Lettura su “God Save the Queer. Catechismo femminista” - Pubblicato da valentina_inside

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Novembre in libreria
gruppo di lettura su “God Save the Queer. Catechismo femminista” di Michela Murgia, a cura di Purple Square Trentino Alto Adige Su?dtirol.

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  • L'evento si tiene dal 07 Dic 2024 al 25 Gen 2025
    La Galleria Alessandro Casciaro celebra un importante traguardo: 60 anni di attività, segnando una continuità che affonda le sue radici nella fondazione della storica Galleria Goethe nel 1964 a Bolzano da parte di Ennio e Ivana Casciaro e proseguita, a partire dal 2015, nei nuovi spazi di via Cappuccini. La mostra celebrativa presenta un dialogo tra gli artisti del territorio e parte della scena Mitteleuropea degli anni ‘60, espressione dell’allora contemporaneità, nonché una riflessione su come le idee e le sperimentazioni artistiche di quell’epoca continuino a influenzare la ricerca artistica delle attuali generazioni. Tutti gli artisti selezionati hanno esposto in galleria nel corso degli anni.
  • Attraverso i confini e tra le discipline. Le vicende intellettuali e biografiche di Grete De Francesco Weissenstein (1893-1945) Conferenza a cura di Elisabeth Galvan (Università di Napoli L’Orientale) in dialogo con Stefano Franchini (Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma) e Vera Segre (Università dell'Insubria). Saluti e introduzione di Luca Crescenzi (Presidente dell'Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma), Guido Margheri (Circolo culturale ANPI) e Gadi Luzzatto Voghera (Direttore della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC). Moderazione a cura di Hannes Obermair (Eurac Research Bolzano Bozen). L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma (IISG) e la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano (CDEC). Nessuno dei pur numerosi repertori e studi tedeschi incentrati sulle biografie e sull’opera di intellettuali ebrei vittime del nazifascismo riporta il nome di Grete De Francesco, nata come Margarethe Weissenstein nel 1893 in un’agiata famiglia ebraico-viennese. Eppure, le sue vicende biografiche e intellettuali la collocano all’interno di una vasta rete di scrittori, giornalisti, filosofi, politologi, artisti e studiosi dell’arte che va da Vienna a Berlino, da Francoforte a Basilea, da Zurigo a Milano. Grete De Francesco è una donna di confine che per tutta la vita si muove tra paesi, lingue e luoghi diversi, nello stesso modo con cui si muove tra diversi campi del sapere e ambiti culturali. È in contatto con figure come Walter Benjamin, Ernst Bloch, Theodor W. Adorno, Siegfried Kracauer, Hermann Hesse e Thomas Mann, e amica del celebre pittore e fotografo László Moholy-Nagy. Nel 1931 consegue come prima donna il diploma alla Deutsche Hochschule für Politik di Berlino con una tesi sul fascismo italiano. Scrive per giornali austriaci, tedeschi e svizzeri e nel 1937 pubblica a Basilea un libro di grande interesse e attualità, Die Macht des Charlatans che nel 1939 esce con il titolo The Power of the Charlatan negli USA presso la prestigiosa Yale University Press (Il potere del ciarlatano, trad. it. 2021). Nell’ottobre 1944 Grete De Francesco viene arrestata nella sua casa di Milano e successivamente internata nel Lager di Bolzano. La sua ultima testimonianza giunge proprio da qui, sotto forma di alcune lettere che grazie alla rete di resistenza operativa all’interno del campo riesce a inviare al marito. Il 14 dicembre viene deportata con uno degli ultimi convogli a Ravensbrück dove nel febbraio 1945 si perde ogni sua traccia. Nell’ottantesimo anniversario della sua deportazione, sembra doveroso ricordare la figura e l’opera di Grete De Francesco cadute nel più assoluto oblio, cercando di ricostruire, attraverso le numerose lettere reperite in archivi tedeschi, austriaci e svizzeri, il suo percorso come autrice ebrea tra l’Austria, la Germania, la Svizzera e l’Italia. Di centrale importanza sono le missive da Bolzano che documentano l’orrore del campo e che saranno presentate, come le altre lettere, per la prima volta in pubblico.
  • presentazione del libro Questo volume nasce da alcuni interrogativi su come sia possibile affrontare gli studi decoloniali in Italia e nell’università italiana. Come ci interrogano pratiche politiche, concetti, teorie, riflessioni prodotte in America Latina/Abya Yala tra la fine degli anni Ottanta e Duemila? A che punto sono le conoscenze di questi contributi in Italia e come possono alimentare e rinnovare quelle prodotte nel nostro contesto universitario e anche oltre di esso? Queste alcune delle domande che hanno fatto incontrare e dialogare, in una prospettiva interdisciplinare, i/le docenti, i ricercatori, le ricercatrici e attivisti/e che sono autrici e autori dei contributi contenuti in questo testo. Interviene Sofia Venturoli – editrice e co-autrice del libro Modera Daniela Salvucci – antropologa socioculturale Gli articoli riuniti nel libro compongono un mosaico di riflessioni utili a ricostruire genealogie e a discutere significati e implicazioni di prospettive che possono essere iscritte nel variegato campo degli studi decoloniali. Al centro del libro vi è il riconoscimento dell’importanza di diffondere in Italia pratiche, epistemologie, politiche, voci di autori, autrici e comunità che hanno tracciato e tracciano cammini pratici e teorici di opposizione e alternativa alla colonialità del nostro presente. Sofia Venturoli è antropologa socioculturale e professoressa associata presso l’Università di Torino. Si occupa di antropologia/etnologia Andina e del Nordest del Brasile, di movimenti sociali e politiche dell'etnicità in America Latina, di diritti indigeni e cittadinanze differenziate. Daniela Salvucci è antropologa socioculturale, ricercatrice presso la Libera Università di Bolzano e socia EVAA - Associazione Antropologica Alto Adige. Iniziativa organizzata da EVAA - Associazione Antropologica Alto Adige in collaborazione con il Centro per la Pace, la Nuova Libreria Cappelli e la Biblioteca Culture del Mondo.

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