Mandolinistico Euterpe, passione e rigore
Il Circolo fondato nel 1947 promuove gli strumenti a pizzico in provincia
Fondato a Bolzano nel 1947, su iniziativa di Giovanni Ferrari, il Circolo Mandolinistico Euterpe e la sua orchestra, che ha debuttato nel 1948, sono custodi e promotori della cultura degli strumenti a pizzico nel nostro territorio.
Svariate registrazioni e innumerevoli concerti, accolti con grande favore anche oltre i confini regionali, hanno sancito il successo di questo sodalizio. Incontriamo il maestro Ugo Orrigo, direttore dell’orchestra.
La vostra orchestra è attiva da ben 71 anni. Qual è il merito di tanta longevità?
Come tutte le istituzioni di questo genere, l’orchestra è composta da amatori che condividono la gioia di suonare insieme e di portare avanti una tradizione, quella mandolinistica, che ha radici nella cultura italiana che risalgono al 1700. Amatori, dilettanti, appassionati sono termini che qualcuno oggi usa in maniera quasi dispregiativa, ma che nella storia della musica indicano persone che, pur non suonando per mestiere, hanno capacità e conoscenze del tutto paragonabili a quelle dei professionisti. Uomini e donne che dedicano molte ore allo studio del proprio strumento - conciliando la passione per la musica con gli impegni familiari e lavorativi - sono alla base della longevità della nostra orchestra. L’orgoglio per il nostro lavoro e il piacere di suonare sono il motore della nostra passione, un qualcosa che il nostro pubblico “sente”, apprezza e applaude ai nostri concerti.
In quali contesti si può ascoltare la vostra musica?
L’Euterpe ha tenuto circa 700 concerti, la maggior parte dei quali a Bolzano e provincia, che in ogni occasione hanno creato un legame speciale tra chi suona e chi ascolta, coinvolgendo le emozioni dell’uno e dell’altro e rendendo ogni evento unico e irripetibile. Non mancano le registrazioni, importanti e imprescindibili soprattutto ai nostri tempi, ma, per quanto riguarda gli strumenti a pizzico e le orchestre a plettro, esse non riescono a rendere completamente tutte le sfumature che si percepiscono dal vivo.
Siete l’unica orchestra a plettro della regione. Come mai?
Le orchestre a plettro cominciarono a svilupparsi circa 160 anni fa, per avvicinare alla musica una fetta di popolazione che fino a quel momento era rimasta esclusa. Esse divennero il mezzo ideale per portare la musica che si suonava nei teatri e nelle sale da concerto, riservata ad un pubblico ristretto, nelle piazze e in quei luoghi a cui i ceti sociali più bassi potevano accedere. Il loro successo – sostenuto anche dalla politica del tempo – determinò una proliferazione delle orchestre a plettro in tutta Italia ed anche in Trentino, nonostante fosse “austriaco”. L’Alto Adige rimase escluso da questa novità e abbiamo dovuto aspettare il secondo dopoguerra per vedere arrivare il mandolino nelle nostre zone. Ciò coincise però con un momento di crisi del mandolino, per cui l’Euterpe è rimasta l’unica orchestra della regione.
In che condizioni versa la popolarità del vostro strumento?
Il mandolino ha vissuto fortune alterne e dopo la seconda guerra mondiale è rimasto legato a poche orchestre e alla figura del virtuoso Giuseppe Anedda, che lo ha portato nelle grandi sale da concerto. Il suo lavoro – anche di ricerca filologica – ha permesso l’apertura della prima cattedra di mandolino presso il conservatorio di Padova, alla quale negli anni se ne sono aggiunte altre. Ormai due o tre generazioni di mandolinisti hanno riportato questo strumento al posto che gli spetta nella storia della musica.
Da non dimenticare il contributo degli interpreti della tradizione musicale partenopea, che, come nel caso dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, hanno diffuso nel mondo la conoscenza di questo strumento.
In che modo si è evoluto il vostro repertorio?
Il mandolino abbraccia quattro secoli di storia della musica. Per un lungo periodo, però, la nostra e le altre orchestre si sono limitate a composizioni scritte tra il 19. e 20. secolo, per lo più brani leggeri come marce, danze, fantasie, oltre a trascrizioni di opere e brani sinfonici. Negli ultimi anni il repertorio si è ampliato e nei programmi ormai si trovano brani settecenteschi accanto a brani di musica contemporanea prodotti da una nuova generazione di compositori che ha scoperto le potenzialità del mandolino.
Quali obiettivi avete per il futuro?
In oltre 70 anni di attività l’orchestra ha avuto solo cinque direttori. Segno di stabilità, un altro dei segreti della longevità del Circolo Euterpe. Il nostro futuro è legato al funzionamento della scuola di mandolino e chitarra che abbiamo istituito quando sono diventato direttore e da cui derivano ormai più della metà dei musicisti che suonano in orchestra. Nel breve periodo ci saranno i concerti estivi, mentre più a lungo termine c’è la volontà di festeggiare nel miglior modo possibile i 75 anni di vita del Circolo Mandolinistico Euterpe.
[Mauro Sperandio]
CHI ERA EUTERPE?
Euterpe è la musa della Musica e della Lirica poetica. Nata da Giove e da Mnemosyne, dea della memoria, è la musa della gioia e del piacere. Il suo nome significa colei che sa piacere. È considerata l’inventrice del flauto.