Concerto dell'Orchestra Haydn - Dir: Michele Mariotti - Pubblicato da FondazioneHaydnStiftung

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Musica d’intrattenimento di altissimo livello: “Una scimmia in giubba di broccato / trotta e sgambetta davanti a lei / che sgualcisce un fazzoletto di trine / nella mano guantata con arte” – così il poeta francese Paul Verlaine descrive la “sfilata” di una dama benestante nella sua poesia “Cortège” (Corteo), pubblicata nel 1869. Con le sue parrucche, i lunghi strascichi, i “raffinati dandy” e le “deliziose bellezze”, la lirica pittoresca della collezione Fêtes Galantes (Feste galanti) spazia dalle feste a corte dell’Ancien Régime fino alla società borghese della Parigi del XIX secolo. Sarà proprio la lirica a fornire a Claude Debussy l’ispirazione per il primo dei due movimenti della sua “Petite Suite”, di cui fanno parte anche un Minuetto e un Ballet. Questa musica lieve viene eseguita per la prima volta nel 1889 in una versione per pianoforte in un concerto da sala, e quindi orchestrata nel 1917 da Henri Büsser. Dopo essersi trasferito dal principato vescovile di Salisburgo alla città imperiale di Vienna, anche Wolfgang Amadeus Mozart frequenta i saloni dell’alta società. Nel 1785 Mozart lavora in proprio come compositore, intrattenitore e organizzatore di concerti. Gli affari gli vanno bene: al mattino dà lezione di pianoforte, la sera suona nelle case della nobiltà o si esibisce in concerto per i sottoscrittori. Naturalmente ha costantemente bisogno di nuovo materiale. Il 10 marzo 1785, l’impresario musicale presenta al Burgtheater di Vienna il suo Concerto in do maggiore, completato solo il giorno prima. Malgrado la corsa contro il tempo, l’opera è formidabile e viene accolta bene: “Tuo fratello ha suonato un concerto magnifico. Ero dietro nei palchi e ho avuto il piacere di sentire tutte le variazioni degli strumenti in modo così eccezionale che da tanto piacere mi sono venute le lacrime agli occhi”, riferisce Leopold Mozart alla figlia Maria Anna, soprannominata in famiglia “Nannerl”. Tre anni più tardi, la situazione non potrebbe essere più diversa. “Con il nulla non si fa nulla”, scrive Mozart in una lettera in cui chiede aiuto al commerciante Michael Puchberg. Il bisogno costante di denaro e i “pensieri neri” si moltiplicano, la High Society viennese – primo fra tutti l’imperatore – gli voltano le spalle. È in questo contesto che insieme alle sinfonie n. 39 e 41 nasce nell’estate del 1788, in soli sei mesi, la Sinfonia n. 40, a tutt’oggi una delle opere più note della storia della musica.

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  • Stanley Williams: lead vocals Angela Dunn: tenor/piano Paula Granger: piano/alto Lynn Williams: alto Pearlie Tyle: soprano, lead vocals Deborah Larkins: alto Art Directors: Michael Lösch & Helga Plankensteiner La caratteristica distintiva di New Orleans è la sua straordinaria varietà culturale. I Real Soul of Gospel incarnano il vero spirito di tale diversità. Questo gruppo musicale, dalle profonde radici gospel di New Orleans, riflette l’unicità e lo stile della città, in particolare durante le esibizioni dal vivo. Composto da cantanti gospel provenienti dal Sud degli Stati Uniti, il gruppo ha iniziato a esibirsi per strada e nelle chiese fin dall’infanzia. Pearlie Tyler, Deborah V. Larkins, Paula Granger, Lynn Williams e Angela Dunn provengono tutte da famiglie appartenenti alla comunità gospel locale. Il concerto comincia alle ore 21:30 al Laurin Bar. Supplemento di 20 Euro sulla prima consumazione a partire dalle 21:00. Info e prenotazione tavolo: Laurin Bar, T 0471 311 570
  • Die Clempanei macht Lieder fürs Herz und fürs Hirn. Es ist ein Liedermacher-Duo wie man es selten findet. Georg Clementi, der Publikumsliebling des Salzburger Landestheaters und Ossy Pardeller, der Südtiroler Ausnahmegitarrist, bringen mit ihrer Musik eine besondere Mischung auf die Bühne: Sie werfen einen klugen Blick auf die gesellschaftlichen Verhältnisse, haben das Herz am rechten Fleck und sind bei alledem höchst unterhaltsam. Kurz: Sie lassen keine Wünsche offen und erobern die Herzen des Publikums im Handumdrehen. Poetische, witzig-kluge und zuweilen kritische Texte kombinieren sie mit virtuoser Gitarrenkunst, eingängigen Mundharmonikamelodien und feuriger Percussion. Ein Abend voller überraschender Gedanken, mit großen Gefühlen und tiefsinnigem Humor mit dem die beiden uns lautstark zurufen: "Leben muasch!" Gesang, Percussion, Mundharmonika – Georg Clementi Gitarre – Ossy Pardeller
  • Nel settembre 1872 Carl Ferdinand Pohl, il bibliotecario della Società viennese degli amici della musica, sottopone all’attenzione del suo direttore artistico Johannes Brahms sei “Feldparthien”: sono sei divertimenti per strumenti a fiato attribuiti a Haydn. Nell’estate 1873 Brahms scrive variazioni su un corale composto dai sei divertimenti, “allenandosi” così nella progressiva trasformazione ed evoluzione degli elementi costitutivi e dei motivi della sua musica nonché nell’arrangiamento orchestrale che più avanti caratterizzerà la sua opera sinfonica. Con il suo unico concerto per violino ultimato, nel 1806 Beethoven fa evolvere ulteriormente un genere che sino ad allora andava dal concerto dei maestri barocchi italiani fino a Mozart. L’opera a impianto sinfonico con un primo movimento lunghissimo sembra avvicinarsi più ai concerti per violino di Brahms, Tchaikovksy o Sibelius che non ai predecessori del XVIII secolo. Il 12 maggio 1926 viene eseguita per la prima volta la Prima sinfonia di Shostakovich – suo lavoro di diploma al Conservatorio di Leningrado – che verrà poi fatta conoscere a livello internazionale da Bruno Walter e Arturo Toscanini. Shostakovich si rivela da subito un mattacchione: nella partitura del diciannovenne, influenze di Stravinsky, Prokofiev, Mahler e Hindemith si fondono in un linguaggio tonale originale e puntiglioso, con acrobazie dettate dall’ironia e comicità che all’epoca si potevano ammirare al circo o nei film muti, ma non ancora nelle sale da concerto.

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