Grandi nomi e nuove tendenze - Intervista ad Alessandro Casciaro, responsabile dell’omonima galleria d’arte
La Galleria d’arte Casciaro di Bolzano nasce dall’esperienza della Goethe 2, a sua volta fondata per integrare gli spazi della rinomata Galleria Goethe. Alessandro Casciaro racconta la sua vita nel mondo dell’arte.
L’Alessandro Casciaro Art Gallery è stata inaugurata nel 2015, nascendo comunque da esperienze precedenti. Ci racconti la sua storia.
Il racconto inizia nel 1964 quando mio padre, assieme a un gruppo di artisti locali, fonda la prima galleria d’arte dell’Alto Adige: la Galleria Goethe in – appunto – via Goethe, trasferitasi successivamente in via della Mostra. L’attuale spazio in via Cappuccini è stato inaugurato nel 2003 con il nome di Goethe 2 e pensato come una sorta di project room per progetti con artisti giovani. Nel 2014 abbiamo lasciato gli spazi in via della Mostra e ci siamo trasferiti qui, pensando che il cambiamento fisico potesse coincidere con un cambiamento d’immagine. Ecco perché la galleria ora porta il mio nome.
Come mai avete scelto proprio questi spazi in via Cappuccini?
In origine si trattava di due spazi affiancati. Accanto c’era un negozio di cornici che apparteneva a mio zio e che era ancora aperto quando è nata la Goethe 2. Poi lui è andato in pensione e abbiamo ampliato la galleria. L’aspetto curioso è che lo spazio accanto lo aveva aperto mio padre ancora prima del negozio di cornici e prima della Goethe. Siamo insomma tornati alle nostre origini.
La sua galleria ospita posizioni locali e internazionali, emergenti e affermate. Come sceglie gli artisti che rappresenta?
La galleria prende spunto da ciò che è stato in passato, integrando il tradizionale con nuove posizioni. Non sono una galleria di tendenza perché mi piace mettere in relazione le generazioni e i generi, fare ricerca e promuovere artisti emergenti. Il mio criterio di valutazione mette insieme vari aspetti: innanzitutto un’opera deve interessarmi, dopodiché devo anche pensare alla realizzabilità di un progetto, oltre che alla sua vendibilità. Noi non siamo uno spazio istituzionale ma privato. Questo vuol dire che io come gallerista e gli artisti che rappresento viviamo dei nostri mezzi, avendo così però anche una gran libertà di scelta.
Frequenta molte fiere d’arte?
Si, perché in ambito contemporaneo sono ormai essenziali. Una volta la gente veniva alle inaugurazioni per chiacchierare, oggi si sfruttano invece queste situazioni di concentrazione per risparmiare tempo. Ora sta alla galleria andare dagli interessati. La fiera ti dà una visibilità internazionale ma implica anche dei costi che, per esempio, incidono sulla quantità e la qualità delle pubblicazioni che, fino ad alcuni anni fa, realizzavamo con maggiore frequenza.
Com’è cambiato il mondo dell’arte in Alto Adige nell’era della digitalizzazione?
Come noi usciamo dai confini andando alle fiere, anche l’appassionato d’arte si guarda intorno. Una volta avevi clienti più fidelizzati, ora la nostra clientela proviene principalmente da fuori. Uno deve poi tenere conto del cambio generazionale. Chi collezionava arte negli anni ’70 aveva visto la guerra. Allora acquistare arte era una sorta di rivincita personale. Inoltre, c’era più interesse ad avere in casa artisti del territorio, trattandosi di un periodo storico particolare. Questo è un po’ andato perso, ma viceversa gli artisti locali hanno trovato e stanno trovando molte possibilità fuori provincia. Il sistema dell’arte è in continuo cambiamento.
[Adina Guarnieri]
GALLERIA CASCIARO
Una passione di famiglia nata nel 1964
Anno di fondazione: 2015
Responsabile: Alessandro Casciaro
Indirizzo: Via Cappuccini 26, Bolzano
Contatto:
Mostra in corso: Mostra collettiva “Group Show” (fino al 2.03.2019)