Rut Bernardi e i molti volti della Ladinia
La scrittrice gardenese crea, e sperimenta, letteratura autoctona
Rut Bernardi, scrittrice poliedrica ladina, cambia e sperimenta generi letterari differenti tra loro: romanzi, radiogrammi, poesie classiche e sonetti, teatro, saggi e giochi di parole in ladino.
E l’8 novembre, al Circolo artistico e culturale a Ortisei, sarà possibile ammirare la sua ultima espressione artistica: quadri di scritture raffigurati su tela.
Rut, la tua espressione artistica avviene su 360 gradi ma in cosa riesci a esprimerti meglio?
Amo il genere del momento, ma la mia forma artistica prediletta rimane sempre il sonetto classico in stile Petrarca, che in ladino funziona incredibilmente bene.
Quali sono le difficoltà di scrivere in questa lingua e quali invece i punti forti?
Se si scrive letteratura in ladino, si hanno svantaggi ma anche qualche vantaggio. Il primo ostacolo è che si deve imparare a scrivere nella propria madrelingua, perché con due ore alla settimana di ladino a scuola non si impara a scrivere a livello letterario. Poi c’è la difficoltà dell’editoria: non esiste una casa editrice per libri scritti esclusivamente in ladino. Un punto forte dello scrivere in una lingua meno diffusa (la parola minoritaria non è corretta, perché il ladino non ha niente di minoritario in confronto alle altre lingue) è invece il bonus dell’esotico, ossia la gente è curiosa di cose sconosciute che destano interesse. Il problema è poi raggiungere con la letteratura i lettori interessati, perché la traduzione è sempre una cosa molto delicata, che “tradisce”, come è ben noto. In conclusione direi che in campo letterario non ci sono molti vantaggi.
Come ti sei avvicinata all’arte di saper scrivere? Non è da tutti riuscire a comporre quadri letterari...
Il mio amore per la letteratura è nato alle superiori, quando facevo ancora sci agonistico. Ma poi ha predominato la letteratura e ho studiato linguistica e letteratura francese ad Innsbruck. A realizzare quadri con testi letterari ho iniziato vent’anni fa durante un incontro con vari artisti in Austria, dove due pittori mi hanno stimolato a scrivere su tela.
Regalaci una breve autobiografia...
Sono cresciuta a Ortisei e vivo a Chiusa. Dopo lo studio di romanistica a Innsbruck ho lavorato tanti anni nel campo della linguistica, realizzando dizionari degli idiomi romanci dei Grigioni all’università di Zurigo e poi degli idiomi dolomitici a Ortisei con la realizzazione del ladino scritto unificato, il ladin dolomitan. Dal 2000 lavoro come free lance, tengo lezioni presso la facoltà di ladinistica alla Libera Università di Bolzano, sono nella commissione di ladino per il trilinguismo, ho ideato e faccio da moderatrice alla trasmissione radiofonica mensile “L cuartet leterer” (Il quartetto letterario) per la Rai Ladinia a Bolzano, durante la quale discuto con tre amici scrittori ladini su libri ladini, friulani, romanici, oppure in altre lingue. E naturalmente cerco di avere tempo libero per scrivere letteratura e per leggere.
Qual è la difficoltà più grande dell’essere radicata alle origini ladine?
Direi l’acquisizione stessa della consapevolezza e sicurezza nell’essere ladina, fattori che nel mio caso si sono sviluppati solo con gli anni lavorando con e per la lingua ladina, nella quale ho trovato la mia identità cosicché il ladino è diventato la mia “casa dell’essere”.
C’è tanta letteratura ladina e forse pochi lo sanno...
è vero, soprattutto tenendo conto che parliamo di una lingua poco diffusa. In gran parte è ovviamente letteratura occasionale, però chi cerca trova delle vere perle ed è un peccato che così poca gente, anche tra i ladini, conosca la letteratura scritta in ladino. Il problema è anche che ci vorrebbero traduzioni delle opere di Frida Piazza, della lirica di Felix Dapoz e Luciano Jellici, dei romanzi di Iaco Rigo o di quelli recenti di Ivan Senoner. Per esempio dei miei “Essays letereres: Vites scutedes via” ho già fatto la traduzione in tedesco “Literarische Essays: Totgeschwiegene Leben”, però sarà diffcile trovare una casa editrice interessata a pubblicarli.
Parlaci della prossima mostra.
L’8 novembre verrano esposti i miei quadri di scritture nel Circolo artistico e culturale - Kreis für Kunst und Kultur di Ortisei. La mostra verrà curata e introdotta dell’esperto di arte visiva e poesia visuale Andreas Hapkemeyer, e per me è un onore.
Progetti futuri? Uscirà qualcosa di tuo nei prossimi mesi?
Questo autunno usciranno i saggi “Essays letereres: Vites scutedes via” (Saggi letterari: Vite occultate) da parte dell’assessorato alla cultura ladina.
Durante gli ultimi 5 anni ho svolto molte ricerche in archivi e lavorato su storie di vite di cinque personaggi molto interessanti della Ladinia, come per esempio Matie Ploner, il nostro primo poeta ladino, la direttrice della scuole ladine nel periodo delle opzioni Anna Maria Wanker oppure Pepi Demetz, sopravvissuto all’azione T4 di eutanasia dei nazisti. Con il materiale storico ritrovato ho scritto saggi letterari con i quali ho vinto il 2° premio al concorso letterario Scribo 2018 dell’assessorato per la cultura ladina a Bolzano.
[Matthias Graziani]
PICCOLA BIBLIOGRAFIA DI RUT BERNARDI
Gherlandes de sunëc - Sonettenkränze. Innsbruck, Studienverlag - Skarabäus, 2003/2018
Lirica y prosa da piz a cianton – Lyrik und Prosa kreuz und quer. Klagenfurt, Verlag Hermagoras/Mohorjeva, 2011.
Bernardi, Rut; Videsott, Paul: Geschichte der ladinischen Literatur. Ein bio-bibliografisches Autorenkompendium von den Anfängen des ladinischen Schrifttums bis zum Literaturschaffen des frühen 21. Jahrhunderts, Bolzano/Bozen University Press, 2013.
Bernardi, Rut; Chiocchetti, Fabio; Videsott, Paul (Hg.): Minorities not Minority: A Window on Italian Cultures. Poets from Ladinia. Gwynedd: Cinnamon Press, 2015.