L’arte del racconto a parole e quella per immagini: un rapporto continuo e in costante rinnovamento capaci di essere ispirazione vicendevole oltre che di trarre ispirazione dal quotidiano.
Siamo uniti nella speranza di riconquistare senso e piacere nella vita dopo la morte di una persona cara. Questo è lo scopo degli incontri a cui partecipiamo ogni quindici giorni: per confidarci sensazioni, sentimenti, difficoltà e conquiste o speranze quotidiane nel difficile tempo di sofferenza per l’enorme cambiamento cui si è obbligati dopo la perdita di una persona significativa.
Con Vanda Brigadoi, facilitatrice del gruppo di auto mutuo aiuto per l’elaborazione del lutto
Nell’ambito di REVOLUTION che la morte ci trovi vivi
Entrata libera
Immagine: Foto di svklimkin da Pixabay
Dinanzi al mistero della morte l’essere umano si è sempre interrogato su quale sia il senso della propria vita. Che significato viene ad assumere la vita di fronte alla morte che apparentemente tutto annulla? Nel corso della storia dell’umanità la filosofia e le religioni hanno proposto risposte molteplici e fra loro molto differenti, sia per contenuti che per prospettive.
Forse per rispondere a questa domanda fondamentale siamo rimandati a noi stessi, al fatto originario che la nostra esistenza è fatta di consapevolezza e di responsabilità: consapevolezza della nostra fragile condizione di esseri che hanno un termine e la responsabilità di essere unici e irripetibili.
La consapevolezza che la nostra esistenza è limitata contribuisce a darle un significato, e non a sottrarglielo. L’avere presente la morte e poterla in qualche modo “anticipare” con l’immaginazione, permette di vivere autenticamente la propria esistenza.
Come suggeriva il filosofo e psichiatra V. Frankl: «Domandiamoci che cosa accadrebbe se la nostra avventura terrena non fosse determinata nel tempo, ma fosse infinita. Se fossimo immortali in questo mondo, avremmo ogni buona ragione per rimandare ogni nostro atto». In questo senso verrebbe meno la nostra stessa responsabilità per la vita. Di fronte a un’esistenza infinita ogni nostro progetto verrebbe meno.
Le sapienze antiche ci insegnano che il ricordo della morte, della nostra preziosa finitezza, può, paradossalmente, spingerci a cercare il significato della nostra vita e condurci a realizzare pienamente e responsabilmente chi siamo.
L’incontro sarà teorico ed esperienziale, verranno proposte riflessioni per comprendere come sia proprio la morte a dare senso alla nostra vita insieme a tecniche meditative, visualizzazioni e pratiche di consapevolezza del respiro.
Con Chiara Simoncini, medico omeopata, e Patrizia Liva, religiosa e tanatologa, dell’organizzazione di volontariato TuttoèVita, fondata da Guidalberto Bormolini.
Incontro gratuito, posti limitati, prenotazione obbligatoria: 0473 230128 – info@mairania857.org
Nell’ambito di REVOLUTION che la morte ci trovi vivi
Compianto per la morte di Liù, l'ultimo struggente brano di quella Turandot, che a sua volta è l'ultima opera composta da Giacomo Puccini prima di spegnersi il 29 novembre 1924. Una scenografia con disegni, costumi e sagome dei personaggi.
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