Sip 'n Dip - Aperitivo Pittorico - Pubblicato da martin_inside

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  • Ven 06 Dicembre, 202419:00-21:00 |

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  • “Non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone” Audre Lorde, femminista e poetessa afroamericana È l’indicazione di una strada, l’offerta di una suggestione che è anche traccia precisa per costruire una visione alternativa: non si dismette un sistema violento se lo si imita, adoperando i suoi stessi strumenti, magari affermando che i nostri fini sono nobili e antagonisti del sistema. È la nonviolenza, quindi, non l’insurrezione non la ‘guerra giusta’ né la rabbia che distrugge, pur se comprensibile di fronte agli abusi, la strada e lo strumento per il cambiamento delle relazioni, per contrastare il patriarcato e il dominio. Interviene Monica Lanfranco – Giornalista e autrice dei libri Introduce e modera Alessandra Spada - presidente dell’Archivio storico delle Donne Frauenarchiv di Bolzano Durante la serata l’illustratrice Valentina Stecchi realizzerà dei disegni ispirata dai temi trattati Nel suo libro "Donne che disarmano. Perché la nonviolenza riguarda il femminismo", Monica Lanfranco esplora la connessione profonda tra nonviolenza e femminismo. Non è la forza distruttiva della rabbia, ma la paziente costruzione di alternative nonviolente che può smantellare le strutture oppressive del patriarcato. In "Mio figlio è femminista", l’autrice affronta il tema dell’educazione dei figli come chiave per combattere il sessismo. Educare i ragazzi a riconoscere e rispettare la parità tra i generi è un passo fondamentale per trasformare la cultura patriarcale, promuovendo nuovi modelli di mascolinità che rifiutano la violenza e l’oppressione. Le due opere offrono riflessioni complementari sull’importanza della nonviolenza e dell’educazione come strumenti di cambiamento per la società. Attraverso storie e testimonianze, questi libri approfondiscono l’idea che il rifiuto della violenza e l’educazione al rispetto e alla parità siano essenziali per costruire una società più giusta e inclusiva. Monica Lanfranco, a partire dai suoi due libri, ci inviterà a riflettere su come la nonviolenza e l’educazione siano strettamente legate. Una cultura pacifica non può nascere senza l’impegno a educare le nuove generazioni a valori di uguaglianza e rispetto, e il femminismo, con la sua lunga tradizione di lotta pacifica, rappresenta un esempio di come questi ideali possano essere incarnati nella vita quotidiana. Monica Lanfranco è giornalista, docente universitaria, autrice e formatrice sui temi della differenza sessuale e sul conflitto. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne sulla storia del movimento delle donne, sulla comunicazione di genere, e sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Ha fondato nel 1994 il trimestrale femminista MAREA. Ha collaborato con Radio Rai International e con Radio 3. Dal 2008 ha costruito Altradimora, centro di formazione femminista in Piemonte. Alessandra Spada è insegnante, autrice e presidente dell’Archivio storico delle Donne Frauenbarchiv di Bolzano. Si è occupata di storia di genere e di storia locale contemporanea. Il suo ultimo libro "Conquistare le madri" analizza il ruolo delle donne in epoca fascista in Alto Adige. Iniziativa realizzata in collaborazione con la Biblioteca civica "C. Battisti"e l'Archivio delle Donne Frauenarchiv.
  • > con Franco Lorenzoni, maestro e scrittore > modera Luca Bertolini durata: 80' L’incontro con maestre e maestri capaci di aprire prospettive nuove e inattese è al centro di questo nuovo saggio, “Educare controvento. Storie di maestre e maestri ribelli” (Sellerio Editore Palermo, 2023) in cui Franco Lorenzoni illustra la sua pedagogia innovativa e necessaria. Franco Lorenzoni è stato per quarant’anni maestro elementare e, insieme, ricercatore e formatore in un laboratorio pedagogico d’avanguardia. È autore di due libri ormai di culto “I bambini pensano grande” e “I bambini ci guardano” in cui si dipinge l’avventura di una scuola capace di dare piena voce a chi apprende. In questo terzo libro illustra la pedagogia dell’educare controvento. Vale a dire una scuola «incubatrice di vocazioni», come voleva Calamandrei, il cui fine è «il pieno sviluppo della persona umana» e il mezzo una ricerca continua delle proprie capacità per cercare di contrastare ogni esclusione sociale. Il maestro Lorenzoni prosegue con il suo stile anti manualistico e non dottrinario, partendo dalla memoria di molteplici esperienze e rivivendo incontri e lezioni indimenticabili. La pratica e la teoria. La pratica è nei capitoli dispari, che narrano ciò che nasce dal continuo dialogo con bambine e bambini e da laboratori che rovesciano il mondo per cercare di comprenderlo nei suoi aspetti fondamentali: il corpo, lo spazio, il tempo, la convivenza, il parlare, il contare, la natura e la spiegazione scientifica della realtà. La teoria è nei capitoli pari, ed emerge dagli incontri che lo hanno formato con maestre e maestri capaci di aprire prospettive nuove e inattese. UNITI PER I BAMBINI Teatro Cristallo e UNICEF BOLZANO
  • Ar/Ge Kunst presenta À JOUR, prima mostra istituzionale di Clemen Parrocchetti (Milano 1923 - 2016), artista ribelle e anticonformista che vive il ’68 come momento detonatore di svolta creativa e politica. È proprio in quegli anni di fervore delle battaglie femministe che l’artista utilizza strumenti e metodi del lavoro domestico per prendere posizione politica riguardo le questioni più dibattute a livello teorico nel movimento, quali il ruolo subalterno della donna, l’aborto e il divorzio come strumenti di emancipazione, la violenza domestica e la liberazione sessuale. La peculiarità del lavoro domestico nelle opere di Parrocchetti riflette la vicinanza dell’artista con il Collettivo Internazionale Femminista fondato a Padova da teoriche come Silvia Federici, Mariarosa Dalla Costa e Leopoldina Fortunati. Il Collettivo, tra le tante azioni politiche, porta avanti la campagna internazionale per il salario al lavoro domestico. Quest’ultima tematica è centrale anche per il Gruppo Immagine di Varese (Cibaldi, Gandini, Parrocchetti, Secol e Sironi), al quale Parrocchetti si unisce nel ‘78 e con cui partecipa alla Biennale di Venezia di quello stesso anno. La mostra si concentra soprattutto sulle opere di Parrocchetti degli anni Settanta. À jour, che dà il titolo alla mostra, mette in scena un gioco di parole in francese che richiama la tecnica del ricamo eseguito estraendo fili della trama di un tessuto in modo da produrre una leggera trasparenza. Il punto a giorno, appunto. Eppure, mettre à jour significa anche rendere manifesto qualcosa. In questo caso ciò che viene portato alla luce è la condizione stessa della donna nella sua lotta contro la subordinazione patriarcale. L’orlo “à jour” indica il lavoro femminile domestico costante che si ripete, la rielaborazione delle barriere che la donna-artista deve superare quotidianamente. Clemen Parrocchetti (1923-2016) ha vissuto e lavorato a Milano. Dopo il diploma all’Accademia di Brera, dal 1957, espone in più di cinquanta mostre personali in Italia e all'estero, sviluppando una ricerca originale e dal carattere forte, destinata ad accogliere le istanze contestatarie del '68 e a fondare un linguaggio femminista "espresso in cose", in linea con la prospettiva politica della rivendicazione del lavoro femminile di produzione e riproduzione non remunerato, vicino al Movimento di Lotta Femminista di Padova. curata da Marco Scotini, Francesca Verga e Zasha Colah

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