Enkel Zhuti e la passione per la danza
L’ex ballerino professionista organizza da anni manifestazioni per giovani

Enkel Zhuti ha iniziato la sua carriera come primo ballerino, e oggi è diventato un punto di riferimento per la danza bolzanina. Promotore della “Rassegna della danza” e delle “Olimpiadi della danza”, coinvolge ogni anno centinaia di ballerine e ballerini a Bolzano e in altre regioni italiane.
Chi fa danza nel capoluogo altoatesino ha sicuramente sentito parlare almeno una volta di Enkel Zhuti. Ballerino professionista, ma non solo. Albanese, dopo aver frequentato l’Accademia dell’Opera di Tirana è arrivato in Italia, più precisamente a Mantova, per dedicarsi ad una passione che era a quel punto diventata un mestiere.
Ha danzato come primo ballerino al teatro Nuovo di Torino, allo Smeraldo di Milano, al Donizetti di Bergamo, al Civico di Vercelli, al Romolo Valli di Reggio Emilia, in ruoli primari nel “Don Chisciotte”, “Schiaccianoci”, “Carmen”, “Giselle”, “La bella Addormentata” e non solo. La sua passione per la danza lo ha infatti portato a diventare promotore di tantissime iniziative locali. Il suo scopo? Diffondere l’amore per il ballo e creare una comunità danzante. E c’è riuscito: attraverso concorsi e rassegne, ogni anno centinaia di ballerini si ritrovano sullo stesso palco per condividere la propria arte con il pubblico e con i propri compagni.
“Nasco come ballerino e lo sono tutt’ora. Sicuramente non mi alleno più con la stessa costanza di prima, ma il ballo continua a far parte della mia vita. Ad oggi faccio circa tre spettacoli l’anno e mi alleno tutti i giorni per essere al massimo della mia forma. Ma a 57 anni il mio scopo principale è quello di diffondere il più possibile l’amore per la danza”.
Una mission che Enkel ha sicuramente centrato, e i progetti in cantiere sono ancora tantissimi. Ad esempio, tra le iniziative in programma per questo anno scolastico si contano la “Rassegna della danza”, che da sempre va in scena alla Haus der Kultur di Bolzabo (la prossima edizione è in programma il 30 gennaio e l’1 febbraio); “I giovani altoatesini più meritevoli della danza”, una rassegna organizzata per le ballerine e i ballerini che gli insegnanti considerano più meritevoli (in programma sabato 15 novembre al Teatro comunale di Gries); e ovviamente le “Olimpiadi della danza” (in programma domenica 12 aprile 2026 al Palasport).
Ad oggi sono circa 60mila i giovani di tutta Italia che, con le loro scuole, aderiscono alle Olimpiadi della danza. E a Bolzano l’evento riunisce scuole italiane e scuole tedesche. Un momento di unione nello sport... ma non solo. Grazie a questo progetto, infatti, tanti giovani vengono a conoscenza delle scuole e si iscrivono a danza.
“Anche molti maschi si sono iscritti negli anni” sottolinea Enkel, ricordando l’importanza di questo primo approccio nelle scuole. “I bambini e le bambine preparano una coreografia allenandosi una volta a settimana per 10 lezioni”.
Dove nasce l’idea di creare una rete danzante a Bolzano?
“Nel 1997 ho capito quanto sarebbe stato entusiasmante realizzare una manifestazione che coinvolgesse le diverse scuole di danza. All’inizio sembrava difficile: con le prime scuole ho riempito una prima sala di Rovereto. Con la seconda edizione le scuole sono raddoppiate, quindi ho dovuto organizzare due serate. Ho deciso di organizzare la stessa manifestazione anche a Verona e Bolzano. All’inizio i risultati non erano evidenti, ma con tenacia sono andato avanti e sono arrivato fino a Firenze e ancona Torino e Genova. Nel 2001, oltre ad aver fatto rassegne in tutte le città, ho coinvolto le scuole pubbliche di Bolzano offrendo le prime lezioni in maniera gratuita. Ho chiamato personalmente 25 professori: hanno aderito in 23 scuole italiane e tedesche, che hanno partecipato insieme. E poi manifestazione ha riempito tutto il Palasport”.
Cosa è importante nei suoi spettacoli?
“Negli spettacoli che organizzo non c’è competizione, una caratteristica fondamentale per coinvolgere i dilettanti. Eventualmente saranno poi gli insegnanti e le scuole di danza a decidere quali ballerini sia il caso di far partecipare ai concorsi. Nei miei progetti non vengono offerte borse di studio, non ci sono sponsor e non sono invitati personaggi famosi. Non ci sono tutti gli elementi che comunemente si crede possano portare al successo. E così emerge la passione. Io offro loro lo spazio e i ragazzi diventano i protagonisti: sono loro stessi a diventare il “personaggio famoso” dello spettacolo. Penso che ci sia così tanta partecipazione perché gli insegnanti capiscono che questo è il luogo giusto in cui portare i propri lavori. E così si crea comunità e collaborazione fra le scuole”.
[Francesca Tigliani]
















































































































































































