Concerto dell'Orchestra Haydn - Dir: Diego Ceretta - Pubblicato da FondazioneHaydnStiftung

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Miti e musica: in “La Source d'Yggdrasil”, il brano composto nel 2018 che si può sentire questa sera nella prima esecuzione italiana, la 33enne compositrice francese Camille Pépin affronta l’“albero del mondo” (Yggdrasil) della mitologia nordica che sorregge il cielo: il mondo si estende solo fin dove arrivano i rami e le radici di quest’asse mondiale sempreverde, ed esiste solo fintantoché l’albero – in quanto simbolo della creazione – vive, e la sua fonte sacra (la source) non si esaurisce. A Tebe, il Re Edipo cerca un assassino e trova se stesso. Nella più nota delle tragedie greche tramandate, costruita coma un racconto giallo, Sofocle compie il denudamento e la distruzione lenta del sovrano che ha ammazzato suo padre, che lui non ha conosciuto, e ha sposato la madre senza che questa lo sapesse o lo volesse. Nel 1903, all’età di 23 anni, Ildebrando Pizzetti compone tre Intermezzi su questo antico dramma per un’esecuzione teatrale al Teatro Olimpia di Milano, elaborando poi ulteriormente la musica in un trittico sinfonico. Con la sua Terza Sinfonia, Felix Mendelssohn Bartholdy entra in territorio “mitico”: dopo un viaggio di concerti a Londra, nell’estate 1829 va in Scozia, paese che al tempo attraeva magicamente tutti i “romantici” della Mitteleuropa. Visita anche Holyrood Palace vicino a Edimburgo – il castello avvolto non solo nella nebbia ma anche in sanguinose storie dell’orrore: nel XVI vi risiede infatti la regina scozzese Maria Stuarda, condannata a morte da Elisabetta I. Nel 1566, il marito Henry Stuart, Lord Darnley, fa pugnalare l’amante di Maria, David Rizzio, nelle stanze di lei, e sarà più tardi a sua volta strangolato per conto dei lord scozzesi. Nella cappella del castello, “tutto è in frantumi, marcio, e il cielo sereno vi fa capolino. Credo di avere incontrato lì oggi l’inizio della mia sinfonia scozzese”, riferisce Mendelssohn. Dopo il suo ritorno, “più cerco di avvicinarmi a lei”, più la musica “scozzese” gli sfugge. Solo nel marzo 1842 l’opera verrà eseguita per la prima volta al Gewandhaus di Lipsia. Sulla terraferma europea mancano evidentemente le condizioni presenti in Scozia: la pioggia, il vento, i temporali, la nebbia e la tragedia di corte.

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  • Mar 21 Gennaio, 202520:00

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  • Shawn Monteiro - Vocals Daniele Gorgone - Piano Alex Orciari - Bass Gaetano Fasano - Drums Figlia del contrabbassista di Duke Ellington, Jimmy Woode, Shawn Monteiro fu scoperta da Mongo Santamaría quando si esibiva nei club di San Josè in California. Lo stile di Shawn Monteiro si caratterizza per il timbro profondo, l'eleganza, la ricca dinamica, l'alternanza delle scat, il senso dello swing, in cui si legge la profonda influenza delle grandi cantanti jazz del passato, oltre che una spiccata vena artistica di profonda comunicazione espressiva. Ha collaborato con Clark Terry, Ray Brown, Lionel Hampton, Basie Band, Nat Adderly e Kenny Barron. Art Directors: Michael Lösch & Helga Plankensteiner Il concerto comincia alle ore 21.30 al Laurin Bar. Supplemento di 12 euro sulla prima consumazione a partire dalle 21:00. Info e prenotazione tavolo: Laurin Bar, T 0471 311 570
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  • “Le masse popolari si aspettano belle melodie, ma al contempo anche ottima musica strumentale e opere” e nessuna “disarmonia ambigua’”, afferma nel gennaio 1936 il famigerato articolo della Pravda “Caos al posto della musica” in merito all’opera di Šostakovič Lady Macbeth di Mzensk. All’inizio degli anni Quaranta, il compositore di radici armene Aram Khachaturian sembra soddisfare le esigenze musicali e la Weltanschauung dell’Unione Sovietica. Vanta perfino origine proletarie. Il padre è rilegatore di libri, lui stesso studia a Mosca biologia, fisica e matematica, seguendo nel frattempo studi di violoncello presso il famoso Istituto Gnessin prima di passare al Conservatorio nella capitale sovietica. Dedica il suo concerto per violino del 1940 – nato come dichiara lui stesso “su un’ondata di felicità e di gioia” – al violinista David Oistrach, che in seguito lo eseguirà spesso. Melodiosa, virtuosa, esotica e ottimista: la prima registrazione discografica di Oistrach rende nota in tutto il mondo l’opera, già premiata con il Premio Stalin. Otto anni dopo la nascita del concerto, anche Aram Khachaturian rimane però intrappolato nelle insidie della politica culturale sovietica. Nel 1948, il Comitato centrale del PCUS condannerà la sua musica, defininendola caratterizzata da “tendenze antisovietiche” e “formalista”. Solo nel 1953 – dopo la morte di Stalin – il compositore sarà pienamente riabilitato. Quando Pëtr Čajkovskij inizia a lavorare alla sua Sesta Sinfonia, nel gennaio 1892, così descrive la nuova opera al nipote Vladimir Dawydow, a cui la sinfonia è dedicata e che più avanti sarà suo erede universale: “è una sinfonia programmatica il cui programma deve però restare un enigma per tutti – si spacchino pure la testa”. Dopo la prima assoluta, diretta da Čajkovskij stesso il 28 ottobre 1893 a San Pietroburgo, è il fratello Modest a proporgli di intitolare l’opera “Pathétique”. Una sinfonia misteriosa, ricca di abissi. È quanto testimonia anche una lettera del compositore al granduca Konstantin Konstantinowitsch: “Mi disturba un po’ che la mia ultima sinfonia sia pervasa da un’atmosfera che si avvicina molto a un requiem.” In occasione della prima esecuzione assoluta, il pubblico, sorpreso, non sa come reagire. Questa sinfonia che termina piano, quasi come un lamento, è da intendersi come testamento musicale? A fornire le risposte non può essere che la musica stessa. Čajkovskij morirà a Mosca nove giorni dopo la prima.

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