Alps Move 2019 nel ricordo di Pina Bausch
Il festival di danza contemporanea rende omaggio alla coreografa tedesca
A dieci anni dalla morte di Pina Bausch, fondatrice nel 1973 del TanzTheater Wuppertal, il festival regionale di danza “Alps Move”, in scena da ottobre in Alto Adige, ricorda questa figura cardine della danza internazionale con una serie di performances che hanno come punto di riferimento il lavoro di ricerca compiuto dalla grande coreografa e drammaturga tedesca, ancora oggi un modello per chi fa sperimentazione nel settore della danza.
Non a caso il festival altoatesino, ormai da anni piattaforma per i danzatori locali che lavorano o hanno lavorato all’estero ma ritornano in Alto Adige per trasmettere al pubblico le loro esperienze innovative, rende omaggio a “Pina” con una serie di spettacoli di danza contemporanea e teatrodanza in programma nel mese di novembre a Bolzano e dintorni. Lo spirito è quello di mostrare una danza che esprima l’interiorità dell’individuo, le sue emozioni ma anche le problematiche della vita quotidiana che ognuno di noi si trova ad affrontare.
All’Ufo di Brunico per esempio (8/11) e al Teatro Comunale di Gries (10/11), Tanzschmiede/Fucinadanza presenta “Schatten”, di Brigitte Knapp e coreografie di Anastasia Kostner, Tobias Spori e Martina Martini. è uno spettacolo teatrale interdisciplinare sul tema della depressione e del suo legame con la nostra società, che descrive una condizione spesso difficile da esprimere con le parole. Altre tre performances di danza sono in programma il 27 novembre alle 20 al Museion di Bolzano. “Margin” è una coreografia di Santija Biera, nata in Lettonia e artista residente a Bolzano, che si ispira alla Bausch e al film “Klange der Keiserin”. Tratta il tema del limite e del confine. Come si definisce il confine tra le cose? La marginalità può essere imposta da strutture oppressive ed eletta a luogo di resistenza? “Ruth” invece, di Giulia Tornarolli, è uno scorcio sulla paura del tempo, della morte e dell’accettazione. Un omaggio alla vecchiaia da considerare non come malattia, ma un momento come un altro della nostra vita. “My Father’s Jacket” di Elisabeth Ramoser nasce dal concetto di frequenza, respirazione, cardiaca ma anche sonora.
“Partitura al rovescio” di Stefania Bertola e “You me and us” di Francesca Ziviani andranno in scena il 29 novembre alle 20 al Teatro Comunale di Gries. La prima coreografia è un collage di storie di vita, una sensazione raccontata attraverso danza, parole e gesti. Stefania Bertola è una danzatrice e coreografa bolzanina che si è formata tra Berlino e New York e ha trascorso un periodo nella compagnia israeliana Kibbuz Contemporary Dance Company. “You me and us” è una creazione della meranese Francesca Ziviani, formatasi al Conservatorio di Roma e Lione. Nello spettacolo si rappresenta una situazione di vita quotidiana come una cena in cui una coppia di personaggi diametralmente opposti, dialogano con i movimenti cercando di coordinare i propri gesti.
Il festival “Alps Move” si conclude il 30 novembre al Dekadenz di Bressanone con tre opere di teatrodanza. La prima si intitola “How to ask” del Kollektiv Textkörper. “Non sono particolarmente interessata a come si muovono, ma a cosa li spinge a muoversi”, diceva Pina Bausch riferendosi ai suoi danzatori. La compagnia parte da questa considerazione per creare una nuova azione danzata. Con “Glauco”, della brissinese Sabrina Fraternali, lo spettatore è immerso in uno spazio ipnotico e fluido e la coreografia prende ispirazione dal libro “Acqua viva” della scrittrice brasiliana Clarice Lispector. “Wiesen” infine, creazione di Greta Schuster, è una video performance nella quale una donna e una mucca duettano entrambe confinate all’interno di un recinto.
[Patrizia Binco]