Ensemble Desiderio & Rosalía Gómez Lasheras / Pianoforte - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Ensemble Desiderio
Rosalía Gómez Lasheras / Klavier


Ernö Dohnányi
Sextett für Violine, Viola, Violoncello, Klarinette, Horn, Klavier

Amy Mercy Beach
Theme and Variations, Op. 80 für Flöte und Streichquartett

Leoš Janáček
Concertino für Klarinette, Fagott, Horn 2 Violinen, Viola, Klavier

In Zusammenarbeit mit
Südtiroler Kulturinstitut
Jëuni de Mujiga de Gherdëina

Contatti :

Date e orari evento :

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  • Un inno sinfonico alla libertà: verso la fine del XIX secolo, la Russia limita pesantemente i diritti di autonomia della sua minoranza finlandese. Nel 1899 la letteratura in lingua finlandese viene vietata, e nel 1901 lo zar Nicola II scioglie le forze armate finlandesi, che fino ad allora erano state indipendenti. Assoggetta inoltre i cittadini del Gran principato finlandese, strettamente legato alla Russia, all’obbligo di leva russo. A Helsinki, una giovane comunità di artisti di cui fa parte anche Jean Sibelius sviluppa una pittura, letteratura e musica autonome, ispirandosi al mondo delle saghe e dei miti finlandesi. Il 14 dicembre 1899 la scena culturale finlandese protesta, in occasione di una “festa della stampa” al Teatro svedese, contro una nuova legge di censura. Sibelius scrive per l’occasione una suite che termina con il poema sinfonico “Finlandia” – vera e propria colonna sonora del movimento di autonomia nazionale finlandese. Il compositore Erich Wolfgang Korngold nasce a Vienna nel 1897. Suo padre è l’insigne critico Julius Korngold, e già da piccolo Erich è considerato un bambino prodigio. A 24 anni appena compiuti, all’indomani della prima assoluta della sua opera “Die tote Stadt” il 4 dicembre 1920, diventa una giovane star del teatro musicale. In fuga dal regime austrofascista si trasferisce negli Stati Uniti, dove tra il 1934 e il 1947 rivoluziona la musica per il cinema. Il suo opulento stile sinfonico, che richiede un organico massiccio, riscuote successo a Hollywood: riceve cinque nomination all’Oscar e si aggiudica la statuetta ben due volte per la migliore colonna sonora. Nel suo Concerto per violino del 1945 rielabora sue partiture degli anni Trenta scritte per film quali “Aurora sul deserto”, “Il conquistatore del Messico”, “Avorio nero” e “Il principe e il povero”. La sua musica rievoca gli splendidi mondi sonori romantici del XIX secolo. Nulla di più diverso dall'avanguardia del dopoguerra europeo. Nella sua ultima sinfonia, scritta tra il 1923 e il 1924, Sibelius è alla ricerca di nuove strade e si azzarda a compiere un passo radicale: comprime in un unico movimento i quattro movimenti previsti per la sinfonia, concepita originariamente come “fantasia sinfonica”. Creerà così una forma innovativa e dall’andamento dinamico in cui “tutto scorre”. Dopo le prove per la prima esecuzione assoluta della Sinfonia n. 7 constata soddisfatto: “Un gran successo. Non c’è dubbio: il mio ultimo lavoro è il mio migliore.” Avrà ragione.
  • I defunti escono dalle loro tombe e danzano: nel 1960, Dmitrij Šostakovič va a Dresda per recarsi sul set in cui si gira il film sulla distruzione della città “Cinque giorni e cinque notti”, per il quale deve comporre le musiche. Le cose andranno diversamente: “Per quanto abbia provato a convertire gli abbozzi musicali per il film, finora non ci sono riuscito. Ho invece scritto un quartetto che non serve a nessuno ed è ideologicamente riprovevole. Ho pensato che, dovessi morire prima o poi, non ci sarà nessuno che scriverà un’opera dedicata alla mia memoria”, riferisce il 19 luglio all'amico Isaak Glikman. Poco prima aveva ceduto alla pressione delle autorità sovietiche e aveva aderito al partito comunista. La reazione creativa a questo passo è l’ottavo quartetto per archi “in memoria delle vittime del fascismo e della guerra”. L’op. 110 – una macabra autobiografia senza parole – è composta quasi interamente da citazioni tratte dalle proprie opere, dal “Crepuscolo degli dei” di Wagner, da una canzone della rivoluzione e dalla sesta sinfonia di Čajkovskij. Il direttore e violista Rudolf Barshai arrangia questo patchwork musicale per orchestra d’archi e presenta la partitura a Šostakovič. “Gli è piaciuta molto, e con il senso dell’umorismo che lo contraddistingue ha esclamato con slancio: ‘Be’, è più bella dell’originale. Daremo un nome nuovo al pezzo: Sinfonia da camera op. 110a.’” Anche i due brani con cui inizia questo concerto sono arrangiamenti: nel 1888, Pëtr Čajkovskij riarrangia per orchestra e violoncello il “Nocturne” della sua prima raccolta di composizioni per pianoforte, che risale al 1873. Nel 1876, il violoncellista nonché professore al Conservatorio di Mosca Wilhelm Fitzenhagen commissiona a Čajkovskij un brano per violoncello. Il compositore produce le “Variazioni su un tema rococò”, a tutti gli effetti un omaggio stilistico a Mozart. Successivamente il committente modifica la parte solistica e cambia la struttura dell’opera. Čajkovskij autorizza questa versione, che viene eseguita per la prima volta nel 1877 a Mosca, con Fitzenhagen al violoncello.
  • Intrattenimento per aristocratici in una giornata straordinaria del calendario: la sera del 17 luglio 1717, dal quartiere di Whitehall, attuale sede di numerosi ministeri della capitale britannica, Giorgio I e la sua corte salgono su imbarcazioni sontuosamente decorate e barche più piccole e si mettono in viaggio sul Tamigi. Destinazione: Chelsea, dove li attende una cena regale. Stando a un resoconto del “Daily Courant”, cinquanta musicisti suonano sul fiume “le sinfonie più belle composte da Mr. Händel per l’occasione. Sua Maestà ha gradito la musica, al punto che hanno dovuto suonarla tre volte durante il viaggio di andata e di ritorno.” Oggigiorno è possibile presumere con una certa sicurezza che la congrega reale abbia avuto modo di ascoltare, quella sera, le tre suite per orchestra che di lì a poco sarebbero state eseguite come “Musica sull’acqua” nei teatri e teatri d’opera di Londra. Sarà lì che Georg Friedrich Händel farà carriera come compositore e imprenditore musicale nei decenni successivi. E questo malgrado i molteplici fallimenti e contrattempi, che nello show business barocco non sono però affatto insoliti. Johann Sebastian Bach raccoglie le sue suite per orchestra e le destina agli “intenditori di musica” che si danno appuntamento nella città universitaria di Lipsia, al Caffè Zimmermanschen o nel giardino del Caffè Zimmermann, dove si esibisce in concerto con il Collegium musicum. Nel 1729 assume la direzione di questa associazione studentesca di musicisti in cui suonano anche i figli Wilhelm Friedemann e Carl Philipp Emmanuel. Anche la Suite BMW 1069 – in cui Bach, al pari di Händel, combina la musica delle danze francesi con lo stile italiano dei concerti – viene eseguita in pubblico in questi luoghi. Dalla suite barocca alla sinfonia “classica”: il 2 marzo 1792 – a pochi mesi dalla morte di Mozart – ha luogo alle Hanover Square Rooms di Londra la prima esecuzione della Sinfonia n. 98 di Joseph Haydn. È un grande successo. “I posteri non troveranno un talento simile per almeno 100 anni”, constata sbigottito. Che la sua musica ricordi l’amico defunto? Il musicologo Donald Tovey ne era convinto, tanto che definì l’“Adagio cantabile” un requiem di Haydn in omaggio al compositore della Sinfonia “Jupiter”, citata tra l’altro nel secondo movimento.

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