Biblio around the clock
Bibliotheken auf dem Vormarsch
Für viele waren Bücher, ob nun gedruckt oder digital, in den letzten Monaten Embleme der Resilienz. Bibliotheken stellen aber nicht nur Lesestoff zur Verfügung, wie Valeria Trevisan (Biblioteca Provinciale Claudia Augusta) und Johannes Andresen (Landesbibliothek Dr. F. Tessmann) wissen. Sie leisten einen wichtigen kulturellen und sozialen Beitrag, der in Krisenzeiten mehr denn je von wichtiger Bedeutung ist.
Erste Frage für Johannes Andresen: Wie hat sich die Rolle der Bibliotheken im letzten Jahr verändert?
Interessanterweise hat der erste Lockdown, in dem ja die Bibliotheken vollständig geschlossen waren, und die im Lockdown stattgefundene Diskussion, ob „Buch und Information“ zu den essentiellen Dienstleistungen gehören oder nicht, aus meiner Sicht das Bild der Bibliotheken gestärkt. Bibliotheken waren danach ab Mai zumindest rudimentär durchgehend geöffnet, um die Bürger mit Medien und Informationen zu versorgen. Allerdings konnten sie ihre Rolle als Treffpunkt, Austausch- und Kommunikationsort im letzten Lockdown und auch derzeit überhaupt nicht wahrnehmen.
Hat Ihrer Meinung nach in den Köpfen der Nutzerinnen und Nutzer ein Umdenken stattgefunden?
Ich denke schon. Wir sind im ersten Lockdown mit Anfragen um Benutzerausweise überrannt worden, weil viele die digitalen Bibliotheksangebote (Biblio24) nutzen wollten. Die Online-Bibliothek „Biblio24“ hat im letzten Jahr ihre Benutzer- und Ausleihzahlen mehr als verdoppelt. Und auch andere Plattformen wie „Tessmann digital“ haben starke Zuwächse zu verzeichnen. Ich denke, die Veränderung bei den Nutzern liegt in der Selbstverständlichkeit, wie digitale Angebote, sowohl bibliothekarische, Schulungs- oder Veranstaltungsformate inzwischen angenommen werden.
Wie haltet ihr den Kontakt zu eurer „Kundschaft“ aufrecht?
Das ist in diesen Zeiten nicht einfach. Natürlich haben wir noch die Kontakte am Ausleihschalter, die telefonische Info-Hotline, unseren Veranstaltungs-Newsletter. Aber dennoch ist etwas weggebrochen und wir haben auch viele Benutzer erst einmal verloren, weil viele Dienstleistungen (Zeitungs- und Zeitschriftenbereich, Lesesaal, Veranstaltungen) nicht angeboten werden konnten. Umgekehrt haben wir auch Benutzer durch neu aufgebaute Formate gewonnen. Schulen aus ganz Südtirol buchen inzwischen „Information-Literacy-Workshops“, die online stattfinden, viele schauen sich die Videos mit literarischen Lesungen und Gesprächen, Vorträgen, Buchvorstellungen und Buchrezensionen auf unserem YouTube-Kanal an, die wir in einem neu gebauten Video-Lab, unserem „Fritz-Cube“, professionell aufzeichnen können – übrigens ein Technik-Raum, den wir auch Kultureinrichtungen und Schulen zur Verfügung stellen.
Wie beeinflusst die Pandemie die Planung zukünftiger Projekte?
Nach dem Aufwachen aus der ersten Schockstarre haben wir wieder Mut gefasst und haben nach Möglichkeiten gesucht, den digitalen Weg konsequenter als bisher zu beschreiten. Ressourcen wurden umgeschichtet, wir haben uns selbst Kenntnisse angeeignet und denken viele unserer Aktivitäten zumindest parallel in einer digitalen Variante an. Das betrifft vor allem Schulungen und Veranstaltungen, aber auch den Ausbau der Bereitstellung digitaler bibliothekarischer Ressourcen.
Il significato delle biblioteche per Valeria Trevisan?
Le biblioteche sono una piattaforma in continua evoluzione e, secondo me, sono tra le istituzioni più vicine ai cambiamenti culturali. Offrono tutte le informazioni per stare al passo col progresso e sono un servizio pubblico aperto a chiunque, senza limiti di età, sesso o religione. Credo molto nel ruolo delle biblioteche intese come volano sociale in grado di offrire gli strumenti necessari per sviluppare una propria opinione, un proprio percorso formativo, mantenere vivo l’interesse e l’attenzione per il mondo che ci circonda e in cui viviamo, e per riuscire ad affrontare il mondo con curiosità, indipendenza e dignità.
Gli utenti apprezzano il digitale?
Quando siamo stati chiusi ci è spesso capitato di fare dei tutorial telefonici per spiegare alle persone l’utilizzo della piattaforma digitale. Per molti è stata una piccola rivoluzione personale. I prestiti di e-book hanno avuto una crescita esponenziale del 108%. Siamo qui per dare una mano anche in ambito tecnologico, perché si tratta sempre di strumenti che aiutano ad affrontare i cambiamenti culturali.
Quali sono i temi del momento?
Da parte degli utenti c’è un maggiore interesse nei confronti dell’ambiente, della cultura e della società. Noi come biblioteca stiamo iniziando a cavalcare il messaggio dell’Agenda 2030 della convenzione ONU del 2015, quando 193 paesi si sono impegnati a raggiungere 17 obiettivi in grado di garantire uno sviluppo sostenibile del pianeta. Purtroppo l’iniziativa è poco nota, ma senza la partecipazione delle persone non può funzionare. Così abbiamo deciso di inviare ogni due settimane una newsletter dedicata ad ognuno di questi 17 obiettivi.
Le iniziative per ora restano online?
Al momento sì. Ogni settimana usciamo con una videoconferenza dedicata a un libro. Abbiamo poi una collaborazione con Rai Alto Adige per parlare della narrativa locale in lingua italiana. Soprattutto la memorialistica è un modo interessante per raccontare l’Alto Adige. Quando presentiamo i libri in presenza è sempre un’esperienza molto forte, perché le persone fanno domande e raccontano il proprio vissuto. Ma il digitale ha permesso di aumentare il numero di persone che ci seguono. Non si torna indietro, andiamo avanti.
Questi servizi vanno ben oltre il classico prestito…
La cultura messa a disposizione da una biblioteca è vastissima. Siamo in grado di trovare quasi tutto, facendo arrivare libri o scansioni praticamente da ovunque. Anche quando una persona non sa cosa stia cercando noi possiamo aiutarla, indirizzarla, sostenerla per capire ciò che le serve. Dal punto di vista istituzionale in Italia è ancora molto forte la spettacolarizzazione della cultura, mentre bisogna sostenere soprattutto gli aspetti basici: offrire strumenti, dare informazioni – ciò che fanno le biblioteche.
[Adina Guarnieri]