Al Passo del Brennero il museo è in autostrada
Sulla A22 un’esposizione permanente dedicata a Fabrizio Plessi
“Facciamo una pausa?”. Quante volte sono state pronunciate queste parole in autostrada in prossimità di un’area di sosta. Un’esigenza legittima alla quale Autostrada del Brennero ha voluto aggiungere una nuova motivazione per vivere al meglio l’esperienza viaggio: “Visita al museo?”
Al valico di Brennero, negli spazi un tempo occupati dalla dogana che divideva Italia e Austria, si trova oggi il primo esempio in Italia di spazio museale in autostrada: il Plessi Museum. Inaugurato nel 2013 e sviluppato su un’area di circa 13.000 metri quadri, il complesso architettonico reinterpreta il concetto classico di area di sosta, estendendolo da semplice luogo di riposo e ristoro a vero e proprio luogo di cultura.
“Siamo riusciti a trasformare un’area di servizio - spiega Carlo Costa, direttore tecnico generale di Autostrada del Brennero Srl e progettista architettonico della struttura - da “non luogo” a “super luogo”, con una forte connotazione artistica e attrattiva. Con l’entrata in vigore del Trattato di Schengen, l’area doganale venne dismessa e vi fu la necessità di riqualificare la zona. Inizialmente venne allestito un ampio parcheggio con bar, cui seguì la progettazione di una struttura con l’obiettivo di rappresentare al meglio il territorio in un’area dalla forte connotazione geopolitica. Non solo all’esterno, ma anche al suo interno”.
Qui entra in gioco Fabrizio Plessi. In occasione dell’Expo 2000 ad Hannover, l’artista nato a Reggio Emilia realizzò “L’anima della natura”, opera dedicata ai territori che costituiscono l’Euregio, il progetto comune di collaborazione transfrontaliera tra Tirolo, Alto Adige e Trentino. L’installazione artistica è composta da tre triangoli (a simboleggiare i tre territori Euregio) e da una serie di schermi che ne simulano l’immersione in acqua. Proprio l’acqua è l’elemento dominante dell’opera, rappresentata nelle forme che meglio caratterizzano i tre territori: i ghiacciai tirolesi, i fiumi altoatesini e i laghi trentini.
Il Passo del Brennero, che gode di una posizione centrale per i territori Euregio, viene quindi individuato come luogo ideale per l’esposizione permanente dell’opera. A valorizzare il percorso espositivo sono installazioni video, illustrazioni grafico-pittoriche e complementi d’arredo quali tavoli, scaffali e sedute sempre a cura di Fabrizio Plessi. All’interno della struttura trovano spazio un punto di ristoro, aree di servizio, spazi per l’allestimento di mostre temporanee e una sala conferenze concepita come sede privilegiata per incontri culturali e istituzionali tra mondo italiano e tedesco.
L’esterno dell’edificio è allo stesso tempo sia impattante per chi percorre il tracciato autostradale, che equilibrato e armonioso con i colori della zona: ampie vetrate sorgono dalla pietra naturale e vengono rivestite da una copertura in acciaio corten. Una perfetta simbiosi tra elemento naturale ed artificiale capace di mettere in relazione l’architettura con il paesaggio circostante. “È difficile - commenta Costa - che un’area di servizio resti impressa nella mente, garantiscono tutte i servizi basilari e sono spesso anonime e omogenee tra loro. Quello attuato al Passo del Brennero è un esperimento di successo che mi piacerebbe venisse esteso su altre aree di sosta nazionali. L’autostrada è una cesura del paesaggio che può essere rimarginata proponendo cultura legata al territorio stesso”.
La sosta in autostrada è sempre rigenerante. Al Brennero ha anche un alto valore artistico.
[Fabian Daum]
CHI È FABRIZIO PLESSI?
Nato a Reggio Emilia nel 1940, Fabrizio Plessi compie i suoi studi all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, dove si laurea nel 1962 e per molti anni vi insegnerà. L’opera di Plessi è incentrata principalmente sul tema dell’acqua e del fuoco, rappresentati su grandi schermi. Usando il video come strumento artistico, ha tracciato un percorso innovativo che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Icona d’arte e vincitore di numerosi riconoscimenti, Plessi ha collaborato con importanti marchi della moda ed industriali. Indimenticabili le sue scenografie elettroniche realizzate per il memorabile concerto di Luciano Pavarotti al Central Park di New York nel 1993.