Di e con: Valentina Dal Mas
Testo originale: Valentina Dal Mas
Direzione tecnica: Federico Fracasso
Registrazioni audio: Matteo Balbo
Assistente alla creazione: Ludovica Messina Poerio
Un ringraziamento a: Angela Marangon, Claudia Rossi Valli
Produzione: La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale
Con il sostegno di: Scenario ETS e Teatro Due Mondi – Residenza per artisti nei territori, Faenza
Premio Scenario Periferie 2023
Luisa nasce dall’incontro con una fragile donna di nome Luisa. Luisa cuce. Cuce se stessa all’aria che la circonda, per non sfilacciarsi lontana dal mondo. Si affilia all’eterno continuo dei mulini a vento. Si aggrappa all’iniziale del suo nome per saettare verso lune di senso screziate a squarciagola, a ritmo di un baluginio, a cuor sospeso. Zigzaga come una stella smarrita in una costellazione chiamando a raccolta i frammenti sparpagliati di sé; li partorisce nel suo fazzoletto di cielo scontornato affinché rinvenga, il filo della sua vita. Sospinta da un refolo canterino, Luisa lambisce i confini della sua Terra Promessa fino a squarciarli battagliera come La Libertà che guida il popolo di Delacroix.
Luisa incarna La Fragilità che guida il popolo, un’adunanza di sfumature umane sempre cangianti e dissonanti nel loro divenire. Ma Luisa non sguaina verso il cielo la bandiera di una nazione, issa con disincanto la sua rosa perché, prendendo in prestito le parole dello psichiatra Franco Rotelli, “mancano cinquemila rose perché tante ne abbiamo messe, ma altrettante ne avevamo in più promesse!”.
Una drammaturgia sensoriale complessa, alimentata da incontri nati in contesti di cura trascritti in forma poetica, diviene l’intreccio di un tessuto emotivo che scuote gli sguardi, accarezzando l’aria.