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CULTURE

Il favoloso mondo di Rebekka

17 Rebekka

Due mesi e mezzo e cinquemila chilometri di pedalate tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Un “altro” modo di viaggiare, un “altro” modo di sentirsi ospite.

Rebekka Moser ha percorso cinquemila chilometri in bicicletta in due mesi e mezzo di pedalate. Lo ha fatto insieme a Felix, il suo ragazzo, scalando Alpi e Pirenei, attraversando Italia, Francia, Spagna e Portogallo e passando le notti in tenda nei terreni di ospitali agricoltori. Un viaggio figlio di un ottimo stato di salute fisica, ma soprattutto di uno straordinario sguardo sul mondo. Mentre la pandemia e i suoi effetti stavano danneggiando pesantemente l’approccio all’altro e la convivenza sociale, Rebekka è partita per un lungo viaggio fidandosi del giudizio e dell’ospitalità di chi incontrava.

Il racconto
Quel particolare sguardo traspare immediatamente anche mentre racconta del suo lungo viaggio seduta in un bar del centro di Bolzano: “Mi piace viaggiare e tengo un diario — premette — ma scrivo solo per me, non ho Instagram e ho un profilo Facebook inattivo”.
Probabilmente lo precisa per mettere le mani avanti, ma è chiaro che ha molte cose da raccontare, a partire dal complicatissimo itinerario.
“È stato un lungo viaggio, siamo partiti da Bolzano il 23 maggio con l’idea che avremmo raggiunto la Spagna, ma senza un progetto preciso. Il primo giorno ci siamo fermati al lago di Ledro, poi abbiamo proseguito per Milano, Torino e, superata Cuneo, abbiamo valicato il confine francese”.
Rebekka prosegue descrivendo le varie tappe, ma è evidente che i nomi dei luoghi le dicono poco o nulla, mentre quando racconta delle persone incontrate, il suo sguardo si illumina e non deve concentrarsi per ricordare nomi e date.
“Ho conosciuto gente bellissima e mi sono fidata di quel che mi consigliavano. In Francia abbiamo deciso di andare verso sud, ma senza raggiungere la costa, troppo trafficata”.
Le centinaia di chilometri che Rebekka e Felix hanno percorso Oltralpe, inevitabilmente, non sono state dettate dall’osservazione di una mappa, ma dagli incontri. In particolare quello con Solal, un ragazzo francese dal sorriso contagioso. “È stato un incontro fondamentale, Solal parlava con tutti e ci ha dato una grossa mano a trovare le persone che ci hanno permesso di piantare la tenda nei loro terreni e giardini”.
Una tenda che non ha mai visto un campeggio: “No, in effetti, ci è capitato di dormire in albergo tre o quattro volte, soprattutto nelle grandi città o causa maltempo, ma mai in campeggio. Quasi sempre, abbiamo piantato la tenda nel giardino di chi abbiamo incontrato durante il viaggio, lavandoci nei laghi, nelle fontane o utilizzando le fantastiche docce dei lidi e delle spiagge”.
Dopo aver attraversato il Sud della Francia, la coppia è entrata in Spagna dirigendosi verso la Catalogna, restando all’interno di Barcellona e scendendo sulla costa nel tratto a est di Valencia. Lì sono saliti a bordo di un pullman per raggiungere Bilbao.
“Nel meridione della Spagna faceva troppo caldo e ci hanno consigliato di proseguire il viaggio più a nord. Così abbiamo optato per un trasferimento in bus, ma a Bilbao era fin troppo freddo”.
Il giorno dopo, nonostante il clima pessimo, hanno proseguito il viaggio verso ovest transitando tra sperduti villaggi lontanissimi dai centri turistici. “Un panorama magnifico, laghi e montagne bellissime. Dormivamo nei terreni dei campesinos, dei contadini, e dovevamo fare la spesa per più giorni perché la zona era quasi deserta. Incontravamo qualche piccolissimo villaggio ogni tanto, ma rischiavamo di restare senza provviste”.
Dopo aver proseguito verso i Picos de Europa, Rebekka e Felix hanno raggiunto il nord del Portogallo e solo l’acqua ha fermato la loro lunghissima pedalata. “Siamo stati felicissimi di raggiungere l’oceano, soprattutto perché il caldo incominciava a farsi sentire. È stato davvero bellissimo”.

Il ritorno
Per rientrare a Bolzano, hanno prima pedalato verso Santiago di Compostela e poi hanno proseguito in bus fino a Barcellona dove li attendeva il traghetto per Civitavecchia. “Anche in Italia abbiamo incontrato tantissime persone ospitali e gentili che ci hanno indicato i posti più belli da visitare. Abbiamo sempre deciso sul momento dove dirigerci e abbiamo scoperto un’Italia poco conosciuta ma davvero meravigliosa”.
Giunti in bici fino ad Ancona, hanno poi preso il treno fino a Bassano del Grappa, ma infine hanno proseguito pedalando perché, come spiega Rebekka, “ci mancavano pochi chilometri in bici per superare i cinquemila totali”. Quei pochi chilometri erano 150, ma lo dice come se fosse corsa a fare la spesa sotto casa. Sarà una questione di allenamento.
In agosto Rebekka Moser ha completato un tirocinio presso l’“Ufficio Politiche Giovanili” della Provincia di Bolzano, dove non hanno perso l’occasione per farle tenere una rubrica sui viaggi alternativi su Instagram e Facebook.

[Massimiliano Boschi]

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