Andrea De Valiere: oltre ogni difficoltà
Nella danza, così come nella vita, la sua forza di volontà lo porta ovunque
La danza occupa gran parte della vita di Andrea DeValiere, giovane ballerino e coreografo bolzanino. E non ha mai smesso di farlo, nemmeno quando le difficoltà sembravano imporglielo.
Andrea, dove inizia la tua carriera nel mondo della danza?
Ho iniziato a danzare presso la scuola di danza “Mariaclaudia Miori”, a 12 anni: hip hop e danza moderna. Dopo poco tempo ho intrapreso la strada dell’insegnamento. Come assistente, ho subito seguito gruppi di bambini, ma anche di ragazzi e ragazze della mia età. Ho capito che trasmettere la passione per la danza agli altri mi avrebbe reso felice e ho quindi deciso di buttarmi in questo mondo così dinamico. Progetti scolastici come le “Olimpiadi della danza” e iniziative didattiche nelle scuole a indirizzo musicale hanno in breve tempo riempito le mie giornate. Ovviamente non ho mai smesso di formarmi: ho studiato con inseganti internazionali in tutta Italia. E, tra i vari progetti seguiti, quello concluso a Roma con la compagnia “N.OUGH” è di gran lunga un mio traguardo. Tutto è iniziato alla “Trentino Danza Estate”, un evento locale in cui i ballerini di questa compagnia romana mi hanno notato e scelto. Da quel momento è iniziato il mio percorso accademico con N.OUGH, grazie al quale ho potuto studiare la danza a 360°, dalla creatività, allo studio musica, fino al solfeggio e alla storia della musica. È interessante pensare che ci sia una formazione anche nel campo del portamento, della realizzazione di video clip musicali e della preparazione di spot pubblicitari. Una volta terminato il percorso, si diventa veri e propri professionisti. A causa della pandemia, nel 2019 il progetto si è interrotto, e quindi ho concluso quest’anno la mia formazione. Tra i miei risultati principali c’è sicuramente la scuola di danza che ho aperto insieme ad altri soci. Anche lì la pandemia non ha giocato a mio favore: è scoppiata tre giorni dopo aver ricevuto le chiavi. Ma io e gli altri soci non ci siamo fermati, abbiamo utilizzato il tempo di stallo per ristrutturare la sala. Ed ora “A.S.D. Simply Dancers” è un luogo di ritrovo per piccoli e adulti che hanno voglia di ballare.
“Non mollare mai”: nel tuo percorso questa consapevolezza ti è sempre stata accanto...
A giugno 2023 ho fatto un brutto incidente in moto. È successo proprio mentre stavo andando a fare una lezione di danza, ed era l’ultima lezione prima dello spettacolo. Sono stato due giorni in coma. L’operazione è stata delicata. Ad oggi, mi scalda il cuore pensare che alcuni infermieri sono ora diventati miei alunni. Il mio recupero è stato un vero miracolo. Appena mi sono svegliato, ho pensato alla mia famiglia e subito dopo alla danza. Ho riiniziato a muovermi a fine agosto. A settembre ho ricominciato ad insegnare e a gennaio ero già a Roma con gli N.OUGH. Inutile dire quanto sia grato per questa rinascita, ma sicuramente la mia forza di volontà mi ha aiutato a non mollare. Per riabilitarmi camminavo in montagna in salita, stavo in ammollo nei fiumi con la caviglia rotta e ho continuato a fare ogni giorno tanto stretching, esercizi specifici, e ovviamente fisioterapia.
Come definiresti il tuo stile di danza? Un’esibizione che ti rappresenta particolarmente?
Il mio stile si è costruito negli anni. Tutto quello che scopro e imparo lo aggiungo alla mia base hip hop, old school. Lo definirei molto contaminato. Tra gli spettacoli che ho nel cuore c’è sicuramente uno showcase portato in scena al “The Flow” del 2019, in cui ho partecipato come gruppo ospite in apertura dell’evento. È stato speciale perché abbiamo ballato davanti ad un pubblico vastissimo e su un palco importante. Poi l’anno scorso, sempre al “The Flow”, ho ballato con il progetto con cui mi sono diplomato: è stata un’esplosione di emozioni, intensificate sicuramente dopo lo stop dell’incidente.
Cos’è la danza per te, in questo momento della tua vita?
La danza è come sempre il mio modo più sincero per esprimere concetti che a parole faccio fatica a pronunciare, oltre a un modo per sfogarmi emotivamente, sia in positivo che in negativo. A livello lavorativo credo di essermi creato una bella rete. Per quanto riguarda l’insegnamento, mi appassiona poter fare qualcosa per gli altri. Credo che la palestra di danza sia un posto sano in cui i ragazzi oltre a studiare, possono creare dei rapporti umani sani. E la danza consente a tutti di essere sé stessi, senza timore di esprimere la propria emotività. Offrire ai ragazzi un posto in cui potersi sentire sicuri nell’esprimersi è una bella missione..
[Francesca Tigliani]