Ladini e orsi preistorici, musei da scoprire
A San Martino e San Cassiano in Badia è possibile effettuare visite virtuali
In un Alto Adige trilingue, che vede convivere culture e storie differenti, non coltivare una sana curiosità nei confronti dell’altro è sicuramente una colpa grave. Le occasioni per conoscere e imparare, senza neanche troppo faticare, ci sono e sono tante.
Il Museum Ladin Ćiastel de Tor e il Museum Ladin Ursus ladinicus, rispettivamente a San Martino in Badia e a San Cassiano, offrono la possibilità di conoscere la storia del popolo ladino e quella del territorio alpino in epoca paleolitica attraverso percorsi espositivi attraenti e un interessante offerta on line. Ce ne parla il direttore Stefan Planker.
Quella dei ladini è una storia antica e affascinante: come la racconta il percorso espositivo del Museum Ladin Ćiastel de Tor?
La storia dei ladini è parte/corollario della storia della colonizzazione delle Alpi. Sono poi proprio le montagne che ne forgiano le caratteristiche, rendendo i ladini delle Dolomiti un popolo di montagna con un’identità ben definita, che spesso è stata contesa da forze politiche più grandi. Ripercorrendo i passi che hanno portato alla colonizzazione delle vallate ladine dal mesolitico ai giorni nostri, il museo racconta la storia di questo popolo. Il percorso mette in risalto la difficile realtà contadina nella quale questo popolo si è sviluppato ed evidenzia il grande impatto che il turismo ha avuto sulla quotidianità delle persone. La visita si basa su un sistema di audio-guide che si sincronizzano sui vari contenuti audio presentati nelle sale. La lingua che la fa da padrona è ovviamente il ladino, al quale è dedicata un’intera sala. Una new entry è la sala dedicata alla scuola, che permette di affrontare in maniera delicata ardue questioni politiche.
Quali tra i pezzi esposti ritenete più significativi?
Le sale dedicate all’artigianato, alla lingua, alla scuola, al Medioevo tematizzano tutte le questioni più importanti che hanno influenzato la vita dei ladini. Queste, a mio avviso, sono riassunte tutte in un unico pezzo espositivo, ovvero il blasone del 1920 sul quale per la prima volta si vedono i colori rappresentanti la bandiera ladina. Una bandiera rappresenta una nazione, e con questa tutta la loro storia. Va comunque dato risalto all’artigianato artistico, che nelle vallate ladine si è sviluppato come attività complementare all’agricoltura, per dare un fondamentale supporto economico alle famiglie. Un vero “pezzo da museo” - che siamo contenti di poter mostrare al pubblico e che riassume in sé l’importanza dell’artigianato artistico - è un altare in legno prodotto in Val Gardena nel 1899.
L’Ursus ladinicus è l’originale protagonista del museo di San Cassiano. Quali sono la storia e le particolarità di questo animale?
I resti di Ursus ladinicus sono stati rinvenuti, e descritti per la prima volta, nel 1987 nella grotta delle Conturines. Si tratta del ritrovamento di orso delle caverne alla quota più alta a livello mondiale. Non stupisce pertanto che l’Ursus ladinicus fosse perfettamente adattato alla vita in alta montagna, avendo una massa corporea più ridotta e una superficie masticatoria più sviluppata rispetto agli altri gruppi di orsi delle caverne. Seppure si siano estinte innumerevoli specie, l’estinzione della megafauna pleistocenica, e dei dinosauri, risvegliano in noi un interesse particolare. “Come possono, esseri così grandi e forti, semplicemente smettere di esistere?”, ci chiediamo. Gli orsi delle caverne si sono estinti circa 23.000 anni fa principalmente a causa dei cambiamenti climatici. Ricordiamoci che erano erbivori.
Cos’altro trova spazio in questa particolare esposizione?
Per contestualizzare il ritrovamento dell’Ursus ladinicus, nel museo viene presentata in maniera graficamente molto chiara e concisa, e corredata da reperti fossili molto esplicativi, la storia delle Dolomiti. Oltre all’ecologia degli orsi viene poi tematizzato anche il clima ed i suoi cambiamenti, proprio a causa del ruolo che ha avuto nell’estinzione degli orsi delle caverne.
In attesa di poter circolare nuovamente in modo libero, è possibile un “assaggio” dei due musei?
Fortunatamente il Museum Ladin Ciastel de Tor può essere visitato anche virtualmente con didascalie in ogni sala ed escursioni nel paesaggio estivo delle vallate ladine. Lo staff del museo ha anche preparato un’attività didattica (reperibile sotto la sezione “la mia visita” nel sito www.museumladin.it) per scuole e famiglie da svolgere visitando virtualmente il museo. Anche la sezione Ursus ladinicus di San Cassiano può essere visitata virtualmente con aggiunta di didascalie e audio esplicativi.
[Mauro Sperandio]