Gli “Spazi interiori” di Vazzoler e Zöggeler
Dal 6 al 19 dicembre l’ultima mostra per il 2021 dell’Associazione degli artisti
Un unico aggettivo per presentarsi: Elisabetta definisce Katherina “istintiva”, mentre “razionale” è la parola con cui Katherina descrive Elisabetta. Gli opposti si attraggono, verrebbe da dirsi... e in parte è proprio così.
Le artiste Elisabetta Vazzoler e Katherina Zöggeler hanno preso parte a diversi progetti assieme, sono state colleghe di lavoro, ma soprattutto a legarle da diversi anni è una grande amicizia.
Dal 6 al 19 dicembre, presso la galleria di via Bottai 4, le due amiche-artiste chiuderanno il ciclo di mostre annuale dell’Associazione degli Artisti con un’esposizione congiunta dal titolo “Spazi Interiori”. Inizialmente, la mostra era prevista tra febbraio e marzo del 2020, ma per ovvi motivi legati allo scoppio della pandemia, il suo allestimento è stato posticipato.
“È stato quindi un periodo di sedimentazione generale - racconta Vazzoler - in cui abbiamo raccolto diversi nuovi elementi. I lunghi momenti di riflessione trascorsi in solitudine o condivisi al telefono ci hanno permesso di cogliere il giusto momento di creatività, rievocando emozioni e pensieri di questi ultimi due anni. Come se si sfogliasse un album fotografico”.
“Una solitudine costruttiva”, secondo Zöggeler, che ha permesso di attuare una forma di “riciclo domestico, non solo dal punto di vista ambientale, ma volto soprattutto a dar nuova vita a qualcosa che appartiene al passato. Prendere una sensazione o un’emozione appartenente ad un altro tempo ed un differente contesto e farla vivere diversamente, conferendole quindi un nuovo valore”.
Una rievocazione del passato volta a dare forma e concretezza a ciò che l’essere umano e l’intero universo custodiscono nel loro interno e non sono soliti mostrare. I cosiddetti “spazi interiori”, riassunti ed incarnati nell’omonima mostra da tre elementi principali: gli interni vuoti e abbandonati, la figura umana borderline nella sua fragilità e gli abiti-scultura.
“I luoghi abbandonati sono per loro stessa definizione degli spazi-contenitori in cui non ci vivi, spesso trascurati. Allo stesso modo, i soggetti borderline sono persone abbandonate a loro stesse, non hanno habitat e nella debolezza rappresentano sempre uno spazio-contenitore, ma a cui fai fatica ad avvicinarti”, spiega Vazzoler.
“Lo stesso discorso vale per gli abiti-scultura. Alcuni di questi - continua Zöggeler - sono realizzati solo con materiali naturali e per quanto abbiano sembianze reali e seguano accuratamente l’anatomia del corpo umano, al loro interno sono vuoti”.
Ad essere esposti sono ritratti, tele e sculture che all’interno della mostra risultano completamente indipendenti, rappresentando la perfetta scorporazione della dimensione naturale per eccellenza, vale a dire l’essere umano nel suo habitat.
“È come un tiramisù scomposto – ricorda simpaticamente Vazzoler – dove tutti gli ingredienti vivono indipendentemente fra loro nel piatto e, se accostati l’uno con l’altro, danno vita al dolce nella sua totalità”.
Da un equilibrio di sapori all’armonia di un legame. L’amicizia delle due artiste si vede anche nelle risposte che danno: alla domanda finale “quale sfumatura caratteriale della collega vorresti possedere?”, Elisabetta risponde: “il suo essere istintiva”, e Katherina replica con “la sua razionalità”.
[Fabian Daum]
CHI SONO
Elisabetta Vazzoler nasce a Treviso e si forma artisticamente a Venezia e Catania. Si concentra principalmente sullo studio e la ricerca di luoghi abbandonati a cui oggi affianca anche la ritrattistica femminile di soggetti da lei definiti borderline (coloro che vivono un disturbo).
Nata a Merano, Katherina Zöggeler si forma prima all’Accademia di Belle Arti di Firenze e successivamente come costumista teatrale. I due percorsi la portano a creare i suoi abiti-scultura. Le piace sperimentare diverse tecniche, partendo spesso da quelle tradizionali, per poi rielaborarle.
Entrambe insegnanti, vivono e svolgono la propria professione a Bolzano.