Elisabetta Moretto, l'artista che scrive quadri
Questo mese espone per l'Associazione degli artisti nella galleria di via Bottai
L'Associazione degli artisti è attiva sul territorio provinciale dai primi anni '20 e ha assunto tale denominazione nel 1985. Il suo scopo è di riunire gli artisti affermati e i nuovi talenti dei tre gruppi linguistici, organizzando mostre, eventi, corsi di formazione ed educazione all'immagine per gli appassionati d'arte.
Prima come allieva e poi come artista, Elisabetta Moretto ha sempre seguito le attività dell'associazione. Questo mese (11-24 ottobre) sarà in mostra assieme a Maurizio Adami con Contrasti presso la galleria di via Bottai 4. L'abbiamo intervistata per scoprire meglio la sua arte, caratterizzata da un insieme di parole indecifrabili.
Elisabetta, come si è avvicinata al mondo dell'arte?
Il mio primo approccio all'arte è avvenuto quando ero poco più che ventenne. Avevo disegnato il mio gatto che dormiva sul tavolo. Una mia amica venne a trovarmi e vedendo il disegno mi disse: "Bellissimo, l'ha fatto tua figlia?". Mia figlia all'epoca aveva tre anni... per me è stata una mazzata incredibile. (ride)
Da quell'episodio, però, è scattato qualcosa. Ho deciso di riprendere gli studi frequentando il liceo artistico, dove ho conosciuto questa passione che, divenuta tale, non mi ha più portato a smettere di coltivarla.
Come è nata l'idea di abbinare la scrittura all'arte?
Mi è sempre piaciuto scrivere e circa 20 anni fa, durante un periodo difficile della mia vita, ho iniziato a trascrivere i miei pensieri sui quadri. Finite le parole, di quelle emozioni spesso negative rimaneva solo il lato positivo, l'insegnamento da cogliere in una determinata situazione. Definirei questo processo come un'auto-psicoterapia, un esame di coscienza che porta spesso a sentirsi liberi.
Tende a cambiare lo stile di scrittura?
Ho cambiato varie tipologie di scrittura delle parole. Sono passata dal corsivo illeggibile alla stenografia che avevo imparato da ragazzina. Oggi sono solita rappresentare uno stampatello maiuscolo, sempre non leggibile perché si tratta di un insieme di lettere sovrapposte.
Qual è il motivo di rendere illeggibili le parole dei suoi quadri?
Tendo a nascondere quello che scrivo perché ognuno ci legge il proprio vissuto. Uno dei miei quadri è esposto nello studio di una psicologa. I pazienti entrano e iniziano a leggere, evocando ognuno di loro le proprie esperienze. Da lì nasce la necessità di non volermi far capire volutamente. Un segno illeggibile, infatti, è in grado di creare uno spazio intimo. La gente si sforza a decifrare le parole, ma spesso utilizzo le lettere solo per definire una concezione estetica.
È giusto definire la sua arte astratta?
Non mi piacciono le etichette, ma la definirei tra l'astratto e il concettuale.
Come avviene, invece, la scelta dei titoli delle sue opere?
Penso sia frutto del pensiero che vivo nell'istante in cui dipingo. Per fare un esempio, uno dei miei quadri si chiama Francesco. Lì per lì, terminato il quadro non mi era chiaro perché l'avessi chiamato così. Non era riconducibile a legami stretti, a parenti o ad amici. Mi sono ricordata in seguito che era legato a Francesco Guccini, la cui musica ha sempre fatto parte della mia vita. Non nascondo, infatti, che mi capita di canticchiare mentre dipingo.
Un'anticipazione su cosa vedremo nella mostra?
Oltre ai miei quadri, penso di esporre anche alcuni gioielli da me realizzati. Questa è una passione nata per puro caso due anni fa. Sono entrata in un laboratorio dove rimaneva una sedia libera per seguire la lezione del corso. Mi hanno fatto accomodare e da lì non mi sono più alzata.
Un consiglio agli aspiranti artisti?
Sperimentare tutto il possibile. E non solo nel campo dell’arte.
[Fabian Daum]
ASSOCIAZIONE DEGLI ARTISTI: LE MOSTRE DI QUESTO MESE
Date e artisti in mostra nel mese di ottobre presso la galleria in via Bottai 4:
Fino al 10.10: Daniela Colle - Franco Grassi
11-24.10: Elisabetta Moretto con Maurizio Adami
25-31.10: Teodora Pellecchia
Per accedere alle mostre è necessario il green pass.