolti ed esposti sotto forma di pittura, stampa, fotografia, suono e visione. Flyer: Moritz Brunner ARTISTI: - Moritz Brunner (Serigrafia/Pittura di paesaggio) - Francesca [FCANTSS] Cantele /Sir Gulliver (Installazione video interattiva) - Silvestro Geier (Pittura) - Peter|||KOMPRIPIOTR||Holzknecht (Viaggio audio interattivo) - Sophie Morelli (Fotografia) - Max Silbernagl/Andreas Bertagnoll (Letteratura/Fotografia) - Jörg Zemmler (Installazione letteraria)
  • L'evento si tiene dal 28 Set 2024 al 02 Mar 2025
    Con il titolo AMONG THE INVISIBLE JOINS, Museion presenta oltre 150 opere di più di 80 artiste e artisti provenienti da una delle più visionarie e significative collezioni private di arte contemporanea internazionale in Italia: la Collezione Enea Righi. Grazie a un rapporto di fiducia duraturo, questa collezione ha plasmato per oltre un decennio la ricerca museale su pratiche artistiche transdisciplinari, poetiche e socio-politiche. La mostra presenta un’ampia gamma di opere d’arte, progetti architettonici e libri d’artista di rinomati artisti e artiste internazionali come Massimo Bartolini, Alighiero Boetti, Anna Boghiguian, Trisha Donnelly, Theaster Gates, Nan Goldin, Marisa Merz, Walid Raad, Sturtevant, Superstudio, Franz Erhard Walther, Lawrence Weiner, Akram Zaatari e molti altri. L’eccezionalità della mostra è sottolineata inoltre dall’occupazione dell’intero edificio e dalla prima esposizione di alcune recenti acquisizioni della Collezione Enea Righi, tra cui opere di Sonia Boyce, Roni Horn e Ser Serpas. Al centro delle opere della Collezione Enea Righi si trova l’essere umano, con le sue verità nascoste ed emozioni, nella sua intimità e relazione con l’altro, nella percezione di sé e la sua percezione dall’esterno. Il titolo AMONG THE INVISIBLE JOINS, letteralmente “tra le giunzioni invisibili”, è preso in prestito da uno scritto di Virginia Woolf, in cui la vita umana si dispiega a testimonianza della sua stessa fluidità, ricca di potenziale e incertezze. I suoi personaggi si muovono delicatamente tra la presenza e l’assenza incombente, alle prese con il ricordo di eventi e conflitti che si rivelano sfuggenti alla piena comprensione. Il titolo allude quindi ai confini che separano ricordo e dimenticanza, all’atto ricorrente di aprire e chiudere porte nel divenire umano. Allo stesso modo, la mostra traccia intime connessioni tra la vita stessa e le storie che raccontiamo, tra ciò che è stato e ciò che rimane fisicamente percepibile. Evidenzia soprattutto la comprensione da parte dei due collezionisti del potere trasformativo dell’arte, fornendo profonde intuizioni sulla fluidità della vita. Le opere selezionate per AMONG THE INVISIBLE JOINS incoraggiano spettatori e spettatrici a riflettere sugli spazi di transizione dell’esistenza contemporanea, dove le tensioni socio-politiche si intrecciano con l’espressione artistica. Nel corso della loro pratica artistica, o talvolta attivista, artiste come Lisetta Carmi, Nan Goldin e Zoe Leonard hanno inteso l’identità come qualcosa di fluido e i corpi come sistemi aperti in costante scambio con l’ambiente circostante. Le opere di Giulia Cenci, Jef Geys, Roman Ondak, Tarik Kiswanson e Bronwyn Katz sono solo alcuni esempi di come porte, cornici e finestre ricorrano come potenti motivi nella mostra, che inquadrano il corpo umano e contemporaneamente segnano transizioni e soglie. Oggetti provenienti dalla vita quotidiana, dall’architettura urbana e dall’arredamento pubblico – come nelle sculture di Alex Ayed o nelle installazioni di Michael E. Smith e Massimo Bartolini – sono ricollocati e reinquadrati dalle e dagli artisti per comporre nuove narrazioni e tessere connessioni inaspettate tra geografie e memorie. Curata dal direttore di Museion Bart van der Heide, Frida Carazzato, Brita Köhler e Leonie Radine, in collaborazione con il collezionista Lorenzo Paini, la mostra presenta un numero significativo di opere della Collezione Enea Righi. Nel corso degli anni, la Collezione non solo ha seguito da vicino l’evoluzione artistica di rinomate posizioni concettuali, ma ha anche abbracciato e sostenuto una giovane generazione di artiste e artisti. Una sua caratteristica distintiva è stata, inoltre, l’affinità con opere d’arte di grandi dimensioni. Il design architettonico, concepito dal collettivo Campomarzio di Trento, stimola visitatrici e visitatori a stabilire una relazione intima con le opere, a intraprendere un viaggio sensoriale sulla soglia tra interno ed esterno, tra il sé e l’altro, tra le esperienze vissute e la loro rappresentazione. La mostra sarà accompagnata da un catalogo, pubblicato dalla Collezione Enea Righi e da Museion e curato da Lorenzo Paini e Bart van der Heide. Lista completa artiste e artisti: Lawrence Abu Hamdan (1985); Alex Ayed (1989); Nairy Baghramian (1971); Noah Barker (1991); Yto Barrada (1971); Robert Barry (1936); Massimo Bartolini (1962); Lothar Baumgarten (1944 – 2018); Neil Beloufa (1985); Riccardo Benassi (1982); Alighiero Boetti (1940 – 1994); Anna Boghiguian (1946); Sonia Boyce (1962); Stanley Brouwn (1935 – 2017); Daniel Buren (1938); Tom Burr (1963); Lisetta Carmi (1924 – 2022); Giulia Cenci (1988); June Crespo (1982); Michael Dean (1977); Berlinde De Bruyckere (1964); Gino De Dominicis (1947 – 1998); Jason Dodge (1969); Trisha Donnelly (1974); Hans-Peter Feldmann (1941 – 2023); Ryan Gander (1976); Dora García (1965); Theaster Gates (1973); Jef Geys (1934 – 2018); Luigi Ghirri (1943 – 1992); Nan Goldin (1953); Adam Gordon (1986); Dan Graham (1942 – 2022); Shilpa Gupta (1976); Hans Haacke (1936); Sidsel Meineche Hansen (1981); Florence Henri (1893 – 1982); Thomas Hirschhorn (1957); Roni Horn (1955); David Horvitz (1982); Dorothy Iannone (1933 – 2022); Yu Ji (1985); Bronwyn Katz (1993); On Kawara (1932 – 2014); Atiéna R. Kilfa (1990); Tarik Kiswanson (1986); Joseph Kosuth (1945); Louise Lawler (1947); Jochen Lempert (1958); Zoe Leonard (1961); Ana Lupaş (1940); Eric N. Mack (1987); Anna Maria Maiolino (1942); Enzo Mari (1932 – 2020); Robert Mapplethorpe (1946 – 1989); Gordon Matta-Clark (1943 – 1978); Ana Mendieta (1948 – 1985); Marisa Merz (1926 – 2019); Giorgio Morandi (1890 – 1964); Deimantas Narkevičius (1964); Shahryar Nashat (1975); Henrik Olesen (1967); Roman Ondak (1966); Philippe Parreno (1964); Walid Raad (1967); Martha Rosler (1943); Tomás Saraceno (1973); Ser Serpas (1995); Michael E. Smith (1977); Ettore Spalletti (1940 – 2019); Cally Spooner (1983); Sturtevant (1924 – 2014); Superstudio (1966 – 1986); Pascale Marthine Tayou (1967); Francisco Tropa (1968); Cy Twombly (1928 – 2011); Francesco Vezzoli (1971); Franz Erhard Walther (1939); Clemens Von Wedemeyer (1974); Lawrence Weiner (1942 – 2021); Dominique White (1993); Akram Zaatari (1966) Curata da Bart van der Heide, Frida Carazzato, Brita Köhler e Leonie Radine, in collaborazione con il collezionista Lorenzo Paini.
  • L'evento si tiene dal 20 Nov 2024 al 21 Dic 2024
    Le guerre di oggi sono guerre di immagini. Immagini di tattiche militari, crimini di guerra e distruzione riempiono quotidianamente le nostre vite, ma sono più di semplici notizie poiché competono in un campo di battaglia informativo. Le immagini violente hanno sempre alimentato i media, tuttavia, con le notizie 24/7 e i social media, il pubblico globale è costantemente esposto a immagini di conflitti. Le informazioni vengono commercializzate e il montaggio delle riprese ricorda i film d’azione in cui le normali scene di vita vengono tagliate per mantenere alta l’attenzione degli spettatori. In un corpus di opere realizzate nell’ultimo decennio, Mykola Ridnyi esplora come discutere di violenza senza perpetuarla, ricorrendo all’utilizzo di metafore sulla cecità per evidenziare la disumanizzazione della società di fronte a notizie sensazionalistiche e alle sfide della guerra. Dal 2014, l’artista si occupa della guerra russa contro l’Ucraina, delle sue trasformazioni e della percezione globale ad essa relativa: dal conflitto ibrido all’invasione su vasta scala.

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