Evaa, l’antropologia in Alto Adige
Intervista al presidente dell’associazione fondata esattamente 10 anni fa
“Studio dell’uomo” è il significato letterale del termine di origine greca Antropologia. Probabilmente è anche la definizione che meglio riassume l’essenza di una scienza che nel corso degli anni ha assunto molteplici sfumature ed è stata applicata su diversi ambiti di ricerca scientifica, ma che come oggetto di studio ha conservato sempre un unico protagonista: l’uomo.
Dieci anni fa alcuni antropologi residenti in Alto Adige hanno deciso di condividere i propri studi effettuati sull’essere umano, comunità e tribù dando vita a Evaa - Associazione Antropologica Alto Adige. Oggi il presidente è l’antropologo Stefan Festini Cucco, che abbiamo intervistato.
Presidente, come è nata Evaa?
Evaa è stata fondata nel febbraio 2011 da sei antropologi e antropologhe residenti sul territorio. Nasce come associazione con l’intento di raggruppare chi studia o si occupa di questa disciplina in Alto Adige, creando di fatto una rete in cui conoscersi, scambiarsi i saperi antropologici e parlare delle ricerche che ognuno di noi svolge o ha condotto in passato.
Come si è evoluta e quali sono oggi gli obiettivi dell’associazione?
Dai sei membri fondatori nel 2011 siamo passati a circa 60 soci nel 2021. A far parte di Evaa non sono solo antropologi, ma anche insegnanti, geografi, sociologi, così come persone che non hanno a che fare con la ricerca e le scienze sociali. Oggi gli obiettivi fondamentali di Evaa sono di promuovere la ricerca antropologica sul territorio e quella condotta da altoatesini all’estero. Vogliamo fungere da ponte tra il mondo accademico, che spesso tende ad essere esclusivo e chiuso in sé stesso, e la società, rendendo accessibili i risultati delle ricerche antropologiche ad un pubblico più vasto. Non esistiamo per condividere il sapere solo tra di noi, ma con tutta la comunità.
Come rendete accessibile il sapere accademico a tutti?
Attraverso cooperazioni e iniziative. L’associazione gode di collaborazioni, ad esempio con Unibz o il Malinovski Forum, per la ricerca antropologica ed etnografica. Insieme promuoviamo seminari e conferenze su varie tematiche. Tra le iniziative proposte diamo molta importanza agli Ethnocafè, occasioni in cui è possibile ascoltare antropologi locali o internazionali in un contesto esterno da quello accademico come possono essere un locale, un bar o una galleria d’arte. Lo scambio di idee in contesti del tutto informali, trasformando lo studio scientifico in cultura ed eventi culturali.
A tal proposito, la pandemia ha creato non pochi problemi nell’organizzare i vostri eventi...
Sicuramente ci ha privato del lato umano e dei rapporti sociali. L’aspetto informale è molto importante a livello socio-culturale, la discussione post conferenza, lo stare assieme e il condividere opinioni ne sono un esempio. Tuttavia, essendo tutti relegati agli schermi e al mondo virtuale, l’organizzare eventi online ci ha permesso di allargare la nostra rete di contatti e conoscenze, consentendoci di avere relatori ed ospiti da Germania, Usa, India o Australia. Gli eventi online sono più facilmente raggiungibili e fruibili e per questo motivo in futuro c’è la volontà di organizzare degli eventi ibridi: accessibili di persona, ma consultabili anche online.
Per il vostro decennale avete organizzato qualcosa?
Abbiamo realizzato un video che è stato pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Antropologia lo scorso 18 febbraio. Nel video si fa riferimento a 20+21 termini utilizzati per indicare ciò che gli antropologi e le antropologhe dell’Alto Adige associano alla loro disciplina e alcune tematiche trattate dall’antropologia come scienza.
[Fabian Daum]
PROSSIMI EVENTI IN PROGRAMMA
8 aprile: In occasione della Giornata internazionale dei Rom e dei Sinti, verrà presentato e discusso il film “O Taxtaj: The Chalice”, un documentario sui calici e la cultura matrimoniale di una giovane coppia Cortorari. Sarà presente la regista del film, l’antropologa Catalina Tesar. Evento previsto su Zoom.
17 giugno: Lene Faust presenta la sua ricerca sulla scena neofascista in prospettiva antropologica condotta sul campo a Roma. Con questa ricerca, l’antropologa tedesca ha realizzato un libro (Neofaschismus in Italien) e ha vinto il rinomato premio Frobenius. Alla presentazione della ricerca, seguirà un dibattito. Evento previsto su Zoom.
In aprile è anche prevista la partenza di un ciclo di ben 14 seminari in collaborazione con la Libera Università di Bolzano avente come argomento “Culture dei popoli di montagna in prospettiva comparata”, con relatori e relatrici da diversi Paesi europei. Il ciclo di seminari è previsto in parte in formato digitale e in parte in presenza.
Per essere sempre informati sugli eventi di Evaa ci si può iscrivere alla newsletter sul sito www.ev-aa.org, seguire la pagina Facebook oppure scrivere a