Cosa fare e non fare in Alto Adige
Un manuale di sopravvivenza scritto dalla collaudata coppia Righi-Wallisch
In una terra di confine è molto facile commettere gaffe e prendere cantonate. Il manuale di sopravvivenza “Sopravvivere in Alto Adige – senza sbagliare una mossa” (Überleben in Südtirol - Folio Editore) spiega come evitarle.
Ecco la doppia intervista alla coppia (sposata) di giornalisti Luisa Righi e Stefan Wallisch, autori del libro.
Luisa e Stefan, com’è stato scrivere questo libro insieme?
Luisa: è stato divertente perché ognuno di noi ha portato il suo punto di vista nel libro. In questo modo i testi sono sfaccettati. Nella fase iniziale, quella progettuale, non sempre eravamo d’accordo sui temi da mettere o meno.
Stefan: Ci siamo confrontati, a volte siamo scesi a compromessi e alla fine siamo arrivati a una quarantina di capitoli condivisi. Va detto che “Sopravvivere in Alto Adige” è il nostro quinto libro scritto a quattro mani, abbiamo perciò una certa esperienza.
Quali sono le gaffe più comuni che si commettono in l’Alto Adige?
Stefan: L’idea del libro nasce proprio dalla constatazione che i nostri amici non autoctoni incappavano in numerosi incidente diplomatici.
Luisa: Insomma mancava un galateo per orientarsi in questa terra di confine. Una gaffe comune è tagliare i canederli con il coltello, ma così facendo si offende il cuoco.
I turisti vengono scoperti più facilmente dal look oppure dall’atteggiamento?
Luisa: Forse vengono smascherati più facilmente dall’atteggiamento, mi viene in mente l’esempio della sauna con le relative differenze su come si vive il naturismo tra turisti italiani e tedeschi.
Stefan: Comunque, chi abbina i sandali con i calzini bianchi di certo non passa come italiano doc.
C’è una differenza evidente tra autoctoni di lingua italiana e di lingua tedesca?
Stefan: Gli autoctoni tedeschi a volte si distinguono per un atteggiamento davvero easy nei confronti del meteo.
Luisa: Non a caso i “Matschhosen”, i pantaloni anti-fango, sono una sorta di uniforme dei nostri asili tedeschi.
Viviamo in una regione che vanta moltissimi giorni di sole all’anno. Tuttavia ci sono spesso avversità meteorologiche: cosa fare per difendersi?
Luisa: Cambiare prospettiva! Non difendersi, ma accettare le incognite del meteo.
Stefan: Vuoi mettere la pace di una passeggiata nel bosco sotto una pioggerellina …
Quali aneddoti divertenti avete scoperto durante le vostre ricerche per questo libro?
Stefan: Inizialmente avevamo pensato che non avessimo abbastanza materiale per un libro, ma in realtà abbiamo raccolto talmente tanti aneddoti, che si potrebbe farne anche un secondo.
Luisa: Nostra figlia per il bidet in tedesco ha inventato un verbo “bideieren” per colmare questa lacuna linguistica. Questo aneddoto è finito in “Überleben in Südtirol”, nell’edizione tedesca.
Quali sono le più grandi tentazioni dell’Alto Adige? E bisogna cedervi? Oscar Wilde pensava che fosse l’unico modo per liberarsene...
Luisa: Rubare una mela. Facile cadere in tentazione, ma sbagliato cedere.
Stefan: Ordinare il cappuccino, tanto amato dai turisti di lingua tedesca, dopo la pizza. Non si tratta di una tentazione. È un peccato mortale.
La nostra regione è piena di tradizioni e usanze, spesso molto differenti tra loro. Quali sono le migliori strategie per non commettere passi falsi?
Stefan: C’è un unico modo: leggere il nostro libro!
Luisa: Scherzi a parte, il nostro consiglio è: conoscere, approfondire e non fermarsi ai luoghi comuni.
Sulla questione della toponomastica, cosa si evince leggendo il vostro libro?
Luisa: Ci si muove su un terreno minato, è necessario adottare le giuste contromisure.
Stefan: È quindi indispensabile il rispetto reciproco.
Ultima domanda (e poi vado a controllare in camera da letto): ma è vero che si può riconoscere l’appartenenza linguistica di una coppia osservando le coperte nella stanza da letto? E le vostre come sono?
Stefan: Gli italiani preferiscono la grande coperta matrimoniale, mentre i tedeschi i piumini separati.
Luisa: Da noi l’idea romantica ha prevalso sulla praticità, quindi materasso e coperta matrimoniale.
[Matthias Graziani]
UNA COPPIA, CINQUE GUIDE
I giornalisti bolzanini Luisa Righi (1975) e Stefan Wallisch (1970) sono uniti dall’amore per la montagna e per la scrittura. La coppia passa il tempo libero camminando per l’Alto Adige alla ricerca di curiosità culturali e storiche. L’autrice è altoatesina, mentre l’autore è bolzanino d’adozione, visto che vive a Bolzano da oltre 25 anni ma è d’origine viennese. Insieme hanno pubblicato cinque guide sull’Alto Adige. Con il loro penultimo libro “I perché dell’Alto Adige” hanno risposto alle domande più frequenti per orientarsi in una terra così speciale, con l’ultima opera “Sopravvivere in Alto Adige” hanno invece scelto l’inedito formato del galateo alpino, scrivendo un ironico manuale che elenca una serie di regole per imparare cosa fare e non fare in Alto Adige. La coppia ha una figlia di dieci anni.