Russian Classical Ballet IL LAGO DEI CIGNI Musik Pëtr Il’ič Čajkovskij Choreografie Marius Petipa Libretto Vladimir Begitchev e Vasily Geltzer Kostüme Evgeniya Bespalova Bühne Russian Classical Ballet Art Dir. Evgeniya Bespalova
Regie: Giacomo Sagripanti
Darsteller: Aigul Akhmetshina, Jack Swanson, Andrey Zhilikhovsky
Spielzeit: 215'
Musik von: Gioachino Rossini
Gesungen in Italienisch
(mit deutschen Untertiteln)
Liebe, List und Lüge. Daraus schuf Rossini ein Meisterwerk voller Lebendigkeit, Situationskomik und musikalischem Witz. Die Geschichte um den berühmtesten Friseur aller Zeiten gilt als ein Hauptwerk der opera buffa. Die für ihre zahlreichen Ohrwürmer berühmte Oper bietet Aigul Akhmetshina Gelegenheit zu zeigen, dass sie nicht nur in ihrer Paraderolle Carmen glänzt, sondern auch über ein umwerfendes komödiantisches Talent verfügt.
Il Teatro delle Forchette di Forli’
ASPETTANDO GODOT di Samuel Beckett Regia Stefano Naldi
Aspettando Godot, dramma volendo anche comico-grottesco, associato al cosiddetto teatro dell’assurdo e costruito intorno alla condizione dell’attesa è un’opera teatrale che venne scritta da Samuel Beckett verso la fine degli anni quaranta. Nella cultura popolare Aspettando Godot è divenuto sinonimo di una situazione, spesso esistenziale, in cui si aspetta un avvenimento che dà l’apparenza di essere imminente, ma che nella realtà non accade mai e in cui di solito chi l’attende non fa nulla affinché questo si realizzi, vedi appunto i due barboni protagonisti che si limitano ad aspettare sulla panchina invece di avviarsi incontro a Godot. Spesso la critica nel tempo ha dato a Godot una sorta di rappresentanza di un qualche Dio dominante,anche se lo stesso Beckett rinnegò da subito questa interpretazione,Qua il regista Stefano Naldi invece tocca una nota sonora tenuta in sordina nel testo da Beckett, dove non è Dio che si aspetta, che non si ricerca, che ci manda a dire arriverò domani, ma il senso Tutto del Divino Naturale delle cose, cogliendo quella visione speculare appunto per la quale guardando da un altro punto di osservazione, ci si accorge che il grande albero presente in scena non è lì solo a far da sfondo e come da testo a mostrare il tempo che passa, bensì a dimostrare che il miracolo sta proprio li, in quei legni, che ci mostrano di come il Tempo Immortale divenga infinitamente superiore a qualsiasi durata dell’umana esistenza. Una filosofia molto più orientale che occidentale, e infatti quel che appare all’apertura sipario altro non è che un giardino zen a misura d’uomo.
Di e con: Valentina Dal Mas
Testo originale: Valentina Dal Mas
Direzione tecnica: Federico Fracasso
Registrazioni audio: Matteo Balbo
Assistente alla creazione: Ludovica Messina Poerio
Un ringraziamento a: Angela Marangon, Claudia Rossi Valli
Produzione: La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale
Con il sostegno di: Scenario ETS e Teatro Due Mondi – Residenza per artisti nei territori, Faenza
Premio Scenario Periferie 2023
Luisa nasce dall’incontro con una fragile donna di nome Luisa. Luisa cuce. Cuce se stessa all’aria che la circonda, per non sfilacciarsi lontana dal mondo. Si affilia all’eterno continuo dei mulini a vento. Si aggrappa all’iniziale del suo nome per saettare verso lune di senso screziate a squarciagola, a ritmo di un baluginio, a cuor sospeso. Zigzaga come una stella smarrita in una costellazione chiamando a raccolta i frammenti sparpagliati di sé; li partorisce nel suo fazzoletto di cielo scontornato affinché rinvenga, il filo della sua vita. Sospinta da un refolo canterino, Luisa lambisce i confini della sua Terra Promessa fino a squarciarli battagliera come La Libertà che guida il popolo di Delacroix.
Luisa incarna La Fragilità che guida il popolo, un’adunanza di sfumature umane sempre cangianti e dissonanti nel loro divenire. Ma Luisa non sguaina verso il cielo la bandiera di una nazione, issa con disincanto la sua rosa perché, prendendo in prestito le parole dello psichiatra Franco Rotelli, “mancano cinquemila rose perché tante ne abbiamo messe, ma altrettante ne avevamo in più promesse!”.
Una drammaturgia sensoriale complessa, alimentata da incontri nati in contesti di cura trascritti in forma poetica, diviene l’intreccio di un tessuto emotivo che scuote gli sguardi, accarezzando l’aria.
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