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Alps Move | ANIMO + MANUFAKTUR CARING - Veröffentlicht von martin_inside

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Event-Informationen

ANIMO
Mirjam Plank_IT/DE & Lea Markgraf_DE

performance

Uraufführung - work in progress

Animo beschäftigt sich mit dem alltäglichen Umgang der Menschen miteinander. Indem sie sich an verschiedenen Aspekten der Zivilcourage inspirieren, wollen die Choreografinnen vermitteln, wie wichtig Zusammenhalt in einer Welt ist, in der immer mehr aneinander vorbei gelebt wird.

Mirjam Plank was born and grew up near Brunico, took a diploma at the Iwanson International School of Contemporary Dance in Munich in 2022 and since then has worked freelance as a dancer, dance teacher and choreographer. During and following her studies she danced for internationally renowned choreographers in numerous German, Austrian and Belgian theatres, performed in TV shows and choreographed works for youth dance theatre.

Lea Markgraf was born in 2001 and grew up in Munich, completing her training at the Iwanson International School of Contemporary Dance in 2022. Despite her roots in Hip Hop, her studies with renowned choreographers such as German Jauregui and Hannes Langolf helped her extend her focus to contemporary dance. She works freelance as a dancer, dance teacher and choreographer.

Konzept, Choreografie, Darstellerinnen: Mirjam Plank, Lea Markgraf
Musik und Sound: Samuel Merold
Lichtdesign: Crealight/Julian Marmsoler

Gefördert von Abteilung für Deutsche Kultur der Autonomen Provinz Bozen
Mit freundlicher Unterstützung von Hasting Zentrum für Tanz und Tanztheater München


MANUFAKTUR CARING
Miriam Taschler_IT/DE & Carla Petzolt_DE

performance

Prima italiana

Manufaktur Caring widmet sich dem Frau*Sein in einem patriarchalen System, jenen Machtstrukturen, die den einen Fürsorge lehren und den anderen Breitbeinigkeit. Die beiden Tänzerinnen kämpfen gegen das Fremdbestimmtsein, gegen die eigene Ohnmacht und gegen das Gefühl, nicht zu genügen.

Miriam Taschler is an author dancer, performer and choreographer specializing in contemporary dance. She cofounded the interdisciplinary association KunstKartell, a network for solidarity and exchange among independent artists. In the lux&auma collective Miriam works with Carla Petzolt on sociopolitical themes that become storytelling through body and movement. Miriam performs at the UFER_STUDIOS in Berlin and at the Lurupina Festival in Germany, the NDAR Urban Week in Senegal, at Ideas Block Kompresornie (Lithuania), and at Teatro Prometo and Astra Brixen in Italy.

Carla (she/her) is a contemporary dancer, choreographer, and dance teacher based in Berlin. Interdisciplinary works between circus arts, visual arts, theatre and dance are focus of her work. She aims to challenge existing societal norms trough dance, to sensitise people to socio-political issues and to develop profound methods of physical research.

Konzept, Choreografie, Darstellerinnen: Miriam Taschler, Carla Petzolt
Regie, Dramaturgie: Gela Eichhorn
Foto, Video: Jonas Zeidler, Lucas Bueno Maia
Musik und Sound: Alva Noto, Ryuichi Skamoto
Kostüm: Jule Kautt
Lichtdesign: Lilou Graeff, Crealight/Julian Marmsoler
Produktion: lux&auma

Mit freundlicher Unterstützung vonResidenze Passo Nord-Cooperativa Teatrale Prometeo

Kontakte :

Datum und Uhrzeit des Events :

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  • Un apocrifo brechtiano Dopo aver scritto e interpretato un fortunatissimo apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. «Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole» scrive l’autore e attore veneto. «In questa Giovanna dei disoccupati i personaggi di Brecht agiscono in nuovi àmbiti e con nuove parole ma continuano ad essere immersi nel terreno della dominanza e della sudditanza. L’algoritmo può sembrarci meno cattivo, ma alla fine dei fatti risulta perfido e crudele come un padrone in carne ed ossa. Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. […] E poi ci sono le persone: milioni di singoli sempre più isolati, sempre più oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-social che sta massacrando le comunità. In questa massa di monadi emerge il superuomo economico, senza un pensiero vero e senza profondità. Come in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, vedremo le vicende di Pierpont Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della più grande lobbista del momento: la terribile Graham; un mondo di magnati al quale si oppone Giovanna Darko, con la sua comunità social‑socialista. Ma forse una comunità online non è una comunità, bensì una moltitudine di monadi che si raccontano il sogno della tribù. Questo, forse, è il vero dramma contemporaneo. Con tutta l’umiltà del caso viene presentato questo apocrifo brechtiano, come se fosse scritto sotto dettatura. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, mentre ci diverte, come diceva Gramsci, tenta di gettare bombe nei cervelli». Dopo aver scritto e interpretato un fortunatissimo apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. «Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole» scrive l’autore e attore veneto. «In questa Giovanna dei disoccupati i personaggi di Brecht agiscono in nuovi àmbiti e con nuove parole ma continuano ad essere immersi nel terreno della dominanza e della sudditanza. L’algoritmo può sembrarci meno cattivo, ma alla fine dei fatti risulta perfido e crudele come un padrone in carne ed ossa. Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. […] E poi ci sono le persone: milioni di singoli sempre più isolati, sempre più oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-social che sta massacrando le comunità. In questa massa di monadi emerge il superuomo economico, senza un pensiero vero e senza profondità. Come in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, vedremo le vicende di Pierpont Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della più grande lobbista del momento: la terribile Graham; un mondo di magnati al quale si oppone Giovanna Darko, con la sua comunità social‑socialista. Ma forse una comunità online non è una comunità, bensì una moltitudine di monadi che si raccontano il sogno della tribù. Questo, forse, è il vero dramma contemporaneo. Con tutta l’umiltà del caso viene presentato questo apocrifo brechtiano, come se fosse scritto sotto dettatura. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, mentre ci diverte, come diceva Gramsci, tenta di gettare bombe nei cervelli». di e con Natalino Balasso e con Marta Cortellazzo Wiel, Roberta Lanave, Graziano Sirressi regia Andrea Collavino scene Anusc Castiglioni costumi Sonia Marianni luci Stefano Dellepiane drammaturgia Natalino Balasso cura musicale Celeste Gugliandolo produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
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