A cura di: Valerio Dehò
Il silenzio e l’assenza del tempo sono le caratteristiche principali dei lavori di Moroder. La vita dei personaggi che la sua arte evoca, non è realtà. È qualcosa di ben più astratto e universale. A differenza di un'artista come Alberto Giacometti, a cui egli stesso si è ispirato, l'artista ladino non fa agitare le sue forme silenziose, non conferisce caratteristiche fisiognomiche definite, né tantomeno adopera la scultura per definire sentimenti o passioni. Se in Giacometti il tormento, l’essere inquieto, anima le sculture di una tensione molecolare, in Moroder l’inquietudine è del tutto silenziosa. La fase di maturità dell'artista, lascia tuttavia trapelare un nuovo senso di inquietudine, di cambiamento, egli vuole affrontare nuove sfide senza allontanansi dalla propria ricerca principale, dalla propria scelta decisiva e caratterizzante, legata all'espressione del corpo umano e alle articolazioni della forma. I simulacri dei corpi, la loro presenza/assenza, delimitano il rapporto con lo spazio, ma si fanno anche conquistare dallo stesso. Sono forme aperte e non chiuse come invece accade nelle sculture classiche. In questo Moroder s'inscrive nella tradizione del Novecento che ha saputo aprire le forme spaziali all’ambiente e sviluppare un confronto più ampio con lo spettatore. Tra tradizione e innovazione l’artista segue un percorso proprio e mai scontato, che dà luogo a risultati inattesi. Dal 1 Ottobre presso Piazza Rena sono esposte due sculture dell'artista Walter Moroder.
Una collaborazione: Merano Arte, Ensemble Conductus e Biennale Gherdëina, Ortisei.
In occasione della mostra "La forma del silenzio", Giovedì 14 Novembre, alle 20.30, presso la Chiesa del Sacro Cuore presso le "Dame inglesi", Piazza della Rena, ha luogo il concerto di musica classica barocca e contemporanea di Lorenzo Cavasanti & Ensemble Conducus, direzione Marcello Fera.