Come in una processione, evocando l'idea di una "funzione religiosa" e sottolineando implicitamente la chiesa quale luogo d'incontro, le sculture di Sergio Sommavilla occupano lo spazio sacro.
Con la loro semplicità, esse si inseriscono agevolmente nell'elegante ambiente barocco della Chiesa dei Gesuiti di Hall.
Qui sono semplici ospiti. La disposizione delle sculture, adattata all'architettura e agli interni, assume una rilevanza centrale nel dialogo tra arte contemporanea e storica, influenzandone significativamente l'effetto e il messaggio.
Le teste con i loro volti mistici e meditativi si integrano con profondo significato nel loro ambiente—la chiesa intesa come luogo di venerazione e rispetto verso Dio, o verso un'entità superiore—sebbene non siano state create espressamente per questo spazio.
I visitatori dello spazio ecclesiastico completano l'insieme, diventando destinatari di un messaggio trasmesso e attribuendogli così una funzione e un significato.
Le teste, scolpite nella pietra, modellate nell’argilla (in parte ingobbiate) o lavorate nel legno, sono il risultato di una lunga ricerca dell’artista su questo tema. La loro espressione raccolta in sé stessa suggerisce inizialmente attrazione, ma allo stesso tempo si sottrae, invitando l’osservatore a un silenzioso dialogo con se stesso e con l’opera—uno specchio?
Presentate su piedistalli all’altezza degli occhi, le opere si rivelano ulteriormente come anello di congiunzione tra il mondo reale (l’osservatore) e il trascendente (il divino).
Sergio Sommavilla è nato nel 1951 a Bressanone, Alto Adige, dove tuttora vive e lavora.