Inafferrabile in due sensi è quello che servono i Donauwellenreiter sul loro nuovo, secondo album "Messëi" ("dovere" in ladino): inafferrabile perché fuori da ogni categorizzazione. Ma anche di una bellezza inafferrabile. Musica come forse può nascere solo a Vienna, questa città multietnica, ponte tra l’est e l’ovest del nostro continente. Sono una delle formazioni più intriganti dell’attuale scena viennese, facendo parlare di sé anche molto al di fuori della metropoli danubiana. Parte del loro fiume sonoro, il cui letto sono le composizioni argute di Thomas Castañeda, sono le cascate di fisarmonica di Nikola Zaric oltre ai vigorosi suoni di voce e violino di Maria Craffonara. Leggerezza e profondità permettono al trio di muoversi liberamente tra gruppo pop, orchestra da camera e complesso jazz. Un suono che mette in moto le onde.