CULTURE

Torna la rassegna “Città di Merano”
Otto spettacoli di teatro amatoriale sul palcoscenico della Sala civica

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Torna anche quest’anno tra marzo e maggio e festeggia la sua venticinquesima edizione, la rassegna di teatro amatoriale “Città di Merano”. Organizzata dalla UILT (Unione Italiana Libero Teatro) e curata da Alfred Holzner, l’apprezzata iniziativa porta ogni anno lungo le rive del Passirio spettacoli di tema e peso vario.

Anche se i restauri del teatro “Puccini” costringeranno le compagnie, provenienti anche da fuori regione, a “stringersi un po’” per calcare il palco della Sala civica, l’offerta per il pubblico sarà comunque ampia. Incontriamo Alfred Holzner, che è anche autore e regista, per conoscere un po’ di storia passata e presente della rassegna meranese.

Com’è nata, ormai un quarto di secolo fa, questa rassegna?
È nata ben 26 anni fa, ma abbiamo dovuto saltare un’edizione a causa della pandemia. L’idea venne a due compagnie teatrali locali, Sipario amico di Merano e I genitori di Sinigo, che avevano deciso di dare vita ad una rassegna teatrale pensata inizialmente per le tre compagnie attive all’epoca in città, cui si aggiunse poi La Kombriccola. Negli anni, per ampliare l’offerta, si decise di ampliare il cartellone a otto spettacoli chiamando compagnie provenienti da tutta Italia.

Com’è cambiata nella rassegna negli anni?
Devo fare una premessa: tendenzialmente, il pubblico a teatro vuole divertirsi, ridere. Quando dieci anni fa ho preso in mano la direzione della rassegna, ho cercato di inserire negli otto spettacoli un paio di produzioni di maggiore “sostanza”, qualcosa che potesse invitare a riflettere, un teatro “che serve”, che indica i problemi che interessano la nostra società. Penso che l’obiettivo sia stato raggiunto, perché sono numerosi gli spettacoli rimasti nella memoria del pubblico. Personalmente mi trovo davanti ad un bel dilemma: come direttore artistico dovrei preferire gli spettacoli più leggeri, che mi permettono di riempire il teatro; come autore punto più alla qualità. Non vendo hot dog, ma devo anche pensare a riempire il teatro.

Che tipo di pubblico si mostra legato alla rassegna?
Negli anni il pubblico non è cambiato, è solo invecchiato. Facciamo un’enorme fatica a portare i giovani a teatro, perché è un mondo a loro ignoto. La scuola non avvicina studenti e studentesse a questa arte, a scuola il teatro non si insegna e non se ne parla quasi. La realtà italiana meranese frequenta poco i teatri e i genitori non ci portano i figli. Fare di corsi di teatro rivolti alle classi e produrre degli spettacoli nelle scuole potrebbe dare una svolta a questa situazione. Il mondo di lingua tedesca a teatro ci va, in primis perché legato al teatro leggero della Heimatbühne, perché è riuscito a coltivare un interesse vario per il palcoscenico. Al teatro di lingua tedesca ci vanno i giovani e i meno giovani.

Cosa riserva al pubblico l’edizione di quest’anno?
Sarà una miscela molto varia per temi e impegno, ci sarà da ridere e da riflettere. Abbiamo coinvolto compagnie di Veneto, Trentino e Lombardia e ovviamente non possono mancare le tre compagnie storiche meranesi, ovvero Sipario Amico, Il Piccolo Teatro di Merano, che quest’anno festeggia settant’anni di attività, e La Kombriccola.

Quali sono gli spettacoli in calendario?
Iniziamo il 23 marzo con la Compagnia Armathan di Verona che presenta Maladie d’amour; il 30 marzo tocca a Sipario Amico con Scambio di persona all’italiana; il 6 aprile il Teatro CaraMella di Brescia porta in scena Pomostoria; il 27 aprile la Compagnia Tutti in scena – Camponogara-Venezia presenta Oceano; il 4 maggio il Centro creazione teatrale di Cognola propone Aldebaran; l’11 maggio Il Piccolo Teatro di Merano porterà in scena Confusione; il 18 maggio toccherò alla Compagnia Amici del teatro di Pianiga (VE) con I 39 scalini; la rassegna si chiuderà il 25 maggio con D.r.l. Divinità a responsabilità limitata interpretato da La Kombriccola. Tutti gli spettacoli inizieranno alle 17.30 e si terranno nella Sala civica di via Otto Huber, a causa dei lavori ancora in corso al teatro “Puccini”.

A proposito: in che modo questo nuovo contesto influenzerà le recite?
Premettiamo che il teatro si può fare ovunque, anche in cantina. Tuttavia, gli spazi più ridotti della Sala civica porteranno a fare degli adattamenti non tanto al testo, quanto alla scenografia. Con qualche accorgimento, siamo riusciti a far comparire in scena tutto quello che serve. A tutti ho promesso che ci sarà in futuro l’occasione per rivedersi in un teatro più “comodo”.

[Mauro Sperandio]

 

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