“Ho qualcosa da dirti, guarda le mie mani”
Corsi di lingua inclusivi per persone sorde (ma anche udenti)
Lo stereotipo vede noi italiani parlare con i gesti. Piuttosto, impariamo a farlo con i segni.
Grazie al sostegno provinciale dell’Ufficio Bilinguismo e lingue straniere della Ripartizione Cultura italiana, il Centro Studi e Ricerche A. Palladio propone due corsi per imparare la Lingua dei segni italiana (LIS), mentre alpha beta piccadilly si rivolge alla comunità sorda con corsi di tedesco L2 specifici per conseguire l’attestato di bilinguismo.
“La lingua è uno strumento fondamentale per la comunicazione e la comprensione reciproca”, afferma il vicepresidente della Provincia e assessore alla Cultura italiana Marco Galateo. “Avvicinare le persone sorde alla seconda lingua consente loro di partecipare attivamente alla società, di esprimere i propri pensieri e di comprendere gli altri. Lo stesso vale per le persone udenti che, imparando la LIS, possono conoscere e approfondire la cultura sorda. Questo favorisce l’inclusione e la costruzione di relazioni significative”, aggiunge Donatella Ricchetto, direttrice dell’Ufficio Bilinguismo e lingue straniere.
Gli esempi di alpha beta piccadilly e Centro Studi e Ricerche A. Palladio
Abbracciare ogni individuo attraverso le lingue: una missione centrale per alpha beta piccadilly, agenzia che promuove la formazione linguistica, la comunicazione interculturale e lo sviluppo del plurilinguismo in Alto Adige. “La nostra filosofia - spiega Eva Burger, direttrice della sede di Bolzano - è offrire corsi accessibili ad ogni persona. Bambini, anziani, persone immigrate e detenuti: tutti hanno il bisogno di comunicare e il diritto di imparare una nuova lingua. Per questo motivo è importante coinvolgere nella nostra utenza anche la comunità sorda, con specifici corsi che nel corso degli anni hanno avuto un buon successo”.
Da 20 anni l’agenzia propone corsi per l’apprendimento della seconda lingua rivolti a sordi e ipoacusici. Inizialmente solo in italiano - ancora oggi attivi con il contributo dell’Ufficio Educazione permanente – e poi anche in tedesco grazie al sostegno dell’Ufficio Bilinguismo e lingue straniere. Il risultato? Oltre 1.000 ore di insegnamento per la preparazione all’esame di bilinguismo.
“Tale attestato - continua Burger - è molto importante anche per le persone sorde. Conseguirlo permette loro di inserirsi nella rete sociale e di trovare lavoro più agevolmente. Collaboriamo con l’Associazione genitori bambini audiolesi che ci segnala chi vuole frequentare i nostri corsi. Un test d’ingresso definisce il livello e poi inizia il corso in presenza, con lezioni individuali o di coppia, secondo le necessità dello studente”.
Se è vero che poter comunicare sia un aspetto fondamentale per ogni individuo, lo è altrettanto saper comprendere e interagire con chi si ha di fronte. Per questo, imparare la Lingua dei segni diventa un’opportunità di inclusione anche per chi è udente: il Centro Studi e Ricerche A. Palladio offre due corsi LIS, livello base e avanzato. “Sono rivolti a chi desidera avvicinarsi alla cultura sorda per motivi familiari, crescita personale o semplice curiosità. In particolare - spiega il direttore Marco Merzi - fanno parte di un ciclo di progetti sul tema dell’accesso alla cultura per sordi e ipoacusici avviato nel 2021. La sensibilità e l’impegno dei partecipanti sono motivo di grande soddisfazione”.
I due corsi sono erogati online con lezioni in diretta, alternando un approccio frontale tra insegnante e discente a momenti di interazione tra i partecipanti. L’obiettivo è approfondire i principi della lingua dei segni italiana, una vera e propria lingua con una propria struttura grammaticale, come spiega la docente e interprete LIS Emanuela Ghelardini: “La lingua dei segni è una forma di comunicazione gestuale-visiva con una struttura grammaticale autonoma. Conoscerla favorisce l’inclusione e l’integrazione tra persone sorde e udenti. In contesti pubblici, spesso la persona con sordità non può comunicare perché chi è udente non conosce la LIS. I corsi mirano ad abbattere tale barriera”.
E se la lingua dei segni fosse insegnata anche a scuola? Ghelardini non ha dubbi: “Sarebbe fantastico. Questo già avviene in alcune scuole primarie del Piemonte e delle Marche, a prescindere dalla presenza o meno di alunni sordi in classe. È una lingua che contrasta l’isolamento, con ampi benefici anche per chi ha particolari disturbi dell’apprendimento. Desidererei che sempre più persone udenti imparassero la LIS, esempio tangibile di inclusione e partecipazione”.
[Fabian Daum]
Scripta Manent è una rubrica sostenuta dalla Ripartizione cultura italiana della Provincia autonoma di Bolzano, che nel 2024 presenta progetti ed iniziative che coniugano cultura e benessere.
Tutti gli articoli, con un respiro anche nazionale ed europeo, sono reperibili online: https://medium.com/scriptamanent