The Tiptons (USA/A): “Strange Flower” - Pubblicato da ale inside

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Informazioni evento

Amy Denio: alto sax, clarinet, voice
Jessica Lurie: alto & tenor sax, voice
Sue Orfield: tenor sax, voice
Tina Richerson: baritone sax, voice
Robert Kainar: drums
Mai sentito parlare di questo straordinario quartetto tutto al femminile? Assistere ad un concerto delle Tiptons è un’esperienza unica! Attivo ormai da molti anni con base a Seattle, ha una capacità unica di essere una vera e propria enciclopedia sonora della musica contemporanea. Una sorta di micro big-band ricca di quattro assatanate sassofoniste, capace di spaziare dal gospel al bluegrass, dalla musica balcanica e funk notturno, dal jazz seminale al klezmer, non dimenticando elementi jazz o di musica afro-cubana. Un’interazione iperattiva tra le varie componenti davvero unica, dimostrata disco per disco, anche nell’ultimo "Strange Flower" che la band proporrà al Carambolage. Dalla "tradizione" le Tiptons recuperano la verve di New Orleans, ma ciò che confluisce poi nel repertorio attuale da molti è stato indicato come la più perfetta "soulmusic" possibile. Originariamente chiamato “Billy Tipton Memorial Saxophone Quartet” in onore del celebrato sassofonista e pianista attivo nelle big band dell’epoca d’oro Bill Tipton, il quartetto ha deciso poi di accorciare il proprio nome ma - in cambio - di allargare il proprio repertorio. In un mondo jazz dominato dal maschile, questa straordinaria eccezione conquista e travolge come poche altre. Affascinante e trascinante come pochi, un concerto da vivere nel vero senso dell'affermazione.

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  • Un inno sinfonico alla libertà: verso la fine del XIX secolo, la Russia limita pesantemente i diritti di autonomia della sua minoranza finlandese. Nel 1899 la letteratura in lingua finlandese viene vietata, e nel 1901 lo zar Nicola II scioglie le forze armate finlandesi, che fino ad allora erano state indipendenti. Assoggetta inoltre i cittadini del Gran principato finlandese, strettamente legato alla Russia, all’obbligo di leva russo. A Helsinki, una giovane comunità di artisti di cui fa parte anche Jean Sibelius sviluppa una pittura, letteratura e musica autonome, ispirandosi al mondo delle saghe e dei miti finlandesi. Il 14 dicembre 1899 la scena culturale finlandese protesta, in occasione di una “festa della stampa” al Teatro svedese, contro una nuova legge di censura. Sibelius scrive per l’occasione una suite che termina con il poema sinfonico “Finlandia” – vera e propria colonna sonora del movimento di autonomia nazionale finlandese. Il compositore Erich Wolfgang Korngold nasce a Vienna nel 1897. Suo padre è l’insigne critico Julius Korngold, e già da piccolo Erich è considerato un bambino prodigio. A 24 anni appena compiuti, all’indomani della prima assoluta della sua opera “Die tote Stadt” il 4 dicembre 1920, diventa una giovane star del teatro musicale. In fuga dal regime austrofascista si trasferisce negli Stati Uniti, dove tra il 1934 e il 1947 rivoluziona la musica per il cinema. Il suo opulento stile sinfonico, che richiede un organico massiccio, riscuote successo a Hollywood: riceve cinque nomination all’Oscar e si aggiudica la statuetta ben due volte per la migliore colonna sonora. Nel suo Concerto per violino del 1945 rielabora sue partiture degli anni Trenta scritte per film quali “Aurora sul deserto”, “Il conquistatore del Messico”, “Avorio nero” e “Il principe e il povero”. La sua musica rievoca gli splendidi mondi sonori romantici del XIX secolo. Nulla di più diverso dall'avanguardia del dopoguerra europeo. Nella sua ultima sinfonia, scritta tra il 1923 e il 1924, Sibelius è alla ricerca di nuove strade e si azzarda a compiere un passo radicale: comprime in un unico movimento i quattro movimenti previsti per la sinfonia, concepita originariamente come “fantasia sinfonica”. Creerà così una forma innovativa e dall’andamento dinamico in cui “tutto scorre”. Dopo le prove per la prima esecuzione assoluta della Sinfonia n. 7 constata soddisfatto: “Un gran successo. Non c’è dubbio: il mio ultimo lavoro è il mio migliore.” Avrà ragione.
  • Il primo viaggio di Haydn a Londra risale al 1791. Fino ad allora non ha mai lasciato la monarchia asburgica. “Me ne sto qui seduto in questa landa desolata – abbandonato – come un povero orfano – quasi senza compagnia umana”, riferisce dal deserto culturale ungherese prima di essere “sollevato” dal ruolo di maestro di cappella presso la corte degli Esterházy. L’impresario di concerti Johann Peter Salomon sfrutta questa occasione e ingaggia il compositore senza padrone per un soggiorno nella capitale britannica. Con le sue sinfonie, Haydn diventa ben presto un beniamino del pubblico e frequenta tanto la benestante borghesia quando la grande nobiltà. Nel 1792 è invitato a Londra a una cena di gala della Royal Society of Musicians, un’organizzazione di beneficenza fondata nel 1738 per i musicisti indigenti e le loro famiglie. Ringrazierà componendo una marcia. La Sinfonia in re maggiore nasce nel 1794 a Vienna e Londra per il suo secondo viaggio in Inghilterra. Il nome che le viene attribuito (“L’orologio”) potrebbe riferirsi al “ticchettio” meccanico del pizzicato degli archi e fagotti nel secondo movimento, ma non proviene in ogni caso da Haydn, bensì dall’editore viennese Johann Traeg, che nel 1798 pubblica una versione per pianoforte dell’Andante dal nome “Rondò. L’orologio”. Philip Glass – che negli anni Settanta scrive la storia della musica, non da ultimo con la sua opera in stile Minimal Music “Einstein on the Beach” – compone nel 2021 la “Liechtenstein Suite” per l’ensemble di archi LGT Young Soloists, che ha sede appunto nel Principato. La Sinfonia n. 32 abbozzata da Mozart nel 1779 a Salisburgo è davvero una sinfonia? “Non vi è alcun dubbio che quest’opera sia stata pensata come ouverture allo Singspiel à la française, di cui si è conservato un frammento battezzato nel XIX secolo ‘Zaïde’”, assicura il musicologo Alfred Einstein. Nel 1781, Mozart è a Vienna e smette di lavorare a “Zaïde”. Si mette invece a musicare il libretto per un altro Singspiel, anch’esso “orientale”: si tratta di “Bellmont und Konstanze” o “Il ratto dal serraglio”.
  • Musica d’intrattenimento di altissimo livello: “Una scimmia in giubba di broccato / trotta e sgambetta davanti a lei / che sgualcisce un fazzoletto di trine / nella mano guantata con arte” – così il poeta francese Paul Verlaine descrive la “sfilata” di una dama benestante nella sua poesia “Cortège” (Corteo), pubblicata nel 1869. Con le sue parrucche, i lunghi strascichi, i “raffinati dandy” e le “deliziose bellezze”, la lirica pittoresca della collezione Fêtes Galantes (Feste galanti) spazia dalle feste a corte dell’Ancien Régime fino alla società borghese della Parigi del XIX secolo. Sarà proprio la lirica a fornire a Claude Debussy l’ispirazione per il primo dei due movimenti della sua “Petite Suite”, di cui fanno parte anche un Minuetto e un Ballet. Questa musica lieve viene eseguita per la prima volta nel 1889 in una versione per pianoforte in un concerto da sala, e quindi orchestrata nel 1917 da Henri Büsser. Dopo essersi trasferito dal principato vescovile di Salisburgo alla città imperiale di Vienna, anche Wolfgang Amadeus Mozart frequenta i saloni dell’alta società. Nel 1785 Mozart lavora in proprio come compositore, intrattenitore e organizzatore di concerti. Gli affari gli vanno bene: al mattino dà lezione di pianoforte, la sera suona nelle case della nobiltà o si esibisce in concerto per i sottoscrittori. Naturalmente ha costantemente bisogno di nuovo materiale. Il 10 marzo 1785, l’impresario musicale presenta al Burgtheater di Vienna il suo Concerto in do maggiore, completato solo il giorno prima. Malgrado la corsa contro il tempo, l’opera è formidabile e viene accolta bene: “Tuo fratello ha suonato un concerto magnifico. Ero dietro nei palchi e ho avuto il piacere di sentire tutte le variazioni degli strumenti in modo così eccezionale che da tanto piacere mi sono venute le lacrime agli occhi”, riferisce Leopold Mozart alla figlia Maria Anna, soprannominata in famiglia “Nannerl”. Tre anni più tardi, la situazione non potrebbe essere più diversa. “Con il nulla non si fa nulla”, scrive Mozart in una lettera in cui chiede aiuto al commerciante Michael Puchberg. Il bisogno costante di denaro e i “pensieri neri” si moltiplicano, la High Society viennese – primo fra tutti l’imperatore – gli voltano le spalle. È in questo contesto che insieme alle sinfonie n. 39 e 41 nasce nell’estate del 1788, in soli sei mesi, la Sinfonia n. 40, a tutt’oggi una delle opere più note della storia della musica.

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