Museo contadino di Foiana
Il museo espone una grande varietà di attrezzi agricoli e di uso quotidiano che testimoniano la vita contadina dell’età preindustriale.
Il museo espone una grande varietà di attrezzi agricoli e di uso quotidiano che testimoniano la vita contadina dell’età preindustriale.
Nell’antica casa colonica, risalente a 500 anni fa, una ricca collezione di macchinari, attrezzi e oggetti d’uso quotidiano e di devozione documenta la vita della civiltà contadina.
Il Museo degli elmi dei pompieri espone circa 700 elmi da tutto il mondo e di diverse epoche (tra essi anche elmi francesi in metallo con pennacchio), scuri, sciabole e uniformi rare.
Edificato nel XII e ampliato nei sec. XIV e XV, il castello è caratterizzato da interventi architettonici rinascimentali. Il percorso offre anche l‘opportunità di ammirare un‘ottantina di plastici di castelli sudtirolesi realizzati da Ludwig Mitterdorfer (1885–1963).
Sito al secondo piano della Residenza Lächler, sopra l'associazione turistica, il museo intende essere un centro di ricerca, documentazione e informazione sul costume tradizionale ("Tracht") di Castelrotto e sulla sua storia. Espone costumi tradizionali del XVIII, XIX e XX sec. e parti di essi nonché una ricca raccolta di immagini storiche. Ospita mostre temporanee, organizza visite guidate, conferenze e corsi e collabora con associazioni del settore.
Il museo mostra la storia dell’intaglio e del presepe natalizio in Valle Aurina, esponendo presepi popolari tirolesi, orientali e moderni.
Il museo allestito in Casa Wassermann documenta la storia del turismo in Alta Pusteria, con riferimenti agli albori del turismo (antichi alberghi e osterie, bagni termali), alla ferrovia della Pusteria e alle origini dell’alpinismo nella regione. Integrano il programma mostre temporanee.
In questo museo privato della famiglia Schmid, attrezzi e utensili illustrano lo sviluppo della viticoltura e della lavorazione del vino, della lotta antiparassitaria e dell’agricoltura nel Burgraviato, nonché la tradizione della produzione dello speck.
Sulla scorta di varie attrezzature per la produzione del miele, il museo sito presso il Maso Plattner illustra la storia e lo sviluppo dell’apicoltura in Alto Adige. L’area esterna al maso ospita vecchi apiari e un percorso didattico.
Nel museo della Collegiata l’arte sacra della chiesa, il tesoro del Duomo, i libri risalenti ai sec. XV–XVIII e una significativa raccolta di manoscritti sono testimonianza dell’attività intellettuale e spirituale della più antica Collegiata del Tirolo. Nella seconda sede, ovvero nel Convento dei Francescani (via P.-P.-Rainer 15, 39038 San Candido) invece sono esposti numerosi reperti archeologici di San Candido risalenti ai secoli dell’Impero romano e una collezione di oggetti folkloristici.
Il museo conduce in un viaggio nel passato all’interno di un’abitazione dell’antica borghesia brissinese con i suoi sontuosi rivestimenti lignei, gli affreschi unici e le originali stufe ad olle. Nella sede della Farmacia Peer si è conservato un prezioso tesoro fatto di rari oggetti, che narrano con la loro molteplicità e fantasia «l'arte di curare». Allo stesso tempo questo piccolo gioiello museale rappresenta una perla di rara bellezza per gli amanti dell’architettura e dell’arte moderna.
Nella residenza medievale Larchgut numerosi oggetti e pannelli documentano lo sviluppo della viticoltura dal medioevo a oggi, dalle diverse forme di coltura, alle varietà di frutta antiche e nuove, fino all’irrigazione e alla lotta antiparassitaria.
Il Museo della Scuola di Bolzano è stato concepito come museo aperto. Gli oggetti esposti (materiali didattici, fotografie, documenti, arredi, cartelloni) rispecchiano la storia delle tre culture di questa terra, in un incontro tra esperienze personali e vicende collettive.
Nell’ex scuola elementare dell’isolata località di Tagusa è narrata la storia della scuola e dei suoi alunni, provenienti dai masi circostanti, dal periodo fascista agli anni ‘90.
Nel 1963 è stato allestito un museo nell’antico edificio scolastico. Offre una panoramica dello sviluppo dell’arte popolare e della cultura contadina della Val d’Ultimo.
Attraverso abiti, accessori, oggetti di uso quotidiano e curiosi, il Museo delle Donne descrive la storia della donna e il suo ruolo sociale ieri e oggi. Ogni anno organizza mostre temporanee su temi che riguardano le donne e manifestazioni correlate.
Prendendo le mosse dalle invenzioni di Peter Mitterhofer, originario di Parcines, un’ampia collezione illustra la storia della macchina da scrivere dal XIX sec. agli anni ’80.
Con la sua ampia collezione di attrezzi, opere di arte locale sacra e profana e oggetti della quotidianità domestica, il museo documenta la vita contadina e vari mestieri artigiani ormai dimenticati.
Ubicato in una delle ultime case a portico di Egna, il museo espone oggetti d’arredamento e d’uso quotidiano tipici dell’abitazione borghese del XIX e XX sec., disposti nel loro ambiente come se la casa fosse ancora abitata.
In una casa storica sotto i portici di Egna ha sede un interessante museo dedicato alla cultura popolare. Usi, abitudini e oggetti della quotidianità, tutto questo può essere ammirato nel Museo di cultura popolare di Egna. Questo museo è stato aperto nel 1995 in un edificio storico, in una delle ultime case dei portici non ancora restaurata. I pittoreschi portici di Egna con i loro edifici sono stati costruiti tra il 1300 e il 1600, mentre Egna (Neumarkt) è già stata fondata a fine del XII secolo. Mobili, giochi e accessori sono esposti su due piani e nel sottotetto, nelle antiche stanze dell'edificio si mostra la vita nel borgo nel XIX e nel XX secolo. Le basi per il museo le gettò la signora Anna Grandi Müller, la quale nel corso di decenni raccolse i vari oggetti espositivi in mercatini dell'usato e nelle soffitte. Venne realizzato un museo che oggi appare come se le stanze fosse realmente ancora abitate. Un ingresso in un mondo passato... Al Museo di cultura popolare (Museum für Alltagskultur), oggi gestito da volontari, potete vedere la stanza per il cucito e la stireria, lo spogliatoio, una stanza dedicata alla scuola e alla scrittura, la stanza dei bambini e delle bambole, così come anche la cucina e l'ambiente dedicato al culto. E come si raggiunge il museo? Si trova sotto i portici in zona pedonale, ma nei pressi del centro sono presenti possibilità di parcheggio. Il museo è raggiungibile anche con i mezzi pubblici, come ad esempio con l'autobus di linea n. 120 che circola tra Bolzano ed Egna.
Il Museo è ospitato nell’antica sede di riscossione dei censi fondiari e dei diritti di dogana dell’Imperatore d’Austria Massimiliano I, all’angolo nordorientale del centro storico di Bolzano. La prima testimonianza storica dell’esistenza di questa costruzione tardo-gotica risale al 1500 quando l’Imperatore Massimiliano I ordinò appunto di completare e dotare di copertura la nuova sede di riscossione da lui voluta. Negli anni a seguire funse dunque da centro di gestione delle entrate sull’Adige. Nel corso dei secoli essa fu adibita a diversi usi, fungendo prevalentemente da edificio amministrativo. Della costruzione originaria restano solo pochi elementi costruttivi situati all’interno. Di particolare pregio è tuttavia il salone con soffitto gotico a volte, destinato normalmente ad ospitare le mostre temporanee. Accanto a due soffitti gotici in legno ed alcuni archi di ingresso a sesto acuto è possibile ammirare ormai solo nella volta a crociera del bovindo due scudi dipinti. Divenuto di proprietà dello Stato Italiano, nel 1973 l’edificio passò alla Provincia di Bolzano con la concessione del secondo Statuto di Autonomia. Negli anni a seguire andò sempre più prendendo forma l’idea di trasformare la sede di riscossione nel previsto museo di storia naturale. Nel 1989 fu infine approvato il progetto esecutivo e si poté dare inizio ai lavori di risanamento. Nel marzo del 1997 venne poi inaugurato il nuovo museo con l’organizzazione di una mostra temporanea. Due anni e mezzo più tardi furono ultimati anche i lavori di realizzazione dei locali destinati all’esposizione permanente che poterono finalmente essere aperti al pubblico.
Situato nell’antica residenza urbana e sede degli uffici amministrativi dell’imperatore Massimiliano I, il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige illustra la storia naturale e paesaggistica dell’Alto Adige, uno dei territori più multiformi d’Europa. Su una superficie espositiva di circa 1.000 mq, il museo consente di scoprire – in una sorta di viaggio nel tempo scandito da plastici, diorami e postazioni sperimentali e multimediali – i momenti più importanti delle origini della terra e della nascita e dello sviluppo dei vari ambienti naturali. Il piano terra ospita regolarmente mostre temporanee. Il museo gestisce anche il Planetario "Alto Adige" di San Valentino in Campo (Cornedo all'Isarco), vero e proprio simulatore stellare il cui sistema tecnologico permette di ricreare il moto dei pianeti e delle stelle sfruttando la tecnologia 3D.
Nel museo allestito nell’edificio della sinagoga, documenti e oggetti offrono testimonianze della comunità ebraica formatasi a Merano tra fine ‘800 e inizio ‘900 e accompagnata fino agli anni ’30 da un fiorente turismo ebraico.
Il Museo locale espone opere di arte sacra che rispecchiano le forme di devozione religiosa e artistiche del barocco e del rococò. Un gioiello particolare è il tesoro del maso Thal. Il museo conserva anche dipinti, sculture lignee, monete e medaglie provenienti da collezioni private.
Il Museo locale è alloggiato nella storica “ Pfleghaus”. Espone su quattro piani utensili dalla quotidianità contadina, artigianale e domestica e oggetti di arte popolare profana e religiosa.