Dinanzi al mistero della morte l’essere umano si è sempre interrogato su quale sia il senso della propria vita. Che significato viene ad assumere la vita di fronte alla morte che apparentemente tutto annulla? Nel corso della storia dell’umanità la filosofia e le religioni hanno proposto risposte molteplici e fra loro molto differenti, sia per contenuti che per prospettive.
Forse per rispondere a questa domanda fondamentale siamo rimandati a noi stessi, al fatto originario che la nostra esistenza è fatta di consapevolezza e di responsabilità: consapevolezza della nostra fragile condizione di esseri che hanno un termine e la responsabilità di essere unici e irripetibili.
La consapevolezza che la nostra esistenza è limitata contribuisce a darle un significato, e non a sottrarglielo. L’avere presente la morte e poterla in qualche modo “anticipare” con l’immaginazione, permette di vivere autenticamente la propria esistenza.
Come suggeriva il filosofo e psichiatra V. Frankl: «Domandiamoci che cosa accadrebbe se la nostra avventura terrena non fosse determinata nel tempo, ma fosse infinita. Se fossimo immortali in questo mondo, avremmo ogni buona ragione per rimandare ogni nostro atto». In questo senso verrebbe meno la nostra stessa responsabilità per la vita. Di fronte a un’esistenza infinita ogni nostro progetto verrebbe meno.
Le sapienze antiche ci insegnano che il ricordo della morte, della nostra preziosa finitezza, può, paradossalmente, spingerci a cercare il significato della nostra vita e condurci a realizzare pienamente e responsabilmente chi siamo.
L’incontro sarà teorico ed esperienziale, verranno proposte riflessioni per comprendere come sia proprio la morte a dare senso alla nostra vita insieme a tecniche meditative, visualizzazioni e pratiche di consapevolezza del respiro.
Con Chiara Simoncini, medico omeopata, e Patrizia Liva, religiosa e tanatologa, dell’organizzazione di volontariato TuttoèVita, fondata da Guidalberto Bormolini.
Incontro gratuito, posti limitati, prenotazione obbligatoria: 0473 230128 – info@mairania857.org
Nell’ambito di REVOLUTION che la morte ci trovi vivi
Tu sei importante perché sei tu, e sei importante fino all’ultimo momento della tua vita
(Cecely Saunders, promotrice degli hospice)
Le cure palliative si prendono cura del malato quando la malattia non risponde più alle terapie che hanno come obiettivo la guarigione. Prendersi cura significa accogliere, assistere, proteggere e accompagnare la persona malata e i suoi familiari in modo continuativo, globale e professionale. L’obiettivo è di dare sollievo ai sintomi della malattia, con particolare riguardo al dolore.
Il termine “palliativo” deriva dal latino pallium (mantello) e richiama San Martino, che protegge con il suo mantello il viandante. Quindi rappresenta l’integrazione delle terapie sintomatiche, del supporto psicologico, sociale e spirituale al fine di migliorare il più possibile la qualità della vita.
Un incontro informativo oltre che di scambio di esperienze e idee con Mara Zussa e alcuni volontari dell’associazione Il Papavero – Der Mohn
Nell’ambito di REVOLUTION che la morte ci trovi vivi
Entrata libera
L’arte del racconto a parole e quella per immagini: un rapporto continuo e in costante rinnovamento capaci di essere ispirazione vicendevole oltre che di trarre ispirazione dal quotidiano.
A cura di Giuseppe Montana e di Andrea Rossi
Entrata libera
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