Un Supermarket di generi musicali
Secondo album per il gruppo bolzanino: “Sympathia”, inciso su nastro

Ammiccando per struttura ai movimenti aggregativi che fino al recente fronte Pro Pal credevamo sopiti da quarant’anni, allora operanti in campo politico, sociale ma anche artistico-culturale, il giovane collettivo musicale bolzanino Supermarket è giunto questa estate alla sua seconda fatica intitolata “Sympathia”, annunciando anche l’imminente pubblicazione in rete delle versioni live dei brani di quella d’esordio e di alcuni titoli di quella già in cantiere.
Il gruppo è un laboratorio fluido, i cui membri sono spesso altresì produttori di altri artisti locali ma il cui nucleo di base è costituito da: voce, producer e autore Alejandro Zarate (CoobØlt), altre voci Nicola Polita (NickH), Francesco Marinell (Iando) e Manuel Fantacci (Fanta), Samuele D’accordo al basso, Alessandro Baio (Bajo) alle tastiere e alla produzione, Niccolò Degli Agostini e Davide Fusaro alle percussioni e batteria, d.j. e produzione Giacomo Zugarelli (Zuga) e Marco Distasio (Ocra M.), Thomas Traversa chitarra e produzione nonché co-fondatore del gruppo nel 2001 e dunque titolato a parlarne.
Il nome Supermarket porta a pensare che al suo interno si trovino così tanti generi da soddisfare i più differenti gusti musicali: interpretiamo bene?
Sì, è stato un po’ il nome a scegliere noi, anche perché un membro del collettivo già caricava le sue produzioni su un sito che aveva chiamato così. Quando abbiamo deciso di tenercelo ci siamo chiesti che significato potesse avere ed è proprio questa la corretta interpretazione: siamo tanti e ognuno ascolta musica diversa che confluisce poi in un’offerta unica.
Fate un pop molto fruibile ma che alterna diverse suggestioni e dunque non è facile da categorizzare a beneficio del lettore: vi siete studiati un’etichetta sotto la quale ritrovarvi o ci avete rinunciato?
È un giochino che abbiamo fatto anche tra di noi ma per ognuno risultava un genere diverso. A me piacerebbe dire che è “supermarket”, ma più che di generi preferisco comunque parlare d’influenze anche per una questione di rispetto nei confronti dei generi stessi: dicendo che faccio pop mi starei appropriando di una cultura che non mi appartiene, mentre affermando che mi ci ispiro significa che la ascolto e la rispetto.
Prova a descrivere comunque la vostra essenza…
Fondamentalmente è una fusione di tre elementi: elettronica, hip hop nella sua dimensione più pop e R’n’B.
Tramite quali ascolti sei arrivato alla musica che fai?
Io sono un grandissimo fan della black music in generale, in tutte le sue declinazioni, da quella soul americana dei ’60 e ’70, penso ad artisti come Marvin Gaye, James Brown e il funk, la disco e poi il reggae di Bob Marley, fino a quella Anni ’90 dei rapper come Tupac, Notorious B.I.G. e anche oltre con Ca3sar o Anderson Paak. Tra gli italiani ho amato Pino Daniele e poi il rap nostrano, Neffa, Sangue Misto, Kaos, Club Dogo o Guè. Tra i tanti interpreti di una black moderna cito l’ultimo lavoro dell’argentino Shablo, da anni attivo in Italia, che passa dalla bossa al funk, dall’hip hop alla disco...
Siete diventati un riferimento anche come produttori di giovani artisti locali, perché non di quelli più attempati? Un giudizio sulla scena locale?
Non è vero che non spingiamo le vecchie glorie. Io per esempio produco “I Polemici” e tengo sempre alta l’attenzione sulla musica che c’è stata: conosco Andrea Maffei, del quale assistevo ai concerti che ero piccolo, siamo superamici con Monika Callegaro e Sergio Farina. Bolzano ha un sacco di potenzialità pur non avendo una scena così coesa, ma patisce un problema che è in parte strutturale e in parte culturale: mancano gli spazi e potrebbe esserci più partecipazione. Purtroppo, per dirla in modo colorito, alla gente il culo un po’ gli pesa. Non vedendo le cose che ci piacerebbe vedere, noi comunque ce le inventiamo da soli. Tra i giovani abbiamo prodotto Tessa Kai (la cantautrice bolzanina Lisa Pivetta, ndr), il gruppo punk di Bolzano Kasado Project che è riuscito a conciliare un’anacronistica passione per gli Skiantos con la musica moderna creando un mondo originalissimo.
Lungi da voi i contenuti politici?
Abbiamo più volte contribuito a lanciare messaggi dal vivo ma, a parte qualche accenno a fatti di cronaca, non siamo ancora riusciti a recuperarli nei nostri testi. Abbiamo suonato al Südtirol Pride, poi di fronte al Comune ringraziandolo platealmente in forma ironica per tutto quello che fa per la città, abbiamo portato la bandiera della Palestina sul palco. Io ritengo comunque che sia politico anche il semplice fatto di spingere la scena locale per arrivare a fare le cose esclusivamente tra di noi senza ricorrere a fondi delle istituzioni.
Il secondo lavoro del collettivo Supermarket è uscito alla fine di giugno 2025: in che formato e come potremmo raccontarlo?
Sympathia è uscito in musicassetta perché uno del collettivo le stampa per lavoro ed è la nostra fortuna che abbia lo studio, perché in una sua parte andiamo a registrare le nostre produzioni. Un po’ perché ci piace lavorare con lui, un po’ perché amiamo quel formato, siamo usciti con un nastrino che, in definitiva, riprende il filo del nostro primo lavoro Supermarket vol. 1 ma risulta meno raccolta di canzoni e più strutturato, propendendo per sonorità un pochino più elettroniche. La vittoria del contest Upload ci ha dato le risorse per contattare Fortissimo, un’agenzia di marketing musicale con cui pianificare una strategia grafica e di pubblicazione, ragionando sull’idea, le sonorità, l’ordine dei pezzi, insomma facendo meglio le cose.
[Daniele Barina]
















































































































































































