Le tre anime di Brigitte Knapp
Teatro, canto e scrittura sono le passioni della versatile artista pusterese
Brigitte Knapp calca da anni numerosi palcoscenici dell’Alto Adige, tra musical, classici e prime mondiali. Fa parte dell’“Improtheater Carambolage” di Bolzano e ha presentato numerose opere teatrali.
Ha pubblicato tre volumi di racconti e unisce il testo al canto (e spesso alle arti visive) all’interno del progetto bk@Home:)ffice. Canta, anche lo jodel, con Heidi Clementi nel duo Huja. Nel 2024 ha pubblicato, insieme a Daniel Faranna, il suo primo album come cantautrice “verwurzelt&versteinert -GsichterGschichtn”
Brigitte, sei attrice, autrice e cantante: come convivono queste anime artistiche in te? Ce n’è una che prevale sulle altre?
Sono ottime amiche e si nutrono reciprocamente. Amo tutte e tre le attività e mi piace molto anche quando confluiscono l’una nell’altra, cioè quando posso lavorare attraverso diverse discipline.
Hai iniziato la tua formazione a Brunico e poi ti sei spostata a Innsbruck e Vienna. Cosa ti ha lasciato ogni tappa del tuo percorso formativo?
A Brunico (corso di base per il teatro e la comunicazione, poi scuola di teatro di Brunico) ho acquisito una buona conoscenza del teatro a tutto tondo. Ho potuto imparare molto dei vari ambiti durante gli stage e l’assistenza al teatro comunale di Brunico. Questo mi ha aiutato, ad esempio, nel mio successivo lavoro di regista. Alla scuola di teatro di Innsbruck e nei corsi paralleli ho approfondito le mie conoscenze sul ruolo, sulla parola e sulla voce. A Vienna ho sostenuto solo l’esame finale.
Nel tuo teatro si percepisce spesso una forte componente sociale e politica. Quanto è importante l’impegno nei tuoi testi e nelle tue scelte artistiche?
Non sono brava ad affrontare discorsi politici, ma le questioni di attualità mi toccano e cerco di reagire ad esse nella mia arte. Troppo spesso mi sento impotente, ma credo che l’arte abbia un grande potenziale per avviare un cambiamento, a partire dal modo di pensare. In generale manca l’empatia, che però può essere aumentata attraverso le storie, la musica e l’umorismo.
Hai partecipato a moltissimi progetti in teatri diversi, spesso alternativi e sperimentali. Cosa cerchi in un progetto teatrale per dire “sì, ci sto”?
In quasi tutti i progetti trovo qualcosa di interessante e coinvolgente: a volte sono le persone con cui si lavora, a volte sono i temi o gli approcci. Nel complesso, per me è importante che ci sia un equilibrio tra divertimento e impegno, e una collaborazione rispettosa tra le persone coinvolte. Il più delle volte è il mio istinto a decidere.
Sei anche molto attiva nella musica: cosa offre il canto che magari la scrittura e il teatro non offrono?
La voce, il canto, è lo strumento più antico e forse il più onesto del mondo. Si dice che la voce sia la porta dell’anima e che chi canta non possa provare paura allo stesso tempo. Per me il canto è un dono, è curativo, è edificante – per gli altri e allo stesso tempo per me stessa! Nell’ultimo anno ho potuto cantare di più le mie canzoni, i miei testi (in collaborazione con Daniel Faranna) ed è quello che ho sempre voluto e che chiude il cerchio, perché il canto è stata la prima arte che ho sperimentato e praticato a casa da bambina.
I tuoi libri, da “Aurora” a “Fischer am Berge” e “verwurzelt&versteinert” sembrano legati a un immaginario molto radicato nel territorio. Quanto ti ispira l’Alto Adige?
È il luogo in cui vivo e traggo molto da ciò che mi circonda ogni giorno. Persone, paesaggi, storie. Trovo interessante guardare a volte più da vicino ciò che si vede ogni giorno.
Sei stata anche regista. Come cambia il tuo sguardo quando dirigi rispetto a quando reciti un ruolo?
Quando dirigo naturalmente ho sempre in mente il quadro generale e penso al risultato finale e all’effetto sul pubblico. Quando recito sono molto più immersa nel momento con il mio personaggio e mi preoccupo di capire e raccontare la sua storia.
Hai scritto opere bilingui e partecipato a progetti multilingui. Che ruolo ha la lingua – le lingue – nel tuo lavoro creativo?
Mi piace giocare con il linguaggio e usare la lingua come un colore. Viviamo in un mondo multilingue e mi piacerebbe che questo accadesse ancora di più nelle nostre canzoni e nei nostri racconti... Perché non passare dal dialetto al tedesco, all’italiano, a... in una poesia o in una canzone?
C’è un progetto futuro (teatrale, letterario o musicale) a cui stai lavorando e che puoi anticiparci?
Ci saranno altri concerti di “verwurzelt&versteinert - GsichterGschichtn”: ad esempio il 5 giugno a Trodena, in estate a Innsbruck e il 22 ottobre a Collepietra. I preparativi per il musical teatrale “Der Ritter von Rafenstain” (libro: Charles von Rafenstain, libretto: Brigitte Knapp, musica: Ivan Marini, regia di Chris Mair) sono in pieno svolgimento (debutto il 23 agosto a Castel Roncolo a Bolzano). E sto lavorando a un libro di poesie in tre parti con musica, che spero di pubblicare nel 2026.
[Ana Andros]