1° Premio – International Horowitz Competition Kyiv-Geneva 2023 Lunch Concert Wolfgang Amadeus Mozart Rondò in la minore, KV 511 Rondo a-Moll, KV 511 Rondo in a minor, KV 511 Alexander Skrjabin Sonata n. 2 in sol diesis minore, op. 19 “Sonata Fantasia” Sonate Nr. 2 in Gis-Moll, Op. 19 “Sonate-Fantaisie” Sonata No. 2 in G-sharp minor, Op. 19 “Sonate-Fantaisie” Fryderyk Chopin Sonata n. 3 in si minore, op. 58 Sonate Nr. 3 in b-Moll, Op. 58 Sonata No. 3 in B minor, Op. 58 Il Concorso Busoni è annoverato tra i membri fondatori della World Federation of International Music Competitions (WFIMC) con sede a Ginevra che, a sua volta, aderisce all’International Music Council, fondato dall’UNESCO nel 1949. In quanto rete e piattaforma di scambio per 120 concorsi musicali internazionali, riveste un ruolo essenziale anche per il Busoni: per questo, alla finale bolzanina vengono ammessi fino a tre detentori del primo o secondo premio di un’altra competizione pianistica aderente alla WFIMC e, nell’ambito del Festival, vengono ospitati regolarmente giovani pianisti che si sono aggiudicati uno dei concorsi affiliati. Quest’anno si tratta del sino-canadese Eric Guo, che lo scorso ottobre ha vinto il 2° Concorso pianistico internazionale Fryderyk Chopin su strumenti storici a Varsavia. A Bolzano, il pubblico potrà inoltre assistere al debutto del diciannovenne Roman Fediurko, trionfatore nella Horowitz Competition Kyiv-Geneva ad aprile 2023: si tratta di un evento dal grande simbolismo politico poiché, a causa dell’attacco russo, il concorso non ha potuto svolgersi nella sua sede, la capitale ucraina, ed è stato trasferito a Ginevra destando scalpore internazionale.

LEIF OVE ANDSNES Pianoforte PHILIPP VON STEINAECKER Direttore Originalklang-Project Strumenti originali Centro Culturale Euregio Dobbiaco Sergej Rachmaninov Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in re minore, op. 30 Gustav Mahler Sinfonia n. 5 La Fondazione Ferruccio Busoni – Gustav Mahler, in stretta collaborazione con la Fondazione Centro Culturale Euregio Gustav Mahler Dobbiaco-Dolomiti, ha lanciato un progetto di suoni originali unico nel suo genere, che riunisce 50 professionisti di spicco dei migliori ensemble europei e 50 giovani musicisti selezionati tra 980 candidati. Insieme si esibiranno sugli strumenti storici dell’Orchestra della Wiener Hofoper del 1900, ricostruendo il suono orchestrale proprio come lo sentiva Mahler e permettendo così di ascoltare, per la prima volta dopo oltre un secolo, la sua Sinfonia n. 5 sugli strumenti per cui era stata composta. Oggi, la Quinta è la sinfonia di Mahler più eseguita, che pertanto merita di essere sottoposta a una rivalutazione stilistica. È anche il brano che il compositore ha rielaborato più spesso e a cui ha apportato gli ultimi ritocchi poco prima della sua morte: tali interventi interessavano esclusivamente la strumentazione, tenendo presente, naturalmente, che Mahler scriveva per gli strumenti che conosceva e che questi differivano notevolmente da quelli odierni. Proprio con questi e con le tecniche esecutive agli albori del XX secolo, egli affinò continuamente il suono complessivo della sua Quinta. È quindi più che logico che, per ascoltare l’ultimissima versione di tale opera e sperimentare la piena portata della sua maestria, si debba ricorrere agli strumenti originali e scoprire come la sua orchestrazione rifletta i “colori” dell’epoca. In un’altra prima mondiale, il pianista norvegese Leif Ove Andsnes eseguirà il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 di Rachmaninov su uno storico Steinway, lo stesso strumento che il compositore scelse per la sua leggendaria esibizione newyorkese del 1910 diretta da Gustav Mahler. Rachmaninov non era estraneo al suono, alla strumentazione e allo stile che Mahler aveva conosciuto a Vienna e che portò alla New York Philharmonic. Molti dei principali musicisti di spicco nella Russia dell’epoca erano tedeschi e austriaci o erano stati formati da artisti provenienti da tali Paesi. Trasferire lo stile esecutivo trasparente, snello ed elegante della cosiddetta Scuola tedesca alla musica di Rachmaninov è particolarmente affascinante, dato che oggi questi brani tendono a essere associati al fasto e al kitsch dei periodi successivi, non ultimo allo stalinismo. Le registrazioni delle opere di Rachmaninov parlano invece un linguaggio completamente diverso.

Bandmembers: Samuel “Jah Heard” Storari – voce | Susanna Moretti – voce | Angelo “Kiuppo” Ippati – sax e voce | Fabio “Skato” Scatolini – batteria | Michele “Mr. Bassie” Giancola – basso | Igor Pallaver – chitarra | Marco Pellin – tastiere durata: 120' Skankin’ Drops, reggae band di Bolzano (nord Italia), nasce nel 2013 ed ha all’attivo numerose date tra locali e Festival, proponendo uno show che dà spazio a ritmi rocksteady, early ska e new reggae, ma anche ad incursioni dub e dancehall. L’esperienza maturata negli anni ha permesso di solidificare il groove, essenziale ed efficace, unito al sound caldo e potente, che si traduce in una miscela di energia coinvolgente nelle esibizioni dal vivo. A fine 2020 gli Skankin’ Drops hanno pubblicato in digitale e in vinile il loro primo lavoro in studio, mixato da Sheepproductions (Roots Stable Studios), powered by Shanti Powa Records, composto da 9 tracce inedite e 2 versioni dub (Wicked & Bonny e Back A Wall Records). Nel 2022 si aggiunge alla band la voce di Samuel “Jah Heard”, noto cantante reggae della scena locale. La formazione nel tempo si solidifica e si concretizza in una potente scintilla musicale. Esplode così il nuovo progetto Skankin’ Drops, con rinnovata energia, un sound più maturo, moderno ed incisivo, che ha già dato vita a numerose produzioni inedite in inglese, italiano, napoletano e salentino. A luglio 2023 pubblicano in digitale il nuovo singolo “Aìzzate”, in napoletano, e a dicembre il successivo singolo “Un giorno migliore”, il primo in italiano. Entrambe le tracce sono registrate presso Roots Stable Studios, mixate da Sheepproductions e pubblicate da Shanti Powa Records.