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CULTURE

L’amore in tutte le sue forme
Emmanuelle Sigal presenta a Merano il suo ultimo album “Les Explorateurs”

11 JEuni

Di famiglia francese, nata e vissuta fino all’adolescenza in Israele, a casa (giusto per un po’) in giro per l’Italia e l’Europa, Emmanuelle Sigal è cantautrice e collagista. Con la stessa attitudine, tanto nelle grafiche tanto nella musica, indaga e racconta una realtà che è multiforme e multicolore.

L’occasione per incontrarla ce la dà l’uscita di un nuovo album intitolato Les Explorateurs e sottotitolato L’amore in tutte le sue forme, pubblicato dalla Riff Record di Bolzano. Si tratta di un “viaggio” in nove tracce che mescolano la tavolozza delle emozioni umane e un caleidoscopio musicale, un vademecum per una riflessione sul tema dell’amore. In vista della presentazione dell’album e della prima data del suo tour promozionale, che si terrà il 21 febbraio alle ore 21 al Centro per la Cultura di Merano, chiediamo a Emmanuelle di introdurci al suo nuovo lavoro.

Chi sono “gli esploratori” che cita nel titolo del suo nuovo album?
Gli esploratori sono dei cercatori di verità che si dedicano all’indagine della dimensione interiore, come il pubblico a cui l’album si rivolge. “Sono tutti benvenuti”, ma mi rendo conto che questo non è un album che a tutti piacerà. I miei cercatori rispondono a una chiamata interiore che diventa sempre più forte e li porta ad andare oltre quello che la società gli ha insegnato a fare. Questo atteggiamento crea una separazione tra loro e il resto dell’umanità, un divario che si fa ancora più grande perché i cercatori di verità coltivano una dimensione che è interiore. Queste persone speciali mantengono la loro indipendenza, sottraendosi alla realtà comune che è sottoposta al giogo della paura. A riguardo, sto lavorando ad una mostra di miei collages che sarà intitolata Who do you serve? e inviterà il pubblico a rispondere alla domanda “Chi stai servendo? La paura o l’amore?”, ponendo una riflessione sui motivi che ci spingono a fare e non fare.

L’amore si vive, dell’amore si parla, l’amore si studia: ci sono parole per trattare esaurientemente questo tema?
A mio modo di vedere l’amore è come il Graal, è l’obiettivo del nostro viaggio su questo pianeta. L’amore è una dimensione che noi esseri umani non conosciamo, anche se in ognuno di noi c’è un pezzo di questa verità. La nostra conoscenza non è completa e, anche se pretendiamo di sapere tutto su questo sentimento, ciò che conosciamo è un compromesso. Ma l’amore vero non conosce compromessi. A volte confondiamo lo scambio con l’amore, ma questo è un fatto che riguarda il cervello e non il cuore. L’amore richiede un esercizio continuo, grande perseveranza nel non indugiare nelle nostre zone di comfort. Ne parlo compiutamente nel brano Drôle de danse, che descrive la storia di un grande businessman che perde un affare per un momento d’amore, accorgendosi che l’amore non ha prezzo. Decide così di girare il mondo per cavalcare questa esperienza, nell’illusione di poterla trovare al di fuori di sé. Dopo un lungo viaggio, tornato a casa senza soddisfazione, capirà finalmente che solo entrando nel suo cuore e tornando a sé stesso dove la libertà. Cos’è la libertà? La possibilità di attraversare le “pellicole” delle nostre emozioni per riuscire a scendere in fondo al nostro cuore.

In quest’ottica la sofferenza ha un valore salvifico?
Penso che purtroppo l’essere umano solo quando soffre, quando non ha un’altra possibilità, cambia. Se penso alla condizione attuale dell’umanità, credo che il dolore che stiamo vivendo ci porterà a cambiare in maniera radicale in modo in cui viviamo la nostra esistenza. Tornando all’amore, l’unico modo per occuparsene” è viverlo, sentirlo attraverso il nostro corpo.

Dopo alcuni anni di assenza, è tornata a vivere in Alto Adige. Cosa l’ha (ri)portata qui?
Non so mai quanto a lungo resterò in un posto, amo non familiarizzare troppo con niente e nessuno. Penso che un legame troppo stretto possa rovinare la freschezza della relazione, anche con i luoghi. Così facendo, riesco a vedere ogni persona e ogni posto come nuovi, senza cadere nella conoscenza come accumulazione di esperienze. Il mio cuore è la mia bussola, non so esattamente perché mi abbia riportato qua, ma non mi lamento perché è un territorio davvero stupendo e la natura dell’Alto Adige mi si offre come una scuola sacra.

Nel brano Elle est où l’humanité figura un duetto con il noto cantautore Giorgio Conte: com’è nata questa collaborazione e perché Conte era la persona giusta per quel brano?
È una collaborazione nata un po’ per caso, una gioia inattesa. Giorgio, fratello di Paolo Conte che ascoltavo già da bambina, è una persona di una grande tenerezza, che mi ha fatto la grande gentilezza di fare 350 km da Asti a Ravenna, dove abbiamo registrato il disco. L’incontro con lui è come un film che ti porta lontano e ho pensato che lui fosse perfetto per un brano come Dov’è l’umanità? La sua voce e la sua presenza hanno dato un carattere magico al brano.

Dove vuole che la porti questo album e chi vorrebbe lo ascoltasse?
Lasciamoci sorprendere dal mistero della vita. Spero proprio, però, che le mie canzoni arrivino a portare al momento giusto un po’ di calore a chi ne ha bisogno.

[Mauro Sperandio]

 

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