Vite da Oscar: il mondo secondo Ferrari
Il cantagricoltore di San Giacomo: “I turisti andrebbero aiutati a casa loro”
Oscar Ferrari, il noto cantagricoltore di San Giacomo di Laives, si sta concedendo una lunga pausa creativa, non incidendo nulla di nuovo e non apparendo da un po’ sul palco, il che però non implica alcuna stasi di pensiero, idee e progetti futuri.
L’autore di hit come Testimoni di Geova, Tientela, Colpa d’Alfredino, Diventa duro, Andando a Lourdes, Costanzo, pluripremiato in tanti concorsi canori nazionali d’ambito demenziale, da Sanscemo ad Ascoli, è comunque un fiume in piena, come sa bene chi ascolta il suo programma settimanale su Radio Tandem (Cuarta classe) e bazzica il suo blog (l’ultima frontiera per cervelli da rottamare).
Oscar, qual è l’ultima cosa che hai ascoltato?
Sono stato al Jazzfestival di Bolzano e c’erano due spagnoli bravissimi, probabilmente infilati lì dal loro manager pur sapendo che non c’entravano nulla, con la raccomandazione di far finta d’essere jazzisti, cosa che hanno fatto all’inizio prima di sfoggiare i pezzi trascinanti del loro reale repertorio: in pratica, se vuoi passare da jazzista devi fare una porcheria, fare schifo come questi che poi avevano cose bellissime da far ascoltare.
Cosa ti sta piacendo ultimamente?
Ascolto poco. Già mi dà fastidio sentire la mia musica, sembra snobismo ma è così da sempre: ho la radio fissa sulle stazioni tedesche che fanno un rock meno banale, meglio i gruppi loro dei nostri. Qui, infatti, ogni cosa dev’essere politicamente corretta, dev’essere inquadrabile in un certo cassetto dove uno va a pescare all’occorrenza, ma non puoi fare un misto di cose che vuoi tu. Manca proprio la canzone, tutto è basato su un certo ritmo o uno standard.
A livello di testi come siamo messi?
Non c’è il graffio, quello che piace a me. I giovani per esempio dovrebbero cantare canzoni contro gli anziani. Ha ragione Christine Lagarde del FMI e della Banca Centrale europea che è a sua volta vecchia: la longevità procura posti di lavoro ma non è un obiettivo da sopravvalutare. Io a chi non ha più di cinque anni d’aspettativa di vita non lo farei manco votare. Se non fosse una bolla mi piacerebbe che su Facebook si costituisse un’associazione di liberi pensatori ma anche così il rischio è che ti leggano solo i tuoi amici e che le idee non si affermino. Devi dire solo quello che i tuoi interlocutori del momento vogliono sentire: io mi sono permesso di dire che il calcio femminile sarebbe più bello giocato in dodici per squadra e con un pallone un po’ più leggero e mi sono beccato del sessista da tutte!
Eppure tu sei riuscito a essere riconoscibile...
L’altro giorno ho scoperto che una di queste influencer ha messo in vendita l’acqua della vasca da bagno usata da lei: io questa cosa l’ho fatta nel 1994, l’acqua di lavacro Oscar in bottiglia. La mia vecchia idea di annettere il Sudtirolo alla Svizzera, alla base della campagna 2005 del Partito per Tutti, recentemente è stata ripresa in un convegno di economisti altoatesini senza nemmeno citare il sottoscritto...
Qual è la differenza antropologica, sempre che ne esista una, tra tedeschi e italiani?
A un tedesco se gli presti soldi hai speranza che te li ridia, a un italiano li hai persi. I sudtirolesi fanno caso a sé: basta vedere tutte le sostanze che buttano sulle mele, in qualsiasi altro posto si sarebbero fermati. Io ci sto attento ma non posso dire che i miei prodotti sono bio perché non faccio parte di nessuna associazione.
Con tutti i problemi che ci sono, in Italia si parla solo dei migranti...
Da qualche parte devono poter toccare terra: il mistero è come gente che spende diecimila euro per un viaggio così rischioso, si accontenti poi di due euro l’ora per raccogliere pomodori. Dovremmo però trarne spunto per Venezia: lasci le navi al largo e carichi i crocieristi sui gommoni per sbarcarli in città, anche se è chiaro che i turisti andrebbero aiutati a casa loro.
oscarferrari.wordpress.com/ascolta/
[Daniele Barina]