Nel cuore della pietra e della storia
Alla scoperta dei tesori nascosti delle montagne grazie al Museo delle miniere
L’espressione “avere un cuore di pietra” indica un’attitudine a nascondere i propri sentimenti, che porta ad erigere un vero e proprio muro difficile da scalfire. L’imponenza e la maestosità delle montagne altoatesine rappresentano proprio quel muro, all’interno del quale sono custodite storie di minatori, esperienze di vita ed un patrimonio minerario storicamente rilevante per questa terra.
Argento, blenda e zinco sono solo alcuni dei minerali estratti in Alto Adige, i cui inizi dell’attività mineraria risalgono alla preistoria, ma vengono per la prima volta documentati nel Basso Medioevo. All’epoca, le risorse minerarie rappresentavano una delle forme di guadagno maggiori per le casse tirolesi, garantendo benessere a sovrani, vescovi e mercanti, oltre a posti di lavoro per gli abitanti delle valli limitrofe.
A lavorare in condizioni estreme (anche per 18 ore giornaliere) erano uomini le cui aspettative di vita non superavano i 35 anni di età. Anche donne e bambini prendevano parte ai lavori in miniera, separando il minerale estratto dalla roccia. La situazione iniziò a cambiare con l’inizio del XX secolo, quando grazie all’industrializzazione dell’attività mineraria, importanti tecnologie e macchinari vennero introdotti, migliorando le condizioni e la qualità del lavoro dei minatori.
Negli anni ‘80 vennero chiuse le prime miniere, in quanto non più commercialmente redditizie. Tuttavia, non si voleva perdere l’unicità e la storia di questi luoghi e da lì nacque l’idea di allestire un museo.
Dislocato in 4 sedi (Monteneve, Ridanna, Predoi e Cadipietra), il Museo provinciale delle miniere racconta il percorso storico, tecnologico e socio-culturale dell’industria mineraria altoatesina.
La sede di Monteneve in Val Passiria tematizza il paesaggio minerario e la vita dei minatori in alta montagna. Con i suoi 2.355 m di altitudine, l’insediamento permanente di S. Martino è il più alto d’Europa. Un vero e proprio villaggio costruito per i minatori di Monteneve e che ancora oggi è raggiungibile solo a piedi. Il tema centrale a Ridanna è, invece, l’industrializzazione dell’attività mineraria. Qui è conservato un impianto di arricchimento del minerale risalente al 1870 fra i più moderni mai esistiti in Europa. Al centro di tutto c’è sempre la visita ai tunnel sotterranei, così come avviene a Predoi in Valle Aurina. Scavate a mano con semplici utensili, le gallerie di Predoi possono essere definite come veri e propri capolavori di abilità mineraria. Oggi si può entrare nel cuore della miniera a bordo di un trenino e all’interno della medesima è predisposto un centro climatico per coloro affetti da problemi alle vie respiratorie o bisognosi di semplice relax. A pochi km di distanza, a Cadipietra, si trova la quarta sede del museo, il cui granaio custodiva i viveri ed il materiale da lavoro dei minatori.
“Il museo è rivolto ad ogni tipo di visitatore, con attività e programmi specifici dedicati. Visitare le gallerie sotterranee è un’esperienza unica, indimenticabile e molto spesso pure toccante, come confermano i nostri visitatori”, afferma con convinzione Michael Terzer, direttore del museo. I cuori di pietra sono avvisati!
[Fabian Daum]
RITRATTI. GENTE DI MINIERA
È in corso fino al prossimo 3 novembre all’interno del granaio di Cadipietra la mostra “Ritratti. Gente di miniera”. Tema centrale è la figura del minatore, esemplificata con dei veri e propri ritratti biografici che vanno a ripercorrere il ruolo e la vita in miniera. Immagini, testi, registrazioni audio e cimeli storici ridanno forma e vita ad impresari minerari, minatori e donne impiegate in miniera. Tutto ciò avviene ripercorrendo le esperienze dei protagonisti e la storia dell’attività mineraria che ha segnato per secoli il territorio e la gente delle Alpi centrali.
Info e prezzi relativi alla mostra e alla visita delle sedi disponibili sul sito: www.museominiere.it.